CRISI ECONOMICA: “SITUAZIONE MIGLIORATA IN UMBRIA, MA ALCUNI INDICATORI DESTANO PREOCCUPAZIONE” – IN II COMMISSIONE AUDIZIONE DEI PRESIDENTI DI ABI UMBRIA E FONDAZIONE ANTIUSURA

Più finanziamenti alle imprese in crisi reversibile attraverso i fondi dei consorzi fidi, Gepafin e Regione Umbria; certificare i crediti della pubblica amministrazione per la bancabilità da parte delle imprese; rivedere i ruoli dei Tavoli di confronto per cercare soluzioni attraverso regole e responsabilità nuove e adeguate”. E’ quanto ha sottolineato il presidente di Abi Umbria, Alfredo Pallini nel corso di una audizione, stamani in seconda Commissione, sulla situazione economica in Umbria. Nel corso della mattinata l’organismo consiliare ha incontrato anche il vicepresidente della Fondazione “Umbria contro l’usura”, Lucio Di Stefano, che ha sottolineato l’importanza delle azioni di prevenzione del fenomeno, lamentando però l’esiguità dei fondi a disposizione: “550mila euro all’anno contro una richiesta di quasi sei milioni di euro”.

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22 Set 2010 01:00

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(Acs) Perugia, 22 settembre 2010 – “Aumentare le operazioni di finanziamento delle imprese in crisi reversibile attraverso l’ausilio dei fondi stabiliti dai consorzi fidi, da Gepafin e dalla Regione dell’Umbria; certificare i crediti della pubblica amministrazione per la bancabilità da parte delle imprese; rivedere i ruoli dei Tavoli di crisi nati nel 2003, prima della crisi, per cercare soluzioni attraverso regole e responsabilità ben precise da parte di tutti i soggetti che ne fanno parte”. E’ quanto ha sottolineato il presidente di Abi Umbria, Alfredo Pallini nel corso di una audizione, stamani in seconda Commissione, sulla situazione economica in Umbria.

Nel corso della mattinata l’organismo consiliare ha incontrato anche il vicepresidente della Fondazione “Umbria contro l’usura” che ha sottolineato l’importanza delle azioni di prevenzione del fenomeno, lamentando però l’esiguità dei fondi a disposizione: “550mila euro all’anno contro una richiesta di quasi sei milioni di euro”.

Il presidente dell’Abi, Pallini ha detto che l’Umbria “sta reagendo abbastanza bene alla crisi. Ci sono problemi strutturali ben conosciuti, che soltanto con la coesione si potranno superare. Il quadro economico – ha aggiunto – è particolarmente complicato anche se ci troviamo in una situazione migliore, per le imprese, rispetto a qualche mese fa quando le numerose crisi aziendali ci hanno fatto tremare i polsi”. Da quanto detto dal presidente regionale di Abi, il sistema bancario ha elargito, per l’economia umbra, 19 miliardi di euro di cui quasi 12 miliardi sono stati concessi ad aziende con sede in Umbria. Di questi, un miliardo di euro riguarda aziende in sofferenza e un altro miliardo posizioni deteriorate e preoccupanti. I settori in crisi non riguardano soltanto l’edilizia, ma si espandono in moltissime altre direzioni. Per quanto riguarda l’accesso al credito, argomento evidenziato da molti membri della Commissione, Pallini ha detto che seppure le regole previste da “Basilea 3”,  sono state posticipate ed entreranno in vigore nel 2016, il problema delle restrizioni sono comunque, in parte, contenute in “Basilea 2” perciò sono state già strette le maglie per l’accesso al credito. In Umbria, le aziende con bilanci completamente inaffidabili sono il 20 per cento. Per la Banca d’Italia le imprese umbre in gravi difficoltà economiche rappresentano il 30 per cento. Per quanto riguarda i tassi di interesse bancari, per operazioni a lunga scadenza, come mutui e finanziamenti, in Umbria sono al di sotto della media nazionale, mentre per quanto riguarda la girata di un titolo o piccoli finanziamenti a breve termine, il tasso di interesse è superiore a causa del rischio e quindi della qualità del credito. Un ruolo importante lo svolgono i consorzi fidi. In Umbria ne operano 55 di cui 10 con sede in loco e assistono 7mila imprese.

Tra i problemi che riguardano la liquidità delle imprese, i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, per questo, come ha annunciato lo stesso Pallini, nei prossimi giorni, con la Regione Umbria verrà firmato un protocollo che aumenta la “bancabilità dei crediti”. Pallini ha anche rimarcato la diminuzione di investimenti che “si contano ormai sulle punte delle dita. Tanto fotovoltaico – ha detto – ma su dieci operazioni, una è di investimento, le altre nove sono azioni di consolidamento e iniezioni di liquidità”.

Tra gli interventi dei consiglieri presenti ai lavori, Franco Zaffini (PdL) ha auspicato “l’attivazione di una struttura che possa gestire le crisi aziendali, soprattutto di imprese medio- grandi, con al centro Sviluppumbria come organo di intermediazione”. Orfeo Goracci (Prc-Fed.Sin.) ha espresso la sua preoccupazione per la difficoltà di accesso al credito del piccolo artigiano o commerciante. “E’ importante – ha detto – che il mondo bancario aiuti queste piccole realtà”. Paolo Brutti (Idv) ha rimarcato, di fronte al presidente di Abi Umbria il problema della “restrizione del credito da parte delle banche. Nei consorzi fidi – ha aggiunto – devono essere presenti meno banche possibili”. Per Andrea Smacchi (PD): “le grandi banche, invece di guardare agli interessi del territorio, guardano troppo spesso soltanto al raggiungimento dei budget. Le piccole banche locali rimaste – ha sottolineato – si stanno esponendo altre le loro forze, mettendo addirittura in pericolo la loro stessa sopravvivenza”.

 

Nell’audizione con la Fondazione Umbria contro l’usura, il vice presidente della struttura, Lucio Di Stefano ha rimarcato l’importanza dell’azione di prevenzione che la Fondazione sta portando avanti. “Per far fronte alle richieste che ci vengono avanzate quotidianamente non basterebbero 5–6 milioni di euro all’anno, quando contiamo, invece, su una dotazione economica di 550 mila euro”.

Si rivolgono alla Fondazione, soprattutto, famiglie, pensionati, piccoli artigiani e commercianti. “Alcuni – fa sapere Di Stefano – sono fortemente indebitati. Se fino a una decina di anni fa – ha detto – la media di indebitamento delle persone che chiedono il nostro aiuto era di 50 milioni di lire, oggi si arriva, spesso, oltre i 150 mila euro e questo accade soprattutto nei confronti delle finanziarie. Alcuni si ritrovano con rate che complessivamente rappresentano quasi il doppio del loro stipendio”. Dopo aver ricordato che, in caso di usura, ci si può rivolgere alla fondazione soltanto a seguito della denuncia dell’usuraio e quindi della sua iscrizione nel registro degli indagati, Di Stefano ha detto che moltissimi soggetti si rivolgono alla Fondazione per far fronte perfino alle spese mediche. Massimo Buconi (Socialisti) ha evidenziato che, spesso, chi si rivolge alla Fondazione “sono persone sole di fronte a problemi che non riescono a risolverli attraverso il sistema bancario”. Tra le esigenze più impellenti, quella di creare nuovi rapporti con le banche, attraverso convenzioni che possano garantire interventi rapidi e risolutivi. Al Fondo la Regione Umbria interviene con 300 mila euro.

A margine dei lavori, la vice presidente della Commissione, Maria Rosi (PdL) ha detto che “è importante cambiare la filosofia dell’approccio dell’imprenditore all’economia, allargare cioè i propri orizzonti. Il mondo imprenditoriale umbro deve guardare allo sviluppo di altri settori e soffermarsi soprattutto sulle vere eccellenze, e non sono poche, presenti nei nostri territori come ad esempio il turismo”.  Per il presidente Gianfranco Chiacchieroni, tutti i soggetti che hanno partecipato, invitati, alle audizioni, “hanno rappresentato un importantissimo confronto su un tema difficile come quello dell’analisi e delle soluzioni per la crisi in atto.  L’Umbria può vincere la sfida della crisi perché ha le sufficienti energie, risorse e le giuste competenze. Si vince facendo sistema e dentro bisogna esserci tutti. In maniera compatta dove ognuno può e deve fare la sua parte”. AS

Ultimo aggiornamento: 22/09/2010