ACQUE MINERALI: “UN'EQUA PROPORZIONALITÀ DEL RIPARTO DEI PROVENTI DEI CANONI FRA I COMUNI DOVE AVVIENE IL PRELIEVO” - NOTA DI MONACELLI (UDC)

Il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelli intervenendo a margine della seduta consiliare di oggi, si sofferma sulla relazione relativa all’attuazione della legge '22/2008' sulla ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali. “Alla luce dei dati emersi – osserva - non sembra certo un reato di lesa maestà avanzare l'idea di un'equa proporzionalità del riparto dei proventi dei canoni fra i comuni dove avviene il prelievo”. Per Monacelli è opportuno “un riequilibrio che porti ad un ritorno economico per i territori oggetto di prelievo, finalizzato ad interventi di miglioramento ambientale e comunque a salvaguardia della stessa risorsa idrica”.

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22 Mar 2011 00:00

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(Acs) Perugia, 22 marzo 2011 - “Un'equa proporzionalità del riparto dei proventi dei canoni fra i comuni dove avviene il prelievo”. Lo propone, in una nota, il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelli riferendosi ai dati presentati stamani in Consiglio regionale, contenuti nella relazione sull’attuazione della legge '22/2008' sulla ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali, “sui quali – spiega - si rendono necessarie alcune riflessioni”.

L'esponente centrista ricorda che il suo gruppo politico aveva già “presentato una proposta di integrazione al Dap, ispirata alla legislazione delle regioni limitrofe ed in particolare della Toscana”. “A fronte di una produzione di ben 1.250.371.926 litri imbottigliati - osserva Monacelli - si registrano proventi nelle casse regionali per oltre un milione e mezzo di euro. Nell'elenco figurano marchi di rilievo nazionale, con un cospicuo trend di imbottigliamento che implica un notevole prelievo in termini di volume idrico, spesso in territori particolarmente sfruttati. La Rocchetta, che incide per circa un terzo sulla produzione totale, contribuisce con un canone di quasi 430mila euro, la Nocera Umbra con 171mila euro, la Siami con 402mila euro, la Motette con 77mila euro”.

Sandra Monacelli ritiene quindi “opportuno un riequilibrio, seppur tardivo, volto a contemplare un ritorno economico per i territori oggetto di prelievo, finalizzato ad interventi di miglioramento ambientale e comunque a salvaguardia della stessa risorsa idrica. La politica – continua - deve riconoscere il diritto, per i comuni nei quali avvengono le captazioni, di poter usufruire dei vantaggi economici che derivano dallo sfruttamento delle proprie risorse”. “I disagi derivanti dall'essere terre di confine - fa notare il capogruppo Udc - periferiche ai servizi e spesso con forti limitazioni orografiche e infrastrutturali, sono principalmente subiti dalle popolazioni residenti, le quali non possono veder sommarsi a ciò che viene tolto persino la beffa di un mancato riconoscimento dei benefici”. Alla vigilia dell'approvazione del bilancio regionale dell'Umbria il consigliere Monacelli invita tutti ad “aprire una riflessione sulla legge, per assegnare ai comuni interessati i proventi delle captazioni idriche”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 22/03/2011