TERZA COMMISSIONE: TRAPIANTI FUORI REGIONE E CENTRI PER I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE – INFORMATIVA DEL DIRETTORE REGIONALE DELLA SANITÀ EMILIO DUCA

In terza commissione consiliare si è parlato di trapianti fuori regione e centri umbri per i disturbi del comportamento alimentare. L'organismo presieduto da Attilio Solinas ha ascoltato l'informativa su questi temi del direttore regionale della Sanità, Emilio Duca. Allo studio una risoluzione per rendere più cogenti le soluzioni a queste problematiche. La prossima settimana, con l'audizione dell'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, saranno discusse la petizione popolare che chiede un servizio 118 che copra la zona di Trestina e l'interrogazione di Maria Grazia Carbonari (M5s) sull'ospedale di Città della Pieve.

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10 Set 2015 01:00

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(Acs) Perugia, 10 settembre 2015 - La terza commissione dell'Assemblea legislativa (Sanità e Servizi sociali), presieduta da Attilio Solinas, ha discusso con il direttore regionale della Sanità umbra, Emilio Duca, dell'ipotesi di convenzione con altre regioni per quanto riguarda i trapianti e della situazione relativa ai centri di assistenza per i disturbi da comportamento alimentare. L'obiettivo della commissione, espresso con voto unanime, è di pervenire a una proposta di risoluzione su questi temi. All'ordine del giorno anche la petizione popolare che chiede l'istituzione di un servizio 118 per l'emergenza-urgenza che serva la zona di Trestina e una interrogazione del consigliere Maria Grazia Carbonari (M5s) sull'ospedale di Città della Pieve, argomenti rinviati alla settimana prossima, in occasione dell'audizione dell'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini.

TRAPIANTI - Il presidente della commissione, Solinas, ha posto all'attenzione le problematiche connesse con le convenzioni fra regioni: “per i trapianti di fegato c'è quella con il Lazio – ha evidenziato – ma è un fatto che molti donatori vanno invece ad Ancona, quindi è ipotizzabile convenzionarsi anche con l'ospedale del capoluogo marchigiano e lasciare poi la scelta, come si deve, al paziente. Ritengo anche – ha detto Solinas - che chi sceglie di andare fuori regione debba essere registrato al centro trapianti regionale umbro”.

Il direttore Duca ha quindi illustrato la situazione: “Attualmente abbiamo protocolli d'intesa con Lazio, Toscana e Emilia Romagna – ha detto – mentre con la regione Marche non è stato formalizzato, anche se puntiamo a un accordo quadro per il periodo 2016-2018. L'Umbria è attrattiva per quanto riguarda i reni: dal 2010 l'attività di trapiantologia fa registrare 72 trapianti per cittadini umbri su un totale di 89 persone, considerando anche i non umbri. Solo 27 umbri hanno scelto di curarsi fuori regione. Discorso diverso per le altre patologie: 5 cittadini umbri hanno scelto per il trapianto di fegato l'ospedale Umberto I di Roma sui 38 che hanno optato per le strutture di fuori regione. Numeri molto più bassi per le altre tipologie: 9 pazienti sono andati fuori regione per trapianti di cuore e solo 4 per il polmone”.

Su richiesta del consigliere Mancini (Lega), la discussione si è estesa al trattamento dell'epatite virale. In proposito Solinas ha ricordato che “ci sono 7 centri prescrittori dei nuovi farmaci per l'epatite C, poi Gastroenterologia e Malattie infettive, tutti abilitati a prescrivere. La nostra regione è al passo con le altre – ha detto Solinas - con molta prevenzione e campagne di informazione. Lo dimostra la quasi inesistente mobilità passiva, fatta eccezione per i casi di trapianto”. Il problema è quello dei costi molto elevati: “Ogni trattamento costa 50mila euro – ha detto Duca – e in Umbria su 135 pazienti gravi sono 19 quelli che hanno completato il ciclo, per un costo di 9 milioni e 600mila euro, vale a dire 2 milioni oltre il tetto potenziale per pazienti in carico (all'Umbria spettano 7 milioni e mezzo dei 500 milioni di euro del Fondo nazionale)”.

L'altro tema affrontato in materia di sanità è quello dei CENTRI DI ASSISTENZA PER I DISTURBI NEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: “si tratta di una patologia in crescita – ha ricordato il presidente Solinas – che coinvolge soprattutto giovani donne e le cui conseguenze possono essere drammatiche, fino alla morte. Su questa patologia il territorio di Perugia è in sofferenza, con la onlus 'Pellicano' che si occupa dei casi ma è rimasta solo con il personale volontario, essendo venuta meno la convenzione per la presenza di un medico in questo centro. L'associazione è sostenuta, anche economicamente, dalle famiglie, ma – ha sottolineato Solinas – necessita di consulenze mediche interdisciplinari, nutrizionistiche, dietologiche, psicologiche”.
“In Umbria – ha risposto Duca – oltre a quello che si fa a Perugia, c'è la struttura di Palazzo Francisci a Todi che offre servizio di residenzialità h24 con 9 posti letto, nell'ospedale di Città della Pieve ci sono 12 posti letto per grandi obesi e sono previsti altri 2 posti letto, per casi acuti, a Città di Castello in pediatria e nel reparto endocrinologia del nosocomio di Perugia. Il servizio sanitario umbro copre sia necessità ambulatoriali che di ricovero e in tutte queste situazioni le associazioni di volontariato interagiscono con la sanità pubblica”.

La Commissione Sanità di Palazzo Cesaroni chiederà dunque un sostegno maggiore ai centri di assistenza per i disturbi alimentari e di ampliare le convenzioni con le altre regioni per quanto riguarda i trapianti. PG/

Ultimo aggiornamento: 10/09/2015