AST TERNI: “TENERE UN FARO ACCESO SULLA QUESTIONE THYSSEN, AVVIARE NUMEROSE AUDIZIONI E ANALISI APPROFONDITE” - LIBERATI E CARBONARI (M5S) SUL SOPRALLUOGO ODIERNO DELLA SECONDA COMMISSIONE

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08 Gen 2019 17:45

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(Acs) Perugia, 8 gennaio 2019 - “Considerando che ci sono voluti 50 anni per una visita ispettiva e conoscitiva della Regione nelle aree più a rischio, tra discariche e stabilimenti, per gli eletti non saranno sicuramente brevi i tempi per maturare certe consapevolezze”. Lo affermano, facendo riferimento al sopralluogo compiuto questa mattina negli stabilimenti Ast di Terni (https://tinyurl.com/sopralluogo-ast), i consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S), spiegando che si è trattato di “un passaggio necessariamente interlocutorio”.

“Non faremo qui l'ennesimo elenco delle tante questioni, aperte e scottanti, sul fronte ambientale. Certo – spiegano Liberati e Carbonari - non ci è piaciuto l'atteggiamento di alcuni colleghi: tra chi era freddoloso, chi teneva tappi nelle orecchie, chi si allontanava, chi telefonava, si può immaginare quale fosse il grado generale di attenzione e di rigore, nella mite ilarità di chi ci osservava tra i dirigenti Thyssen. Soprattutto troppi i consiglieri regionali assenti: ben oltre la metà dei rappresentanti era altrove. Dove vogliamo andare in queste condizioni? Lungi dal voler salire in cattedra, segnaliamo però la necessità di assumere un contegno massimamente scrupoloso, perché in gioco c'è il destino di intere comunità”.

I consiglieri M5S informano poi che “la coda pomeridiana in Provincia ha assunto colori diversi, trasformandosi quasi in una seduta di autocoscienza, con sfumature di mea culpa generalizzato. Al di là dei funzionari presenti, qui i consiglieri regionali rimasti erano soltanto tre, oltre al membro della Giunta. Assessore regionale che ha poi esposto l'intesa recentemente siglata col ministero dell'Ambiente, certo interessante, eppure affatto esaustiva: ma quali priorità, su Terni, erano state portate dalla Regione Umbria a Roma? Manca infatti tutta la penosa vicenda dell'inquinamento industriale, nonché un preciso cronoprogramma degli interventi per tutto quanto stabilito nel Protocollo. La sensazione è che lo stato non esaltante dell'aria di Terni sarà pagato dai residenti di Terni e Narni, non solo con prolungati blocchi del traffico e interdizioni all'uso dei caminetti, ma perfino mettendo al bando le auto Euro 5 entro tre anni. Mentre all'industria pesante – aggiungono - la Regione pare voler ancora accordare un esonero, una zona franca che rafforza quello Stato nello Stato che ben conosciamo, con conseguenze devastanti per aria, acque e suoli, nella Conca e non solo. Del resto, la Valutazione di impatto ambientale accordata a Thyssen addirittura nel 2005, assai discussa da circa un decennio; un'Autorizzazione integrata ambientale da rinnovare, ma ancora in fieri dopo cinque anni di conferenze di servizi, la dicono lunga sull'approccio poco zelante della Regione”.

Per Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, infine, “l'Assemblea legislativa dell’Umbria, attraverso la sua Commissione Ambiente, deve proseguire nel tenere un faro acceso sulla questione Thyssen, avviando numerose audizioni e analisi approfondite, in aperto e franco confronto con la multinazionale, le cui ampie responsabilità sociali devono imporre un totale cambio di passo. Per le prossime settimane e mesi ci aspettiamo senz'altro questo dal presidente della Seconda Commissione e dai colleghi commissari”. RED/mp

 

Ultimo aggiornamento: 08/01/2019