COOPERATIVE: “LAVORATORI SOTTOPAGATI E NUOVO CAPORALATO UMBRO: QUANTI MILIONI DI EURO SOTTRATTI ALL’INPS E ALLO STATO?” - LIBERATI (M5S) “ISPETTORATO DEL LAVORO E GUARDIA DI FINANZA SI SVEGLINO”

Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati punta il dito sulle aziende cooperative parlando di “nuovo caporalato”, di “lavoratori sottopagati” e sottolineando la necessità di “farla finita con le retribuzioni da fame di alcune grosse cooperative” per “restituire legalità all’economia umbra, salvaguardando le imprese regolari dalle scorrettezze di quelle cooperative che, oltre a insultare la dignità dei lavoratori, truffano lo Stato e l’INPS”.  

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01 Feb 2016 00:00

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(Acs) Perugia, 1 febbraio 2016 - Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati punta il dito sulle aziende cooperative parlando di “nuovo caporalato”, di “lavoratori sottopagati” e sottolineando la necessità di “farla finita con le retribuzioni da fame di alcune grosse cooperative” per “restituire legalità all’economia umbra, salvaguardando le imprese regolari dalle scorrettezze di quelle cooperative che, oltre a insultare la dignità dei lavoratori, truffano lo Stato e l’INPS”. 

Secondo Liberati, in Umbria “presumibilmente, ci sono migliaia di persone sottopagate, nei più diversi settori economici cooperativistici. Un nuovo e immenso caporalato di cui nessuno parla, perché gestito direttamente dall’esteso cortocircuito tra politica e affari che in Umbria vede le aziende cooperativistiche usate come il giardino di casa dei vecchi partiti. Partiti – sottolinea - che ivi ingrossano le fila del sistema clientelare grazie a cui sopravvivono, mentre la guida delle cooperative è sempre più in mano a ristrette oligarchie politicizzate, ormai a dismisura rigonfie come rospi”.

Liberati ricorda poi che la legge “142/2001” (‘Revisione della legislazione in materia cooperativistica, con particolare riferimento alla posizione del socio lavoratore’) “stabilisce regole certe: al socio lavoratore subordinato - spiega - deve essere garantita una retribuzione non inferiore ai minimi previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di settore o categoria affine. Non solo: il regolamento della cooperativa non può ammettere deroghe in pejus rispetto a tale trattamento economico. Occorre allora – suggerisce Liberati - che gli Ispettorati del Lavoro e la Guardia di Finanza dell’Umbria si sveglino da un torpore che, nel corso di circa 15 anni, ha condotto alla situazione che ben conosciamo”.

Tra gli effetti del “circuito vizioso” denunciato da Liberati c'è “il costo dei servizi pubblici affidati quasi esclusivamente a cooperative e l'abbassamento precipitoso del livello qualitativo degli stessi.
“Scende soprattutto ai minimi termini – sostiene Liberati - la libertà economica dell’Umbria, regione opaca e poco trasparente sin dalla sua presidente, più volte sottrattasi a interrogazioni del M5S sullo scivoloso connubio tra politica e affari. Intanto – aggiunge l'esponente pentastellato - chi lavora sottopagato nelle coop non può certo alzare la testa, perché consapevole non soltanto dell’ancor salda cappa politico-giudiziaria chiusa sopra le loro teste, ma anche perché edotto del fatto che, al di fuori di tale opprimente circuito economico semilegale, difficilmente riuscirà a trovare la minima opportunità. Infatti è stato desertificato quasi tutto: decine e decine di imprese regolari falliscono ogni mese in Umbria, portato non soltanto della persistente crisi, ma di un’economia in cui vengono tuttora scientemente fatti figli (le cooperative) e figliastri (tutti gli altri). È nei fatti una gigantesca truffa allo Stato – conclude Liberati -, perché tali imprese, pur non esercitando più alcuna funzione sociale e mutualistica, concorrono viceversa nel libero mercato totalmente agevolate da un trattamento fiscale di favore. Un’autentica vergogna!”. RED/tb

Ultimo aggiornamento: 01/02/2016