(Acs) Perugia, 17 giugno 2010 – L'Umbria intesa nella sua dimensione di città-regione, ha tutte le potenzialità per candidarsi a capitale europea della cultura nell'anno 2019, a condizione che individui subito una strategia comune con progetti e programmi che, da qui al 2013, portino la regione a giocare questa carta, con possibilità concrete di un risultato positivo”.
Ad avanzare la candidatura di '“Umbria, città-regione, capitale europea della cultura 2019” e il relativo iter per ufficializzarla nel migliore dei modi è il consigliere regionale di Prc e vice presidente dell'Assemblea di Palazzo Cesaroni Orfeo Goracci che rivolge un appello a “tutti gli attori locali interessati a perseguire questo importante obiettivo affinché, “condividano e rendano forte e credibile la candidatura dell’intero territorio a capitale continentale della cultura”.
Per Goracci è necessario che “quanto prima, enti locali, università, fondazioni bancarie, associazioni, imprese, aziende, operatori sociali, culturali ed economici devono incontrarsi per coordinare un piano d’azione comune”
A suo giudizio, “la Regione Umbria può essere il soggetto capofila del progetto che, partendo dai valori globali del territorio regionale, provvede a predisporre, in accordo con tutte le componenti della rete umbra, la costituzione di una associazione, dotata di uno statuto che stabilisca modalità di partecipazione di quanti saranno coinvolti e offra le linee di indirizzo che dovranno ispirare i progetti e le strategie di investimento a sostegno della candidatura”.
Goracci insiste “sull'importanza storica, culturale, ambientale, economica di ognuna delle singole realtà, città e territori umbri, da mettere al più presto in rete”, ipotizza un gruppo di lavoro, “composto da poche ed altamente qualificate personalità, che individui un programma e progetti di alto livello, di grande interesse sociale, culturale, economico, coniugando ed integrando la specificità della dimensione locale con quella europea”.
A suo giudizio la candidatura di '“Umbria, città-regione, capitale europea della cultura 2019” potrà avere buon esito, “soltanto se iniziativa pubblica e iniziativa privata sapranno integrarsi all’unisono” ed in questo percorso la Regione deve assumere un ruolo centrale, “a prescindere dall’esito finale, in quanto - conclude il consigliere -” servirà in ogni caso a dare sostegno alla tenuta del tessuto sociale ed economico dell'Umbria, sulla quale si sta abbattendo, forte e sentito, l’effetto della crisi economica strutturale, indotto dal parassitismo della finanza e dalla globalizzazione delle merci e del lavoro”. GC/gc