(Acs) Perugia, 23 luglio 2014 - “La bocciatura dell'articolo 23 con le misure a sostegno dell'agricoltura sociale è un fatto molto grave che la dice lunga sulla sensibilità della maggioranza degli amministratori regionali e sull'influenza delle lobbies che vedono come fumo negli occhi gli interventi a favore di chi opera nel sociale ed è estraneo a logiche meramente spartitorie. Quanto avvenuto stamani stride ancora di più se si pensa al fatto che solo ieri la Giunta regionale ha varato un provvedimento che, per fronteggiare gli effetti della crisi, offre ai cavatori e alle aziende che imbottigliano acque minerali la possibilità di non pagare i già irrisori canoni fino al 2016 e 'spalmare' poi il dovuto in sei anni”. Così il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) commenta l'esito della seduta della Seconda Commissione in cui è stata licenziata la proposta di legge della Giunta regionale “Nuove norme in materia di agriturismo, fattorie didattiche e agricoltura sociale”.
Dottorini, che nella nota fa riferimento anche al suo ruolo di presidente dell'associazione “Umbria migliore”, fa sapere che sta già predisponendo l'emendamento che reintroduce quanto previsto dall'articolo bocciato: “Dalla possibilità di concedere alle fattorie sociali beni del patrimonio regionale, alla promozione dei prodotti provenienti dalle fattorie sociali; dall'utilizzo di prodotti nelle mense pubbliche ad un'adeguata informazione rispetto all'agricoltura sociale”. Il consigliere Dottorini dice, inoltre, che riproporrà anche l'emendamento da lui proposto che prevede, come già avviene in Veneto, “la riserva di una quota di spazi nei mercati alle aziende di agricoltura sociale. Tutte cose – sottolinea - che in una regione che sbandiera le politiche sociali e la green economy come trofei, dovrebbero essere la base minima su cui ragionare e non certo il risultato al ribasso di un tira e molla condotto per altro da chi evidentemente ha ben altri interessi da tutelare”.
Secondo Dottorini la bocciatura dell'articolo 23 è il mix tra “l'assurda ostilità delle opposizioni e l'incapacità della maggioranza di garantire un numero sufficiente per contrastare la manifesta strumentalità delle argomentazioni del centrodestra. Con l'accoglimento dei nostri emendamenti, grazie ai quali anche le realtà sociali che siano costituite come imprese agricole possano utilizzare l'agricoltura come strumento di riabilitazione ed inclusione sociale, è stato almeno corretto un obbrobrio inaccettabile. Sarebbe stato, infatti, paradossale – aggiunge Dottorini - che una legge su questa materia avesse escluso a priori tutti i protagonisti del Terzo settore e chi si occupa di sociale”.
“L'inclusione sociale e la lotta alla povertà – ricorda Dottorini - sono fra gli obiettivi prioritari comuni a tutti i fondi strutturali europei ed anche in questo senso l'agricoltura sociale rappresenta uno strumento privilegiato per attuare le politiche comunitarie. E questa legge doveva essere uno strumento per sostenere concretamente la multifunzionalità delle aziende agricole e allo stesso tempo offrire nuove opportunità alle politiche sul welfare. In questo contesto – conclude - l'Umbria sbatte la porta in faccia alle tante cooperative e imprese sociali che attraverso le pratiche agricole attuano quotidianamente programmi di riabilitazione ed inclusione”. RED/tb