CONSIGLIO REGIONALE: APPROVATA LA MODIFICA DEL QUORUM PER L'ELEZIONE DEL GARANTE DEI DETENUTI - DOPO LA TERZA VOTAZIONE SUFFICIENTE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA

L'Assemblea legislativa ha approvato la legge che modifica le procedure di nomina del Garante dei detenuti: a partire dalla quarta votazione la designazione può avvenire con la maggioranza assoluta dei consiglieri regionali. Previsto un tetto massimo del 20 per cento dell'indennità di un consigliere regionale quale compenso per l'incarico. Accolto l'emendamento dell'opposizione che in prima applicazione prevede la decadenza del garante a fine legislatura e la sua rieleggibilità.

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18 Feb 2014 00:00

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(Acs) Perugia, 18 febbraio 2014 – L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato con 14 sì (Partito democratico, Italia dei valori, Comunista umbro, Partito socialista) 8 no (Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia e Lega nord) e 2 astenuti (Brega e Smacchi, Pd) la legge (proposta da Dottorini-Idv, Stufara Prc-Fds e Locchi Pd) che modifica le procedure di nomina del Garante dei detenuti e prevede un tetto massimo del 20 per cento dell'indennità di un consigliere regionale quale compenso per l'incarico. A partire dalla quarta votazione quindi, se in precedenza non viene raggiunta la maggioranza dei 2/3, la designazione può avvenire con la maggioranza assoluta dei consiglieri regionali.
Respinto l'emendamento Cirignoni (Lega nord) che proponeva di assegnare le funzioni del garante a presidente e vicepresidente della Terza Commissione consiliare. Approvato invece con 21 sì, 2 contrari (Goracci - Cu e Brutti- Idv) e 1 astenuto (Brega), l'emendamento Lignani (Fd'I) – Nevi (FI) che introduce una norma transitoria per la quale in prima applicazione il garante resta in carica fino alla fine della legislatura e può essere rieletto.

Il relatore RENATO LOCCHI (Pd) ha illustrato in Aula la proposta di modifica, osservando che “Si tratta di un’integrazione che prende atto dell’esperienza vissuta in questo Consiglio regionale nel corso degli ultimi mesi. Le motivazioni per le quali fu varata la legge rimangono e nel frattempo diverse Regioni hanno già nominato il garante. A questa modifica arriviamo dopo che questo Consiglio regionale non è stato in grado di dare esecuzione a una legge che si era dato. Sono state fatte quattro votazioni, al massimo in due occasioni sono stati raggiunti 18 voti mentre ne servono 21. Su questo punto, da mesi e mesi giaceva una proposta a firma di Dottorini, che devo dire abbiamo messo su un binario morto perché volevamo arrivare alla nomina con 21 voti, ma se questo Consiglio regionale si è dimostrato non all’altezza di fare una nomina occorre introdurre il principio della modifica del quorum alla quarta votazione”.
Il relatore di minoranza ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Fratelli d'Italia) ha spiegato che “la contrarietà dell'opposizione è basata su due principi: il primo è che non si può scegliere un soggetto che dovrebbe essere garante con una maggioranza semplice, soprattutto in ragione del delicato ruolo che deve esercitare; l'altro è che il garante delle carceri non dovrebbe nemmeno esistere. Non per una questione di costi della politica (su cui si dovrebbe meglio riflettere per non lasciare questa attività ai ricchi e a chi ha il sostegno dei poteri forti) ma perché il consigliere regionale è di per se stesso il garante delle carceri, dato che visitare le carceri della regione è una sua prerogativa. In questo modo si sacrificano, ancora una volta, le prerogative e l'autonomia del Consiglio. Il collega Zaffini sottolinea il fatto che devono essere garantiti non solo i carcerati, ma anche coloro che i carcerati devono sorvegliare. Questo è vero ma ribadisco che il problema principale è l'abdicazione del ruolo dei consiglieri regionali, con norme che sono costose, inutili, pleonastiche. Faremo di tutto per evitare che questa norma possa in andare in porto e, come atto di dissenso, abbandoneremo l’Aula in sede di votazione”.

IL DIBATTITO
ORFEO GORACCI (Comunista umbro): “Le altre Regioni che hanno istituito il Garante lo hanno anche eletto, l'Umbria no. Non si tratta di una figura, inutile, costosa e limitante delle prerogative della politica. Anche il Governo nazionale ha varato questa figura e noi rischiamo di mortificarla assegnando una indennità inadeguata. Il garante non cambierà in modo radicale le sorti di migliaia di detenuti ma potrà cercare di portare l'attenzione su una situazione grave. Fino ad oggi non c'è stato modo di nominare il garante, per le difficoltà del centrodestra e per quelle del centrosinistra. Mentre invece quella figura rappresenta una possibilità di intervento importante per alleviare le condizioni di molti, compresi quelli arrestati in virtù della legge Fini-Giovanardi, che la Consulta ha dichiarato incostituzionale. Spero che non appena approvata questa modifica, nella prossima seduta, si possa procedere alla nomina. Importante cercare comunque di trovare un nome condiviso. Infine, ricordo che 14 mesi fa ho presentato una mozione al Consiglio regionale per creare una delegazione di consiglieri che svolga visite periodiche nelle 4 carceri umbre, esercitando una delle nostre prerogative”.
GIANLUCA CIRIGNONI (Lega nord): “Credo che questa figura debba essere una figura non a titolo oneroso, una figura gratuita, e chi può meglio occuparsi di fare il garante se non il presidente e il vice presidente della Commissione legata agli Affari sociali della nostra Regione. Ho presentato un emendamento che identifica la figura del Garante nel presidente e nel vicepresidente della Terza commissione consiliare. Con la possibilità di avvalersi di risorse messe a disposizione dalla Giunta regionale ma con l’assoluto divieto di utilizzare consulenze esterne a titolo oneroso, perché di sprechi e di soldi buttati di qua e di là gli umbri ne hanno lo tasche piene. Il garante serve a tutelare la popolazione carceraria e la Polizia penitenziaria, ma deve essere una figura che proviene dal Consiglio regionale, una figura a titolo gratuito. Non credo che questa proposta di legge, che abbassa la maggioranza per dare finalmente un posto in più a qualche amico degli amici, a qualche amico della politica per avere un incarico ben retribuito, rappresenti una risposta adeguata al problema. Per il resto ribadisco che credo sia bene che extracomunitari e comunitari scontino la pena a casa loro, è una questione di civiltà perché chi viene a delinquere in Italia poi non debba ulteriormente pesare sul nostro sistema, ma vada a scontare la pena a casa propria”.
OLIVIERO DOTTORINI (Idv): “La legge sul garante risale ormai al 2006 e noi siamo una delle poche Regioni che ancora non hanno provveduto alla sua elezione. Il motivo è che la nostra legge prevede un quorum dei due terzi del Consiglio regionale non prevedendo mai che questo si abbassi con il procedere delle votazioni. Sarebbe scorretto mantenere dei meccanismi per cui la minoranza ha nelle mani la possibilità di bloccare a vita, per sempre, gli esiti di una legge: quindi è naturale che a un certo punto si abbassi il quorum. Per quanto mi riguarda, rimango dell’idea che poiché le prime tre votazioni rimangono con i due terzi, sarebbe preferibile che il garante venisse eletto con quel margine. Vorrei sottolineare che la modalità di nomina, a dispetto di chi diceva che sarà il solito nome frutto di spartizioni, è una procedura molto innovativa e molto seria, che noi stessi proponemmo. C’è stato un bando in cui le associazioni e i singoli si sono potuti proporre, sono stati dieci nella nostra regione, aderendo ad un processo molto significativo che non può essere disconosciuto. Il garante non sarà risolutivo dei problemi gravi e pesanti che vivono le nostre carceri, ma potrà rappresentare un faro puntato su una realtà di grande disagio in cui, a volte, la dignità è messa seriamente in discussione. Lancio un appello perché si metta al più presto all’ordine del giorno il tema dell’elezione del garante: per noi un dovere morale oltre che un dovere politico”. MP/

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Ultimo aggiornamento: 18/02/2014