AMBIENTE: “IL NUOVO PIANO REGIONALE RIFIUTI NON SI PUO’ APPLICARE A PEZZI” – INTERROGAZIONE DI DOTTORINI (IDV) ALL’ASSESSORE ROMETTI

“Il nuovo Piano regionale dei rifiuti non può essere applicato a pezzi. E’ necessario intensificare controlli e monitoraggi per garantire la salute dei cittadini”. Sono queste le motivazioni per le quali il capogruppo dell’Idv, Oliviero Dottorini ha presentato una interrogazione all’assessore regionale competente, Silvano Rometti.
Per il capogruppo dell’Italia dei valori, l’Esecutivo regionale dovrebbe “valutare la possibilità di ospitare impianti avanzati di trattamento dei rifiuti sul modello ‘Vedelago’, un centro che dal 1999 gestisce un impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti con livelli di differenziazione elevatissimi, alte performance di rendimento e massima compatibilità ambientale, magari a partire dagli Ati 1 e 4”.

Data:

03 Giu 2010 01:00

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(Acs) Perugia, 3 giugno 2010 – “Il nuovo Piano regionale dei rifiuti non potrà essere applicato a pezzi. È necessario rendere capillare il sistema di raccolta domiciliare, applicare in tutti i comuni il principio di modularità delle tariffe facendo pagare le famiglie in base ai rifiuti realmente prodotti e sperimentare sin da ora sistemi innovativi di trattamento e pretrattamento dei rifiuti, così come indicato dal Piano stesso”. Lo scrive il capogruppo consiliare dell’Italia dei valori, Oliviero Dottorini per il quale “gli Ati1 e Ati4 sono nelle condizioni di poter adottare le soluzioni più avanzate e vantaggiose, per far fare un salto di qualità al nostro modello integrato di gestione dei rifiuti. Dottorini indica come riferimento il sistema ‘Vedelago’, “un centro – spiega - che dal 1999 gestisce un impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti con livelli di differenziazione elevatissimi, alte performance di rendimento e massima compatibilità ambientale”.

Per Dottorini è necessario, comunque, “intensificare i controlli sulle stazioni di trasferenza per scongiurare il pericolo dell’arrivo dei rifiuti da fuori regione in palese contrasto con il principio di ‘prossimità’, cardine del nuovo Piano. Sarebbe avventato – spiega - pensare all’ampliamento delle discariche senza prima avere definito e verificato l’applicazione delle misure di contenimento, differenziazione spinta e corretta gestione previste dal Piano regionale”. Annunciando di aver presentato un’interrogazione urgente alla Giunta in merito al nuovo Piano dei rifiuti e alla situazione delle discariche in Umbria, il capogruppo dell’Idv evidenzia che “è passato un anno esatto dall’approvazione del Piano e non sappiamo ancora se gli indirizzi e la gerarchia di interventi contenuti nella legge abbiano trovato una corretta applicazione. Il Piano – commenta - prevede che siano gli Ati, su indirizzo della Regione, a sviluppare le politiche locali di gestione dei rifiuti, ed è per questo che chiediamo se la Giunta non ritenga arrivato il momento di valutare la possibilità di ospitare impianti avanzati di trattamento dei rifiuti sul modello ‘Vedelago’. Quel modello – aggiunge Dottorini - deve essere preso seriamente in considerazione dalla Regione in sede di attuazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti, anche per rivedere le previsioni di possibili ampliamenti di siti che negli anni hanno subito le conseguenze di politiche poco attente alla raccolta differenziata e molto sensibili all’importazione di rifiuti da fuori regione”. Per il capogruppo dell’Idv non bisogna poi “perdere di vista il problema della sicurezza e del rispetto dei vincoli ambientali e si fa sempre più urgente instaurare da subito meccanismi di controllo, informazione e partecipazione per quanto riguarda il sistema di monitoraggio delle discariche esistenti e oramai giunte al limite della loro funzionalità”. In conclusione, per Dottorini, le discariche di Belladanza a Città di Castello e le Crete ad Orvieto “devono dotarsi di strumenti di monitoraggio moderni, che rendano possibile un reale controllo da parte dei cittadini attraverso la rete, in modo da eliminare quelle barriere burocratiche che hanno determinato fino ad ora un distacco sociale tra cittadini e pubblica amministrazione”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 03/06/2010