(Acs) Perugia, 1 dicembre 2015 - “Ci mancherebbe altro che, con 110 milioni annui di rendita idroelettrica, 'i livelli occupazionali' non siano mantenuti. Le puerili rassicurazioni odierne della Erg (http://goo.gl/s0g8dS), dopo l'acquisizione del polo idroelettrico ex Enel-Elettrogen-Endesa-E.On, vanno dunque respinte al mittente”. Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati che aggiunge: “La Regione Umbria, titolare del demanio idrico, si muova e faccia subito pagare alla multinazionale quel che deve, calcolando i canoni sulla potenza efficiente e non più su quella nominale, come accade in Abruzzo. Applichi loro un extracanone, poiché le gare per la concessione, che l'Europa impone da tempo, in Italia continuano a non svolgersi, in danno delle casse pubbliche. Fanno i padroni in casa nostra”.
Liberati spiega che mentre tutto ciò accade “ai concessionari di turno, vengono generati e garantiti ogni anno enormi utili, grazie al bacino idrografico Nera-Velino-Salto-Turano che è il più ricco a sud del fiume Po. Si tratta di una ciclopica rendita dinanzi alla quale le dichiarazioni rilasciate oggi dall'azienda sulla tutela dei lavoratori hanno un sapore ludico”. Il capogruppo pentastellato si rivolge ai “signori delle corporation: ma chi credete di prendere in giro? Pensate di poter proseguire nel restituire alla generalità le briciole di quanto è già nostro? Ci pensiamo noi ai lavoratori – assicura Liberati - il M5S esige che si svolgano rapidamente le gare, sottraendo le concessioni a simili speculazioni, imponendo nei bandi clausole cogenti sui livelli occupazionali, e che permettano la partecipazione delle aziende elettriche territoriali: riprendiamoci quanto prima le nostre centrali, come altri hanno già fatto in Nord Italia, espungendo queste multinazionali, con sommo vantaggio per le comunità locali”.
“La Erg, come altri – aggiunge l'esponente del M5S -, ha scelto l'Umbria, una regione dotata di un polo idroelettrico che è un'autentica gallina dalle uova d'oro. Però è finita da un pezzo la stagione delle furbate finanziarie sui nostri beni comuni: adesso ripristineremo una severa fiscalità, il rispetto della legge e soprattutto il buon senso. La Regione Umbria, che è il soggetto concedente, non può certo proseguire con la politica stracciona di sempre soltanto per far arricchire il concessionario di turno: riprendiamoci l'acqua. E' il nostro petrolio”. Red/TB