ACCIAIERIE DI TERNI: “UNA CRISI SENZA PRECEDENTI, IL GOVERNO DIA GARANZIE” - GORACCI (CU) ESPRIME PREOCCUPAZIONE PER “LE SORTI DI UN COMPARTO STRATEGICO E IRRINUNCIABILE PER L'UMBRIA E PER L'ITALIA”

Per il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) la vicenda della Ast di Terni rischia di assumere “i connotati di un colpo grave, pesantissimo, inferto all'Umbria e al Paese in un settore strategico irrinunciabile”. Goracci, nel chiedere alla presidente Marini di prendere posizione verso “una vicenda gravissima”, assicura il proprio sostegno “a tutte le iniziative di lotta che i lavoratori vorranno porre in essere”.

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05 Ago 2014 01:00

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(Acs) Perugia, 5 agosto 2014 - “La vicenda della Ast di Terni rischia di assumere, alla luce degli ultimi eventi, i connotati di un colpo grave, pesantissimo, inferto all'Umbria e al Paese in un settore strategico irrinunciabile, che rappresenta il 15 - 20 per cento del Pil della nostra Regione e il 40 per cento del suo export”. Lo rileva il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) sottolineando che “il settore dell'acciaio umbro rappresenta un capitolo glorioso della storia dell'industria nel nostro territorio e non solo. Una fulgida storia intrisa di spirito pionieristico, talento delle maestranze, capacità di innovazione e dinamismo. Tutte caratteristiche che, nel corso di decenni, hanno consentito al tessuto produttivo umbro e nazionale di raggiungere picchi di valore aggiunto assai significativi, rilevanti e crescenti quote di mercato nel campo della siderurgia, sotto l'egida di uno Stato imprenditore che, tanto deprecato negli anni '90, oggi, alla luce di ciò che accade, mostra la sua netta superiorità su tutte le sirene del neoliberismo, delle privatizzazioni e delle facili svendite di comparti chiave fondamentali per la sovranità economica di un Paese”.

Goracci evidenzia che “l'era delle privatizzazioni, unita alle pressioni di un'Europa dei banchieri e non dei popoli, con scelte improntate alla lobotomizzazione di alcuni settori industriali, ha determinato le difficoltà che oggi attanagliano la Ast, assieme alle altre aziende italiane del comparto dell'acciaio. Il primato del profitto immediato e di logiche speculative di corto respiro, figlie della globalizzazione, su ogni altra considerazione di politica industriale e di rilancio di quei segmenti dell'apparato produttivo che, incentivati, potrebbero garantire la base per un processo di reindustrializzazione, si rispecchia nelle scelte sconsiderate che la proprietà dell'Ast ha avanzato e continua ad avanzare. Se è vero che il ministro Guidi ha espresso contrarietà all'ipotesi di licenziamento di 400 lavoratori – continua - è anche vero che sul tavolo rimane, in tutta la sua drammatica portata, il piano della Thyssen, il quale è anche peggiore rispetto alle ipotesi precedenti: 550 licenziamenti e chiusura di un forno. In pratica, lo smantellamento della Ast".

Per il consigliere regionale “contro tale piano, è dovere irrinunciabile di tutti i rappresentanti politici, in Regione, nel Parlamento nazionale, nel Parlamento europeo, far sentire la loro voce e lottare fino al ritiro completo dei progetti della proprietà, progetti che se attuati significherebbero un colpo mortale all'economia dell'Umbria e un vulnus alla competitività, reale e potenziale, della Nazione. La presidente Marini prenda una posizione forte, perché siamo dinanzi ad un'emergenza dai risvolti gravi, gravissimi. E' in ballo il futuro della nostra Regione, di migliaia di lavoratori, in una situazione generale che, come nei casi della Antonio Merloni e della ex Pozzi, appare scura e foriera di pericolosi sviluppi. Da parte mia, non solo una solidarietà a parole, ma l'appoggio attivo, fin da adesso, a tutte le iniziative di lotta che i lavoratori vorranno porre in essere”. RED/mp

Ultimo aggiornamento: 05/08/2014