TURISMO: LA PROPOSTA DI LEGGE SU 'RESIDENZE DI OSPITALITÀ DIFFUSA' PER RECUPERO DEI BORGHI UMBRI VERRÀ ESAMINATA ALL'INTERNO DI UN DDL DELLA GIUNTA – DECISO IN II COMMISSIONE CON L'ASSESSORE BRACCO

La proposta di legge di iniziativa consiliare a firma Chiacchieroni, Barberini e Smacchi (Pd), Monacelli (Udc) e Rosi (FI) che prevede le “Residenze di ospitalità diffusa” per il recupero e pieno utilizzo dei borghi e dei centri storici dei comuni di medie-piccole dimensioni, verrà esaminata all'interno di un disegno di legge della Giunta regionale (già preadottato), che adegua la normativa sull'albergo diffuso, oltre ad interessare altri aspetti non strettamente legati all'ambito ricettivo. È quanto ha deciso, nel corso della riunione odierna, a cui ha preso parte anche l'assessore al Turismo, Fabrizio Bracco, la Seconda Commissione consiliare, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni.

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19 Nov 2014 00:00

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(Acs) Perugia, 19 novembre 2014 -  La proposta di legge a firma Chiacchieroni, Barberini e Smacchi (Pd), Monacelli (Udc) e Rosi (FI) che prevede le “Residenze di ospitalità diffusa” per il recupero e pieno utilizzo dei borghi e dei centri storici dei comuni di medie-piccole dimensioni, verrà esaminata all'interno di un disegno di legge della Giunta regionale (già preadottato), che va ad adeguare la normativa relativa alla tipologia di albergo diffuso, oltre ad interessare altri aspetti non strettamente legati all'ambito ricettivo. È quanto ha deciso, nel corso della riunione odierna a cui ha preso parte anche l'assessore al Turismo, Fabrizio Bracco, la Seconda Commissione consiliare, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni.

La proposta legislativa consiliare mira al recupero e al pieno utilizzo dei borghi e dei centri storici dei comuni di medie-piccole dimensioni (non oltre 16mila 500 residenti ed altitudine sopra 500 metri slm) dopo la loro ricostruzione post-terremoto. Con il modello delle residenze di ospitalità diffusa, come scrivono i consiglieri promotori della legge, si punta ad uno “sviluppo turistico di qualità” ed a “nuove opportunità d'impresa e lavoro”, utilizzando al meglio il patrimonio edilizio esistente, facendo quindi leva sulle tradizioni e sul contatto diretto del turista con le unicità e le autenticità dei territori.

È stato l'assessore Bracco a proporre l'esame congiunto delle due proposte, specificando che quella dell'Esecutivo è attualmente all'attenzione del tavolo 'Risorsa Umbria' e che, dopo aver superato questa fase, verrà definitivamente adottata dalla Giunta, iniziando quindi il suo iter in Consiglio regionale. “Le due proposte – ha detto Bracco -  hanno molti punti di contatto, ma alcuni anche divergenti che hanno bisogno di alcuni approfondimenti tecnici”.

A margine della riunione, il presidente della Commissione, Chiacchieroni, che è anche il primo firmatario della proposta legislativa in questione, ha detto di prendere atto dell'impegno della Giunta di “costruire un chiaro percorso legislativo per quanto attiene all'albergo diffuso, per questo abbiamo deciso di verificare i passaggi utili ad integrare le due iniziative. Entro la metà del mese di dicembre saremo in grado di valutare se le due proposte potranno realmente raggiungere lo stesso obiettivo, cioè quello di far vivere appieno e concretamente i borghi umbri”. Raffaele Nevi (FI) ha definito “condivisibile la sostanza del ragionamento, cioè di fare in modo che la tipologia di albergo diffuso possa svilupparsi puntando al recupero dei centri storici minori e quindi di spazi di grande valore che rischiano di essere abbandonati. Attendiamo quindi di valutare il progetto della Giunta regionale. L'auspicio è quello di costruire una proposta che tuteli la libera concorrenza e la rivitalizzazione dei centri storici e dei borghi umbri”. 


DEFINIZIONE DI 'RESIDENZE DI OSPITALITÀ DIFFUSA' PREVISTA NELLA PROPOSTA DI LEGGE DI CHIACCHIERONI, BARBERINI E SMACCHI (PD), MONACELLI (UDC) E ROSI (FI): “Strutture ricettive a gestione unitaria situate nei comuni con popolazione non superiore a 16mila 500 residenti, situati al di sopra dei 500 metri di altitudine, che, al fine di garantire il miglior utilizzo del patrimonio edilizio esistente e il recupero degli immobili in disuso, sono dotati di unità abitative dislocate in edifici diversi ed integrate tra loro dalla centralizzazione in un unico stabile dell'ufficio di ricevimento, delle sale di uso comune e, eventualmente, degli altri servizi offerti. Tali unità abitative sono ubicate nel comune in cui ha sede lo stabile dell'ufficio di ricevimento, ad una distanza non superiore a 400 metri. Per i comuni che non rientrano nei parametri, le residenze di ospitalità diffusa possono essere ubicate nei borghi e nei centri storici nel cui perimetro risiede una popolazione non superiore a 300 unità. L'utilizzo delle unità abitative a scopo di ospitalità diffusa non comporta mutamento della loro destinazione d'uso da 'residenziale' ad 'attività di servizi'. Le residenze di ospitalità diffusa devono essere in possesso almeno dei requisiti previsti per la classificazione degli alberghi a tre stelle. I Comuni potranno decidere l'esclusione di aree dove non è applicabile tale normativa”. AS/

Ultimo aggiornamento: 19/11/2014