ACCOGLIENZA IMMIGRATI: “MENTRE FAMIGLIE ITALIANE NON RIESCONO A PAGARE I SERVIZI SCOLASTICI IL GOVERNO RENZI SPEDISCE IN UMBRIA ALTRI 400 PROFUGHI” - SQUARTA (FDI) “DIFFICILE CAPIRE COMPORTAMENTO CHIESA”

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10 Set 2015 01:00

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(Acs) Perugia, 10 settembre 2015 - “Mentre sempre più famiglie umbre devono fare i conti con la crisi, mentre per molte di esse diventa un problema insormontabile pagare i servizi scolastici per i propri figli, come scuolabus, mense, asili nido, il Governo Renzi spedisce in Umbria altri 400 profughi, come quota del 2 per cento sui 20mila stabiliti a livello nazionale”. Così il capogruppo regionale dei Fratelli d'Italia Marco Squarta per il quale “la situazione, ormai, come evidenziano le stesse Forze dell'ordine, è diventata insostenibile”.

Per Squarta “mancano strutture ed organizzazione per continuare ad accogliere profughi, per molti dei quali non si riesce a capire con certezza neanche se hanno le caratteristiche necessarie per godere del diritto di asilo politico. Quanto accaduto ieri, ad esempio, con alcuni profughi eritrei trovati a girovagare pericolosamente sulla E45 dopo essersi allontanati dall'ostello di Ponte Felcino, dimostra un approccio estremamente approssimativo verso questo fenomeno”.

Squarta si dice anche “sorpreso e stupito dall'atteggiamento della Chiesa umbra che metterebbe a disposizione 15 nuove strutture per l'accoglienza dei profughi. Riconoscendo ad essa il grandissimo lavoro che sta portando avanti a livello sociale, attraverso le parrocchie, i parroci, la Caritas con mezzi a disposizione comunque insufficienti, a favore delle nostre famiglie, molte delle quali non arrivando a metà mese, ci chiediamo come può e con quali mezzi accogliere nuovi profughi addirittura senza status certo. Il rischio – conclude Squarta -, come sostengono anche molte categorie delle Forze dell'ordine, è che questi immigrati, in realtà, poi, senza una precisa regolamentazione e senza neanche una sufficiente capacità di accoglimento, possano diventare manovalanza della criminalità, più o meno organizzata”. RED/as
 

Ultimo aggiornamento: 10/09/2015