(Acs) Perugia, 20 novembre 2018 - “Guadagni stellari: possono più che sorridere le multinazionali dell'ipersfruttamento idroelettrico in Umbria. Tanto i territori interessati non vedranno questi soldi nemmeno col binocolo, né reclameranno nulla”: lo affermano i consiglieri del Movimento 5 stelle Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, annunciando la ripresentazione di una proposta di legge con cui assegnare ai Comuni maggiori risorse.
Secondo i due consiglieri pentastellati, “l'esteso servilismo della classe politica, unito alle massicce dosi di ignoranza degli eletti, fanno sì che proprio i Comuni baciati da tanta fortuna – l'acqua - vivano una paradossale condizione di minorità. Situazioni che si ripetono un po' ovunque in Umbria: basti pensare alle bellissime Cascate del Menotre, a Pale di Foligno, spesso illegalmente 'cancellate' dalle derivazioni, così come accade alle Marmore, solo per favorire il lucro dei concessionari privati. Si pensi che il Polo idroelettrico di Terni, uno dei principali d'Italia, capace di utili non inferiori a circa 80milioni di euro ogni anno, nel 2018 riuscirà a fruttare a ERG, la multinazionale di turno, fino a 150/160 milioni grazie all'abbondanza d'acqua, all'ottimizzazione nella gestione delle notevoli risorse disponibili e, ovviamente, grazie agli incentivi GSE. C'è da chiedersi come sia stato possibile cedere ai privati un asset così strategico, demenziale operazione della Seconda Repubblica. Intanto, mentre il Governo lavora per superare tali squilibri, la Regione continua nel suo solito gioco, quello che fa figli e figliastri, trattenendo gran parte dei canoni per scopi ben diversi e penalizzando così Terni, Narni, la Valnerina, Baschi, salvo concedere ad altri le bricioline, sottoponendo ogni erogazione a un'intesa politico-amministrativa con i Comuni. Un fatto che ricorda certe dinamiche di quando il Terzo Mondo era colonizzato”.
“D'altra parte – proseguono - la Regione Umbria in questi 50 anni sull'acqua non ha mai servito l'interesse generale, ma ha solo favorito le grandi rendite delle multinazionali, invariabilmente si trattasse di acque minerali o di idroelettrico, restituendo pressoché nulla alle comunità interessate. Una Regione che, pur producendo disastri economici sull'argomento, insiste nel mettersi in cattedra. Per questo annunciamo sin d'ora la ripresentazione di una nostra proposta di legge che mira non solo a scardinare siffatta sorta di medievale placet di Palazzo Donini sulle scelte locali, ma anche e soprattutto ad assegnare ai Comuni risorse ben maggiori, rispetto alle modestissime attualmente centellinate dalla Regione”. RED/pg