CONSIGLIO REGIONALE (1): APPROVATA A MAGGIORANZA LA LEGGE SULLE MODALITÀ DI VIGILANZA E CONTROLLO SU OPERE E COSTRUZIONI IN ZONE SISMICHE – VOTO NEGATIVO DI PDL E LEGA. ASTENSIONE DELL'UDC

L'Assemblea legislativa ha approvato oggi, con 17 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto, il disegno di legge della Giunta “Disciplina concernente le modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche”. Previsto il rilascio di autorizzazioni preventive da parte delle Province, per opere pubbliche e singole costruzioni, ricadenti nei territori dei Comuni appartenenti alle prime due classi di pericolosità sismica.

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19 Gen 2010 00:00

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(Acs) Perugia, 19 gennaio 2010 - Più di due terzi dei Comuni umbri ricadono su territori che appartengono alle prime due classi di pericolosità sismica: 18 nella prima classe (elevata sismicità ) e 51 nella seconda (media sismicità ). In questi territori la realizzazione di opere pubbliche e singole costruzioni potrà avvenire solo con il rilascio di autorizzazioni preventive da parte delle Province. Mentre nei 23 Comuni situati nella terza zona (bassa sismicità) l'autorizzazione sarà necessaria per gli interventi edilizi in abitati dichiarati da consolidare, i lavori da effettuare a seguito di accertamento di violazione delle norme antisismiche, gli interventi relativi a edifici e infrastrutture strategiche ai fini della protezione civile regionale e le sopraelevazioni di un piano negli edifici in muratura. Coloro che richiedono l'autorizzazione sismica preventiva alla costruzione dovranno versare un contributo forfettario per le spese istruttorie sostenute dalla Provincia, per la copertura delle spese del personale e per il funzionamento delle strutture tecniche. Spetterà sempre alle Provincie svolgere controlli a campione sui progetti relativi a costruzioni nelle zone a bassa sismicità e in corso d'opera in tutte le zone. Sono queste alcune delle misure introdotte dal disegno di legge della Giunta “Disciplina concernente le modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche”, approvato questa mattina dal Consiglio regionale con 17 voti favorevoli della maggioranza, l'astensione di Melasecche (Udc) e 7 voti contrari di Pdl (i cui sei emendamenti alla legge sono stati bocciata dall'Aula) e Lega Nord. Un voto contrario motivato spiegando che questa è una norma che “rivoluzionerà il comparto in modo vessatorio, scaricando completamente sulle Provincie un onere che verrà conseguentemente scaricato su cittadini e imprese”. Per il relatore di maggioranza GIANCARLO CINTIOLI (Pd) “LA REGIONE UMBRIA ALLA FINE DELLA LEGISLATURA È RIUSCITA A COMPLETARE IL QUADRO DI UN RAGIONAMENTO PIÙ COMPLESSO CHE ATTIENE AL GOVERNO DEL TERRITORIO, ALLA PUBBLICA INCOLUMITÀ, ALLA PREVENZIONE SISMICA, ALLA RIQUALIFICAZIONE URBANA, ALLA POLITICA DEGLI INSEDIAMENTI. Si tratta di una normativa finalizzata a tutelare la pubblica incolumità, a ridurre il rischio sismico sul territorio regionale attraverso la salvaguardia della stabilità e della sicurezza delle costruzioni nelle zone dichiarate sismiche e a recepire le innumerevoli innovazioni del legislatore nazionale apportate alla articolata normativa tecnica sulle costruzioni emanata sin dagli anni ’70, entrato in vigore il 1 luglio 2009. Tenendo conto delle “Norme per il governo del territorio e la pianificazione e per il rilancio dell’economia attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente” (il cosiddetto 'Piano casa'), della legge regionale sui centri storici (dicembre 2008) e della nuova legge sui lavori pubblici approvata la scorsa settimana, la Regione Umbria alla fine della legislatura è riuscita così a completare il quadro di un ragionamento più complesso che attiene al governo del territorio, alla pubblica incolumità, alla prevenzione sismica, alla riqualificazione urbana, alla politica degli insediamenti. La legge prevede che la Regione mantenga le funzioni di indirizzo e coordinamento per l’esercizio delle competenze in materia sismica e di promozione di una adeguata formazione in materia sismica mentre vengono delegate alle Province le funzioni di controllo e vigilanza sulle opere e costruzioni nelle zone sismiche. In fase di predisposizione del progetto di legge sono state valutate possibili alternative di attribuzione delle funzioni in esame, decidendo infine di confermare quanto già previsto dalla legge regionale ‘61/’81’ e di delegare le funzioni in materia sismica alle Province di Perugia e di Terni. Al fine di semplificare le procedure, contenere i tempi, agevolare il compito dei tecnici e garantire efficienza e tempestività degli accertamenti, è previsto che le Province possano costituire uffici di vigilanza e controllo territoriali decentrati. Tutto ciò, da parte delle Province, deve avvenire dietro apposito provvedimento entro 120 giorni dalla pubblicazione della legge. L'autorizzazione sismica preventiva diventa necessaria per tutti i lavori di nuova costruzione, di ampliamento e di sopraelevazione e i lavori di manutenzione straordinaria, di restauro, di risanamento e di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente che compromettano la sicurezza statica della costruzione ovvero riguardino le strutture o alterino l’entità e/o la distribuzione dei carichi. La stessa disciplina si applica anche alle varianti sostanziali ai progetti di queste opere. Compete alla Giunta Regionale, con proprio atto, individuare quelle opere e quegli gli interventi privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità e i casi in cui le varianti le parti strutturali non rivestono carattere sostanziale. Alle stesse norme sono soggetti, anche se ricadenti in Zona 3 (a bassa sismicità) interventi edilizi in abitati dichiarati da consolidare; lavori da effettuare a seguito di accertamento di violazione delle norme antisismiche; interventi relativi ad edifici ed infrastrutture strategiche ai fini della protezione civile regionale e sopraelevazioni di un piano negli edifici in muratura. Il rilascio dell’autorizzazione sismica, vincolante per il titolo abilitativo edilizio, potrà essere richiesta oltre che alle Province competenti per territorio anche allo Sportello unico per l’edilizia del relativo Comune di riferimento. Le istanze dovranno contenere oltre all’asseverazione del progettista sul rispetto delle norme tecniche per le costruzioni anche   la ricevuta di versamento del rimborso forfettario e il progetto esecutivo riguardante le strutture. Viene fissato il limite temporale dall’entrata in vigore della legge (120 giorni) entro il quale, la Giunta Regionale, stabilisce criteri e modalità di controllo sia sui progetti sottoposti all’autorizzazione sia di controllo a campione sui progetti depositati, che di controllo ispettivo in corso d’opera sulle costruzioni. I controlli potranno essere effettuati in relazione alle classi d'uso delle costruzioni, anche avvalendosi di procedure informatizzate sia per la presentazione e deposito dei progetti, che per la loro istruttoria. Il soggetto che richiede l’autorizzazione preventiva deve corrispondere un rimborso forfettario per le spese istruttorie sostenute dalla Provincia per la conservazione degli atti e per le attività di controllo: le risorse derivanti dal rimborso forfettario vengono riscosse dalla Provincia competente per territorio e devono concorrere esclusivamente alla copertura delle spese del personale, alla sua formazione e aggiornamento, e per il funzionamento delle strutture tecniche competenti”. RAFFAELE NEVI (FI–Pdl relatore di minoranza), UNA NORMA CHE RIVOLUZIONERÀ IL COMPARTO IN MODO VESSATORIO, SCARICANDO COMPLETAMENTE SULLA PROVINCIA UN ONERE CHE VERRÀ CONSEGUENTEMENTE SCARICATO SU CITTADINI E IMPRESE. Si tratta “ di un provvedimento apparentemente innocuo, imposto da una sentenza della Corte costituzionale e giustificato dal 75 per cento del territorio umbro che ricade in zona sismica. Siamo invece di fronte ad una norma che rivoluzionerà il comparto in modo vessatorio, scaricando completamente sulla Provincia un onere che verrà conseguentemente scaricato sui cittadini e le imprese. In questo modo nasce una nuova tassa, un nuovo tributo con cui la Regione appesantisce burocraticamente il comparto delle costruzioni, con norme e tempi stringenti dettati alle Province per organizzare un servizio completamente nuovo. Una legge di fortissimo impatto, della quale nessuno riesce a capire se si potrà trovare una soluzione organizzativa, forse attraverso le procedure informatiche. La Giunta regionale non ha mostrato interesse e neppure disponibilità verso i lavori della Commissione, con una scelta politica forte e preoccupante che riguarderà il 75 per cento del territorio regionale e nuove pratiche che i cittadini dovranno chiedere e pagare alla Provincia. Un atto poco partecipato, senza incontri pubblici o audizioni, probabilmente per far passare sotto traccia un provvedimento che non può incontrare il consenso di un comparto in serissima difficoltà. La Regione se ne lava le mani, scaricando le responsabilità invece di assumerle. Le Provincie si troveranno a dover assumere 20–30 tecnici specializzati solo per svolgere queste nuove funzioni: sarà necessario riorganizzare servizi, gli studi professionali dovranno adeguarsi alle nuove procedure, tutto questo in 4 mesi. Voglio citare il caso della Regione Emilia Romagna, governata dal centrosinistra: da poco ha recepito le nuove norme in materia di costruzioni prevedendo la loro entrata in vigore tra 12 mesi, in modo da dare il tempo necessario ad organizzare i servizi e ad assumere il personale necessario. Questa è la scelta giusta da fare. Non si può pensare di scaricare questi alti costi sui cittadini e le imprese: sarebbe un segnale ulteriore che in Umbria c'è un clima che spinge a non fare, proprio mentre la crisi economica imporrebbe l'adozione di strumenti anticiclici. Dopo aver azzerato il Piano Casa ed avere emanato un regolamento edilizio molto restrittivo, la Regione Umbria dovrebbe fermarsi, evitando di costruire un meccanismo normativo improntato al 'non fare'. La Regione dovrebbe contribuire alla copertura dei costi che deriveranno da questo nuovo servizio, per non lasciare che tutto gravi su cittadini e imprese, e rivedere questa norma riaprendo il confronto su questo testo”. ARMANDO FRONDUTI (FI-PDL): “TESTO DI LEGGE POSITIVO MA CON DEI NODI IRRISOLTI - Il mio giudizio su questo testo di legge, che va approvato perché il terremoto si è di nuovo verificato e diventa quindi urgente l’applicazione della normativa, è sostanzialmente positivo, anche se ci sono delle riserve: è evidente che la Provincia, l’ente che per trent’anni si è occupato dei controlli, con buoni risultati nonostante i pochi uomini e mezzi a disposizione, non è in grado di garantire tutte le verifiche di calcoli e i sopralluoghi nei cantieri che la legge impone, quindi la Regione deve riflettere sulla necessità di assumere un congruo numero di ingegneri, 70 o 80 circa, che dovranno pure essere formati con un corso intensivo e accelerato per qualificarsi sulle procedure legate ad eventi sismici. Altro problema il contributo afferente il deposito dei documenti presso la Provincia: dai 14 euro delle due marche da bollo si passerà a cifre importanti: per fare un esempio, in Emilia Romagna sono 480 euro per l’autorizzazione, 150 per i depositi e 360 per interventi di miglioramento, più 50 euro per ogni variante. Infine c’è un problema procedurale: la Provincia dà dei giorni per modificare un progetto, trascorsi i quali può bocciarlo, e questo non lascia altre possibilità, mentre andrebbe prevista, nel periodo di sospensione, la possibilità di venire ad un accordo con l’ente”. VINCENZO RIOMMI (assessore): “LA REGIONE UMBRIA COMPLETA LA RIDEFINIZIONE DI UN QUADRO ORGANICO DI DISCIPLINA DI GOVERNO DEL TERRITORIO E URBANISTICA CHE RICONFERMANO L'UMBRIA COME PUNTO DI RIFERIMENTO TRA LE REGIONI ITALIANE SOTTO QUESTO PROFILO. È evidente che questo atto, riguarda una problematica di particolare criticità, soprattutto per una regione integralmente collocata in zona sismica. La materia è stata oggetto di una evoluzione tecnica e normativa negli ultimi anni: l'Umbria vanta una normativa organica dal 1981. A tutti gli umbri avrà fatto piacere leggere, due giorni fa, la lettera con cui il sottosegretario Bertolaso riconosceva che l'Umbria è sempre stata all'altezza in materia di protezione civile e l'azione in materia di prevenzione del rischio sia una costante storica. Ho ascoltato con un certo imbarazzo alcune affermazioni sorprendenti: la ridefinizione delle normative nazionali è positiva ed ha portato ad una adeguata classificazione del territorio nazionale in base alla sismicità, cosa che non c'era a San Giuliano di Puglia, con le conseguenze che abbiamo visto. Esiste un punto di criticità, che tutte le Regioni hanno sottoposto al Governo nazionale e riguarda i controlli. L'aver reintrodotto il controllo preventivo autorizzatorio è una deresponsabilizzazione del tecnico che firma i progetti ed è pagato per questo: introducendo l'autorizzazione della Provincia si aprirà lo spazio per una co-responsabilizzazione delle strutture provinciali in caso di problemi alle strutture. Il controllo preventivo rischiava di creare un blocco sostanziale delle autorizzazioni a costruire. Inoltre il Patto di stabilità impedisce alle Provincie di assumere nuovo personale per il settore del controllo sismico, non trattandosi di una materia nuova. Il potenziamento della strutture richiederebbe quindi una deroga al Patto di stabilità, ma su questo non ci sono state risposte dal Governo nazionale. Io ero in favore del riconoscimento della piena responsabilità dei tecnici e degli ingegneri, con dei controlli a campione ampio della Regione su quanto già costruito sotto la responsabilità di chi firma i progetti. Invece ha prevalso una scelta bipartisan che ha portato ad un modello organizzativo diverso, che la nuova norma cerca di affrontare riducendo le criticità e approntando una intelligente gestione del percorso. Il contributo citato da Fronduti, fissato in un massimo di 480 euro, non porterà certo al blocco di cantieri e costruzioni di migliaia di metri quadrati che hanno ben altri costi per le pratiche e i progetti complessivi”. Il relatore di minoranza, Raffaele Nevi, ha replicato che: “il contributo forfettario non sarà poi così irrilevante e se davvero lo è, allora evitiamo di farlo pagare ai cittadini. La Regione non mette risorse per finanziare questa legge, riconfermando soltanto i fondi stanziati ogni anno per i controlli a campione”. MP/mp

Ultimo aggiornamento: 19/01/2010