(Acs) Perugia, 28 giugno 2010 – “Come era facile aspettarsi, anche nel carcere perugino l’emergenza rappresenta ormai la regola; a fronte di una capienza di 482 posti i detenuti sono attualmente 569, di cui oltre il 60 per cento è straniero. Una cinquantina di detenuti sono costretti a dormire con il materasso a terra. A causa del sovraffollamento le celle, pur disponendo tutte di bagno e docce e di buona illuminazione, si trasformano in uno spazio invivibile”. E’ quanto denuncia il capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara che lo scorso sabato, insieme al responsabile giustizia del partito, Giovanni Russo Spena ha fatto visita al penitenziario di Capanne “per raccogliere i dati essenziali sulle condizioni detentive in questo istituto”.
L’iniziativa rientra nella campagna nazionale ‘Le carceri sono fuori legge’, promossa dalle associazioni “Antigone” e “A Buon Diritto” e dal settimanale “Carta”, finalizzata a “dare il via ad un’autentica vertenza nei confronti delle istituzioni affinché siano rispettati i diritti delle persone detenute”.
Nel suo comunicato, Stufara evidenzia che “il personale di polizia penitenziaria ammonta a 243 unità, insufficienti persino per garantire il quarto turno di guardia previsto dal regolamento: ce ne vorrebbero almeno 80 in più. Massiccio il ricorso a farmaci come il metadone (il 70 per cento dei detenuti è tossicodipendente), mentre l’assenza di risorse impedisce sostanzialmente lo svolgimento delle attività; ai detenuti non rimane che passeggiare all’infinito nelle 2 ore al giorno previste fuori dalla cella, andare a messa e al campo sportivo una volta alla settimana”.
Stufara racconta anche che “le strutture del carcere risultano esser state danneggiate dal terremoto dello scorso dicembre; attualmente è inagibile la sala polivalente (in grado di ospitare 200 persone) e la biblioteca, che risulta peraltro essere priva di personale. Persino la porta carraia è inutilizzabile per via dell’evento sismico; gli interventi di riparazione spettano alla Protezione civile, ma quest’ultima non ha ancora preso alcun provvedimento”.
“È sconcertante – sottolinea il capogruppo di Rifondazione comunista - sapere che a sei mesi dal terremoto non si sia fatto ancora nulla per ripristinare degli spazi comuni fondamentali per la qualità della vita delle persone detenute. Appare evidente dal livello di sovraffollamento e dalle carenze con cui sono costretti a confrontarsi ogni giorno, tanto il personale quanto i detenuti, che per il governo non c’è posto per i diritti nelle patrie galere”.
“Insieme all’opera di denuncia – continua Stufara - occorre rendere finalmente operativi anche gli strumenti di cui la Regione si è dotata nel corso di questi anni, come la legge 13 del 2006 con la quale in Umbria è stata istituita la figura del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale. Si tratta di un organismo – ricorda - capace di dare un’immediata risposta alle istanze dei detenuti e potenzialmente in grado di scongiurare le discriminazioni e le violazioni dei diritti che facilmente si determinano nelle carceri in queste condizioni. Tuttavia, - aggiunge - la legge, pur essendo già finanziata, non ha trovato ancora applicazione a causa del colpevole disinteresse delle altre forze politiche. È giunto ormai il momento di superare la logica della segregazione e colmare finalmente questa lacuna applicando questa legge. Anche Russo Spena, al termine della visita – conclude Stufara – ha sottolineato la necessità di una mobilitazione permanente per contrastare ogni forma di violenza di Stato nelle istituzioni perché la realtà è che le carceri italiane non sono mai state così piene e gli ulteriori disagi dovuti al caldo estivo potrebbero far esplodere la situazione”. RED/as