Aula: “Revisione dei requisiti previsti dalla legge regionale 23/2003 per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica”

Dopo un partecipato dibattito sulla mozione promossa da De Luca (M5S), accolta la proposta di Squarta (FdI) di rinviare l’atto in Commissione

Data:

28 Nov 2023 17:52

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(Acs) Perugia, 28 novembre 2023 – L’Aula di Palazzo Cesaroni, dopo un partecipato dibattito, su proposta di Marco Squarta (FdI), accettata dal promotore della mozione, Thomas De Luca (M5S) ha deciso di rinviare l'atto nella Commissione consiliare competente, con la condivisione unanime dell’Aula, la proposta di ‘Revisione dei requisiti previsti dalla legge regionale 23/2003 per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica’. In sostanza, il capogruppo pentastellato chiedeva alla Giunta regionale di approvare un disegno di legge da inviare con procedura d’urgenza all’Assemblea legislativa per una modifica della legge volta ad abrogare la parte che impone a tutti i componenti del nucleo familiare di possedere i requisiti per poter partecipare ai bandi per le assegnazioni di alloggi di ERS pubblica o altro tipo di contributi. Ma anche ad abrogare altresì, integralmente, per quanto riguarda i requisiti soggettivi per l’accesso ai contributi e all’assegnazione degli alloggi di ERS pubblica, quanto ora previsto e cioè l’esclusione da tali requisiti il non avere riportato condanne penali passate in giudicato a condizione che la pena sia stata scontata o altrimenti estinta’.

Nell’illustrazione dell’atto, De Luca, oltre ad aver portato testimonianze dirette di cittadini esclusi dall’assegnazione degli alloggi, ha ricordato che “tra le finalità della legge regionale 23/2003 la Regione promuove politiche abitative tese ad assicurare il diritto all'abitazione ed il soddisfacimento del fabbisogno abitativo primario delle famiglie e persone meno abbienti e di particolari categorie sociali. La Costituzione italiana sancisce che ‘le pene devono tendere alla rieducazione del condannato’. La riabilitazione comporta costi importanti che difficilmente possono essere affrontati da persone in stato di indigenza anche per reati commessi a distanza di decenni. Una persona che ha sbagliato nella sua vita ed ha pagato il proprio conto con la giustizia ha diritto ad un pieno reinserimento sociale e a maggior ragione se si tratta di persone in stato di indigenza sarebbe indispensabile ai fini del reinserimento stesso che non siano precluse le previste misure di sostegno rivolte alle fasce più deboli e alle famiglie che versano in condizioni di maggior bisogno e di grave disagio sociale. Vietare gli alloggi a chi ha scontato la pena, anche per reati di minore entità e commessi in tempi lontani, potrebbe rappresentare un elemento lesivo dei diritti costituzionali. Inoltre, visto che le responsabilità penali sono personali non dovrebbero ricadere sui famigliari soprattutto su minori presenti nel nucleo. L’introduzione dell’obbligo di avere una fedina penale pulita anche per tutti i componenti di un nucleo familiare comprime di fatto un diritto sancito dalla legge regionale punendo tutti quei cittadini che non hanno mai commesso reati ma hanno l’unica colpa di avere relazioni parentali con soggetti precedentemente condannati. Tutto questo appare irragionevole soprattutto se a pagare sono minori”.

Interventi:

Stefano Pastorelli (capogruppo Lega): “Stigmatizziamo la strumentalizzazione politica della nuova legge regionale sulle case popolari da parte del Movimento 5 Stelle. Nessuna previsione legata alle sentenze passate in giudicato è stata osservata dal Governo. La riforma delle case popolari è stata portata avanti nell'ottica dell'equità sociale unitamente al rispetto del principio della legalità. Da un lato vi è il riconoscimento di maggiori tutele e diritti a favore delle persone con disabilità come ad esempio le famiglie con figli minori con grave disabilità che nelle previsioni della legge precedente non avevano tutele. Sono state previste riserve per donne vittime di violenza, nonché punteggi aggiuntivi per giovani coppie con minori. Ricordiamo anche che grazie al nuovo dispositivo normativo i comuni hanno a disposizioni maggiori punteggi per soddisfare le proprie necessità sul territorio. Vi è poi un nuovo sistema che regolamenta i requisiti di accesso alle graduatorie e disciplina i casi di decadenza: troppo spesso infatti le case popolari si trasformano in luoghi insicuri, privi di decoro, dove chi viola la legge trova un terreno fertile per le proprie attività, rendendo la vita impossibile a tutti quei cittadini onesti che si sentono disarmati. Non vi sono iniquità in una norma che non travolge le situazioni abitative già esistenti, ma intende assicurare un principio di legalità ed equità sociale. La norma include fra i titolari dei requisiti naturalmente quei soggetti che abbiano ottenuto la riabilitazione. La nostra è una riforma che individua la casa come un diritto, ma anche come fonte di doveri: alle case popolari si accede rispettando delle regole, ma soprattutto ci si rimane rispettando delle regole. Tutto ciò per garantire la salvaguardia della qualità della vita degli inquilini, l’integrità del patrimonio edilizio popolare e scongiurare l’insorgenza di pericolose concentrazioni di illegalità”.

Thomas De Luca (M5S): “Ognuno nella vita può sbagliare ed esistono comunque differenze tra reati. Avreste dovuto intervenire in proposito già nella stesura della legge elencando in maniera specifica i vari reati. Nel nostro Paese una persona condannata paga per quello che ha fatto ed estingue il reato, questo prevede la Costituzione. I criteri prevedono una condizione di disuguaglianza. Ci sono persone che non hanno la possibilità economica per la loro riabilitazione. Mandare un bambini a dormire per strada è inaccettabile. È necessaria una revisione della legge per non fare che se uno sbaglia devono pagare anche altri l’errore che ha commesso. Permettiamo a tutte persone di poter vivere dignitosamente”.

Andrea Fora (Patto civico): “Concordo con l’analisi di De Luca. Non si può approcciare al tema sulla costruzione di una scala gerarchica delle fragilità legate a colpe. Il regolamento interviene tecnicamente ad escludere fasce di utenza che non hanno nulla a che fare con i reati, perché esclude anche i familiari di chi ha commesso un reato ed ha scontato comunque la pena, ma non ha accesso alla riabilitazione. Ad oggi vengono escluse anche coloro che hanno scontato la pena e sanato il percorso, ma che per motivi economici non riescono ad accedere ai servizi riabilitativi. Si tratta di un problema riscontrato anche da molte amministrazioni locali. Invito pertanto a mettere mano a livello tecnico sull’applicazione del regolamento”.

Fabio Paparelli (Pd): “Mi aggiungo all’appello di De Luca e Fora. Questa tematica è stata sollevata anche da alcuni Comuni. Su questa legge, che noi non abbiamo votato, ci siamo già tornati in estate perché impugnata ed è stata corretta rispetto ai requisiti previsti che dovevano essere propri dell’intero nucleo familiare. Ed anche nel caso specifico di oggi e della mozione in discussione, davanti ad un giudice, i cittadini che se lo potranno permettere, avranno la ragione dalla loro parte per motivi giuridici e sociali. Non si può pensare di far decadere dall’assegnazione l’intero nucleo familiare perché uno dei componenti ha subito una condanna definitiva. Li cacciate fuori tutti pensando di aver risolto una questione sociale? In questo modo viene soltanto aumentata l’insicurezza sociale. Faccio appello a tutti i consiglieri perché la questione possa essere esaminata e rivista. Assumiamoci la responsabilità di farlo in qualità di consiglieri regionali.

Marco Squarta (FdI): dopo aver precisato di intervenire nel ruolo di consigliere regionale e dopo aver specificato che “chi commette certe tipologie di reati non può essere considerato allo stesso piano di un cittadino onesto che aspetta una casa popolare”, ha sottolineato che “questo per noi è un impegno politico, ma quanto sottolineato da De Luca riguarda casi specifici che meritano un adeguato approfondimento in Commissione. Insieme all’Ufficio legislativo andrebbero quindi approfondite le problematiche tecniche ed analizzati i casi specifici”. AS/

Ultimo aggiornamento: 29/11/2023