(Acs) Perugia, 3 febbraio 2011 – “Il progetto che ha visto le due città di Perugia ed Assisi ed i rispettivi Consigli comunali candidarsi unitariamente a Capitale europea della cultura nell'anno 2019, in nome di un patrimonio storico artistico d'indubbio rilievo e di antiche istituzioni culturali, politiche e spirituali, non trova alcun riscontro nella programmazione regionale. In ragione di ciò è mia intenzione proporre che nel Dap 2011, al capitolo numero 3, venga inserito un chiaro sostegno finanziario della Regione per far sì che l'ipotesi di Capitale europea della cultura fra Perugia ed Assisi, diventi realtà”. La proposta è del consigliere del Pdl, Massimo Monni, che sottolinea come la candidatura di Perugia ed Assisi, che supera vecchi e nuovi campanilismi, sia espressione dell'intero territorio regionale.
Monni ricorda che il progetto, da tempo annunciato, “intende sviluppare per le due città un sistema di infrastrutture strategiche che consenta di rendere più saldo il rapporto con i Paesi della Comunità europea, una propulsione delle politiche turistiche, la valorizzazione dei patrimoni socio-artistici, la valorizzazione delle istituzioni culturali presenti in entrambe le città che già rappresentano in maniera autorevole e prestigiosa l'Umbria a livello internazionale. A suo giudizio, “si tratta di “un nuovo approccio al sistema produttivo partendo dai valori tradizionali delle aziende manifatturiere associando ad essi investimenti che tengano conto della creatività e della innovazione tecnologica”.
Nonostante ciò, osserva Monni, “il Dap 2011, limitandosi ad enunciazioni di principio, trascura totalmente le ricadute positive, in termini di prestigio e autorevolezza istituzionale, che il progetto potrà produrre sul sistema economico e turistico regionale, escludendo di fatto qualsiasi intervento di sostegno alla candidatura”.
Dopo aver sottolineato come la candidatura congiunta di Perugia ed Assisi “è finalizzata, anche ad accrescere il valore attrattivo dell'Umbria agli occhi di tutto il sistema europeo, Monni evidenzia la “mancanza di una regia forte che sappia coordinare efficacemente le innumerevoli risorse dell'Umbria, con riferimento alla cultura ed alla promozione internazionale, quali leve dello sviluppo locale, da tempo al centro del dibattito”. GC/gc