CRISI ECONOMICA IN UMBRIA: CONTINUANO LE AUDIZIONI DELLA II COMMISSIONE CON LE CATEGORIE ECONOMICHE – OGGI INCONTRO CON COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, ASSOCIAZIONE ALLEVATORI e CONFINDUSTRIA

Un'altra delle audizioni convocate dalla Commissione “attività economiche e governo del territorio” del Consiglio regionale per fare il punto sugli effetti della crisi economica sul territorio e sull'economia regionale, si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni. All'incontro odierno hanno partecipato rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Associazioni provinciali degli allevatori e Confindustria.

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26 Lug 2010 01:00

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  (Acs) Perugia, 26 luglio 2010 – Dopo gli incontri con Confartigianato, Confapi, Confprofessioni e Cna, la Commissione “attività economiche e governo del territorio” del Consiglio regionale ha ripreso le audizioni con le categorie economiche incentrate sugli effetti della crisi economica sul territorio e sull'economia regionale. Questa mattina i componenti della Commissione presieduta da Gianfranco Chiaccheroni hanno ricevuto i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Associazione degli allevatori e Confindustria. Cristiano Casagrande (Confagricoltura) ha tracciato un quadro delle difficoltà che l'agricoltura umbra si trova ad affrontare a causa della crisi economica e dei ritardi di cui soffriva anche in precedenza: “oggi l'agricoltura è nel pieno delle difficoltà, con i prezzi delle materie prime in ribasso e i redditi in calo. Bisognerebbe snellire la burocrazia per agevolare le procedure di pagamento; evitare di applicare in modo troppo rigido al comprato agricolo le normative urbanistiche e ambientali; dotarsi di una normativa regionale sulla produzione del biogas e sull'uso delle biomasse. Anche la zootecnia è in difficoltà, per quanto riguarda i suini soprattutto a causa dei problemi per lo smaltimento dei reflui. Manca una promozione dell'agriturismo umbro che sia integrato nella promozione turistica regionale”. Albano Agabiti (Coldiretti) ha chiesto “misure strutturali per affrontare la crisi dell'agricoltura. Serve una riforma organica dell'agricoltura regionale, che riconosca finalmente l'importanza del settore primario, mettendo al centro la questione della sicurezza alimentare. È necessario accorciare le filiere e assicurare una produzione di valore aggiunto che arrivi fino all'agricoltore. Manca trasparenza nel mercato e questo permette a prodotti stranieri di essere etichettati come italiani e di influire negativamente sui prezzi. Serve un'opera di semplificazione, che coinvolga le associazioni del settore in applicazione del principio di sussidiarietà: affidando ad esempio l'istruttoria delle pratiche di pagamento a centri di assistenza organizzati dalle associazioni di categoria. Chiediamo una riorganizzazione, modernizzazione e armonizzazione della legislazione regionale sull'agricoltura: garantire iter brevi e certi a livello urbanistico; un piano attuativo per il piano rifiuti; una revisione del piano delle acque; le risorse del piano di sviluppo rurale non devono andare alle imprese che non operano veramente e interamente in Umbria; le strategie di promozione dei prodotti tipici umbri devono essere coordinate con le scelte in materia di turismo”. Luca Panichi (Associazione allevatori) ha sottolineato i problemi principali del settore, cioè le norme sullo smaltimento dei rifiuti, la questione dei consorzi che sfruttano il marchio Umbria ma commercializzano prodotti che vengono da Olanda e Ucraina, la competenza sulla zootecnia suddivisa tra 3 diversi assessorati. I presidenti di Confindustria-Umbria, Umbro Bernardini, Confindustria-Perugia, Antonio Campanile, e Biagino dell'Omo, Aurelio Forcignanò e Mauro Meucci hanno evidenziato che “gli effetti della crisi in Umbria sono gli stessi che si sono registrati nel resto del Paese. Nella nostra regione la crescita era inferiore a quella nazionale già prima della crisi. Abbiamo registrato una forte emorragia di posti di lavoro, ora attenuata, ma che probabilmente continuerà anche nel 2011: il problema vero sarà come riassorbire coloro che hanno perso il lavoro. Esiste il rischio di uno “scivolamento a sud” di tutto il territorio regionale, con conseguenze molto preoccupanti come l'infiltrazione di organizzazioni criminali e di deindustrializzazione del territorio. La ripresa che inizia a manifestarsi non è omogenea, per agevolarla e garantire la crescita sarà necessario ridurre il carico fiscale regionale; semplificare le normative; facilitare il rispetto delle leggi locali e nazionali; aumentare la dotazione patrimoniale dei Confidi; investire in infrastrutture (Nodo di Perugia e Terni–Civitavecchia su tutte); utilizzare i fondi europei per l'energia (sostenendo le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica); riformare Gepafin (prevedendo nuovi soci, un ruolo più importante per i Confidi e un aumento del patrimonio)”. MP/mp

Ultimo aggiornamento: 26/07/2010