(Acs) Perugia, 5 giugno 2010 - “Un grande sforzo collettivo, un unitario scatto d’orgoglio per difendere e rilanciare l’Università dell’Umbria”. È questo l’appello che lancia il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, in vista dell’incontro sul futuro dell’Ateneo che avrà luogo martedì 8 giugno a Roma, tra Regione Umbria, Comune e Provincia di Terni e Ministero dell’Università,.
Sono tre i punti intorno ai quali si articola la riflessione di Brega. In primo luogo l’unitarietà del sistema regionale Università “che deve superare ogni tentativo di ridurre il problema dei tagli a una questione di campanilismo”. Altra questione centrale riguarda “la difesa delle eccellenze e degli investimenti fatti in questi anni” e, infine, il rilancio dell’Ateneo come motore di sviluppo dell’intero territorio regionale. E su quest’ultimo concetto, il presidente Brega tiene a ribadire che l’Università è un importante motore per il rilancio dell’Umbria: “Una risorsa in termini economici e sociali – spiega - che occorre difendere con un progetto e un impegno unitari, all’interno del quale trovino spazio sia le facoltà tradizionali che le eccellenze locali, per offrire un contributo all’armonizzazione dello sviluppo del territorio regionale nel suo complesso”.
“L’Università degli studi di Perugia – sottolinea il presidente del Consiglio regionale - è l’Università dell’intera regione, non di questo o di quel territorio, ma di tutta l’Umbria nel suo complesso. Il problema, pertanto, va affrontato nella sua globalità. Aprire quindi sterili partite in nome di un qualche campanilismo per difendere un’articolazione dell’Ateneo piuttosto che un’altra, è deleterio per tutti e, in primo luogo, per l’istituzione universitaria in se stessa. Al contrario, va avviato un confronto costruttivo intorno a un progetto unitario, fatto di interrelazioni tra le diverse facoltà che, tenendo conto delle diverse vocazioni e specificità, valorizzi e qualifichi un’Università tra le più antiche e prestigiose d’Italia”.
Passando a parlare dei tagli, Brega afferma che “il governo centrale non può non tener conto che per formare la nostra classe dirigente occorre investire nella ricerca, nella cultura e quindi nell’Università. Pertanto il taglio che si appresta a compiere – aggiunge – risulta ingiustificato anche alla luce della tradizione storica del nostro Ateneo. Tuttavia in un’ottica di razionalizzazione, credo che sia fondamentale definire la futura offerta universitaria valorizzando le eccellenze e gli investimenti che sono stati fatti in questi anni, per mantenere alti gli standard qualitativi”.
Riferendosi poi alla questione relativa al Polo universitario ternano, il presidente del Consiglio regionale ritiene che si debbano tenere in considerazione “i sacrifici e i grandi impegni anche finanziari” della città di Terni per l’Università: “Oltre trenta milioni di euro in 10 anni – sottolinea Brega -, e non bisogna dimenticare il peso e il ruolo acquisiti dal Polo ternano, gli oltre 4mila studenti che vi gravitano e i punti di eccellenza che vi si sono sviluppati. Tutto ciò costituisce una realtà e una somma di esperienze da non disperdere, perché sono un fiore all’occhiello per l’Ateneo e per l’Umbria nel suo insieme”.
Il presidente Brega invita infine le città di Perugia e Terni a battersi insieme perché l’Università “sia volano di sviluppo per l’intera regione, promuovendo il merito e il lavoro seriamente svolto, prosciugando ogni sacca di inefficienza, perseguendo politiche di rigore e di trasparenza idonee al particolare momento che stiamo vivendo, senza però venir meno al proprio ruolo guida per la società umbra”. RED/