TERZA COMMISSIONE: PRESENTATO IL NUOVO PIANO PER LA TUTELA E LA CONSERVAZIONE DELLA FAUNA ITTICA E PER LA PESCA SPORTIVA

Presentato in Terza commissione il nuovo Piano per la tutela e la conservazione della fauna ittica e per la pesca sportiva, un documento di indirizzo per la salvaguardia delle specie autoctone e la limitazione di quelle alloctone, che indirizza l'attività di pesca e di conservazione dei sistemi acquatici in sintonia con le normative europee in materia. Il centro di riproduzione di Borgo Cerreto è specializzato nella produzione della trota mediterranea, quello di Sant'Arcangelo di Magione è l'unico centro al mondo che produce il luccio italiano, di cui custodisce il solo ceppo puro, diverso da quello europeo. Domani, venerdì 5 febbraio alle ore 15, ci sarà una audizione con i pescatori.

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04 Feb 2016 00:00

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(Acs) Perugia, 4 febbraio 2016 – L'assessore regionale Fernanda Cecchini, accompagnata dalla responsabile del Servizio pesca Lucia Ghetti e dal dottor Mauro Natali, ha illustrato ai membri della Terza commissione, presieduta da Attilio Solinas, il nuovo Piano per la tutela e la conservazione della fauna ittica e per la pesca sportiva. I consiglieri regionali hanno chiesto conto dei costi dei centri ittici regionali e delle loro funzioni. Borgo Cerreto specializzato nella produzione della trota mediterranea, come richiesto dalle direttive Ue che sovrintendono il piano regionale. A sant'Arcangelo di Magione l'unico centro al mondo che produce il luccio italiano, di cui custodisce il solo ceppo puro, diverso da quello europeo. Domani, venerdì 5 febbraio alle ore 15, ci sarà una audizione con i pescatori.

“Si tratta – ha spiegato l'assessore – di un documento di indirizzo per la salvaguardia delle specie autoctone e la limitazione di quelle alloctone, che indirizza l'attività di pesca e di conservazione dei sistemi acquatici in sintonia con le normative europee in materia. Il piano tiene conto degli oltre 100 siti di interesse comunitario che si trovano sul nostro territorio e indirizza le attività di allevamento per la salvaguardia delle specie e di ripopolamento per le attività di pesca sportiva, in collaborazione con le varie associazioni che operano nel settore. In passato le Province si occupavano di allevamento, rilasciando parte della produzione di trote nei corsi d'acqua per la pesca sportiva e lasciandone una parte nei centri di produzione, ma una volta rimaste senza risorse, le Province le hanno liberate tutte. Ora le funzioni sono in capo alla Regione, che si sta occupando con il centro ittico di Borgo Cerreto sia dell'allevamento della trota mediterranea, come richiesto dalle direttive Ue, sia al rilascio nei corsi d'acqua, che sarà in quantità minore rispetto al passato per i motivi che ho spiegato. Ad ogni modo, nei giorni scorsi sono stati rilasciati 45 quintali di trote, altri verranno rilasciati a fine mese. Va chiarito che il piano non specifica le quantità ma indica le modalità da seguire per raggiungere gli obiettivi. Se ognuno farà il proprio dovere, compresi i pescatori che devono impegnarsi a pescare solo esemplari da almeno 22 centimetri, le 'trotelle' diverranno trote”.

Scheda
OBIETTIVI DEL PIANO: Conservazione, ripristino e potenziamento delle specie ittiche autoctone e di quelle di maggiore interesse naturalistico e conservazionistico attraverso la definizione di indirizzi gestionali; Contenere e contrastare la diffusione di specie alloctone attraverso la definizione di linee guida per i ripopolamenti; indirizzare l'attività di pesca in un contesto rispettoso degli habitat fluviali e lacustri ed in generale dell'ecosistema acquatico e delle sue potenzialità; Indirizzare gli interventi da realizzare all'interno degli alvei fluviali, armonizzando le necessità di sicurezza idraulica con quelle di tutela e conservazione degli ecosistemi acquatici; favorire un uso consapevole dei corpi idrici definendo indirizzi per lo svolgimento delle varie attività ricreative che si svolgono nei corsi d'acqua e nei laghi, per renderle compatibili con l'ambiente.
Il Piano per la tutela e la conservazione della fauna ittica e per la pesca sportiva rappresenta lo strumento di programmazione della gestione e individua i principi di gestione della fauna ittica che rispondano alle esigenze del mondo della pesca sportiva e professionale, garantendo la tutela e la valorizzazione del patrimonio ittico e del suo habitat naturale. Si fonda sulla CARTA ITTICA, strumento tecnico basato sullo studio dell'ittiofauna e sulla conoscenza delle dinamiche ambientali che caratterizzano gli ecosistemi in cui la fauna ittica vive. Gli aggiornamenti della Carta ittica rappresentano il dato ineludibile su cui impostare ogni Programma di conservazione e valorizzazione della fauna ittica. In questo Piano assumono priorità gli aspetti più strettamente correlati alla fauna ittica, in particolare a quella di interesse piscatorio. Per gli aspetti ambientali e le politiche di ripristino e conservazione della qualità delle acque e degli ecosistemi acquatici il riferimento sarà il PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (approvato dal Consiglio regionale il primo dicembre 2009). Ruolo importante per l'attuazione del Piano riveste il MONDO ASSOCIAZIONISTICO, in particolare quello piscatorio ed ambientalista: la Regione ha riconosciuto come tali Arci Pesca Fisa, Enal Pesca, Fipsas, Libera Pesca, Legambiente, Wwf. Si tratta di un contributo importante sia per la programmazione che per gli aspetti operativi e gestionali, ma anche rispetto alla sensibilizzazione sui problemi di tutela dell'ambiente acquatico.
La Regione ha il compito di elaborare i Programmi pluriennali, oltre di creare le condizioni legislative, politiche, di conoscenza e finanziarie per realizzare il necessario coordinamento degli altri livelli operativi di intervento, mettendone in sinergia le risorse. Rispetto al precedente, questo Piano ittico nasce in un contesto normativo aggiornato e più attento alle problematiche ambientali, con riferimento alla Direttiva Quadro sulle Acque (2000/69 CEE). Poiché la Direttiva si pone l'urgente obiettivo di raggiungere lo stato ecologico 'Buono', dei corpi idrici, questo Piano dedica particolare attenzione al problema della diffusione delle specie alloctone nelle acque della regione ed all'individuazione delle forme di contenimento.

INTERVENTI
Marco Vinicio Guasticchi (PD): “Importante mantenere un centro di ripopolamento ittico in Valnerina, anche in competizione qualitativa rispetto agli altri allevamenti presenti sul territorio. Fondamentale l'altro centro, quello del Trasimeno, soprattutto per il luccio, che da solo non si riproduce se non con l'inserimento di avannotti prodotti proprio nel centro ittiogenico. Il problema è verificare quali sono i costi dell'allevamento. Inoltre Sant'Arcangelo di Magione ha un utilizzo come fattoria ittico-didattica che non è da trascurare e vi sono altre funzioni importanti che svolge, come l'alloggio delle tartarughe che spesso vengono acquistate per i bambini e una volta divenute di grosse dimensioni vengono liberate ovunque, come dimostra la cattura di 17 esemplari nel solo laghetto di Pian di Massiano dove tale specie non può stare anche perché carnivora”.
L'assessore Cecchini ha risposto che “il piano ittico adempie ai dettami della commissione UE sulla salvaguardia degli habitat e della biodiversità, e se la produzione viene fatta dall'ente pubblico, pur costando di più si differenzia molto da quella degli allevamenti privati, che va bene per le gare di pesca e per l'alimentazione, e comunque trova giustificazione dalla salvaguardia di habitat e biodiversità”.

Il consigliere Sergio De Vincenzi (RP) ha chiesto “quanto costano all'anno i centri, non per eliminarli e lasciare ai privati perché comunque i centri regionali danno più garanzie e sono interessanti come fattorie didattiche o acquari”, quindi “cosa si fa per le specie alloctone che creano problemi come il carassio e il pesce siluro” e, infine, se “c'è collaborazione con l'Università”.
La risposta dell'assessore: “collaboriamo con i pescatori. Grazie a loro il pesce siluro, immesso qualche decina di anni fa e presente anche sul Trasimeno, è stato tolto prima che raggiungesse grandi dimensioni, mentre per il carassio, che si riproduce persino in assenza di esemplari maschi, vi sono incentivi per quantitativi pescati. Servono pescatori di professione perché vanno pescati vivi, solo così hanno anche un valore commerciale”.

Sui costi dei centri ittici, argomento sollecitato anche da Maria Grazia Carbonari (M5s), la risposta è che “i costi sono legati anche al personale, non tutto passato alla Regione, e variano di anno in anno. A Borgo Cerreto due persone lavorano alla produzione di trote per il ripopolamento, ma il costo maggiore è per portarle alla dimensione da pesca sportiva ed è legato agli ingenti quantitativi di mangime: 200 quintali l'anno di cui circa 150 in conto pesca, per portare gli esemplari a 27-28 centimetri. Alti sono i costi per la corrente elettrica, perché con la siccità e il conseguente minor apporto dai pozzi, bisogna utilizzare le pompe e le spese passano dai 3-4mila euro l'anno a 25mila euro. Il costo medio è intorno ai 150mila euro l'anno compreso il personale. Va detto che  ci sono entrate per 55mila euro derivanti dal pesce che viene venduto ad altre province. Il centro di Sant'Arcangelo costa più perché c'è più personale e costi energetici maggiori, anche se è dotato di un impianto fotovoltaico che produce 20mila chilowatt. Ma è fondamentale in quanto unico centro al mondo che produce il luccio italiano, di cui custodisce l'unico ceppo puro, diverso da quello europeo”.

Il consigliere Claudio Ricci (RP) ha suggerito “nuovi bandi di gara per gli aspetti legati al turismo ambientale e alla pesca sportiva” e di “valorizzare l'idea di acquario per pesci d'acqua dolce, visto che finora sono stati sviluppati solo quelli di mare e per l'Umbria questa potrebbe essere un'opportunità da cogliere”.

Per il consigliere Silvano Rometti (SeR) “è bene concentrarci sulla produzione delle specie, soprattutto il luccio che è solo nostro, al fine di mantenere la biodiversità, dato che sono questi i fini dell'istituzione pubblica, più che per la pesca sportiva”.

Il presidente della commissione, Attilio Solinas (PD), ha riportato alcune esigenze dei pescatori, che sono stati convocati per l'audizione che si terrà domani a Palazzo Cesaroni,  “alcuni dei quali si sono detti disponibili a pagare anche una quota maggiore pur di poter incrementare la consistenza della fauna ittica e hanno fatto notare che si verifica una netta riduzione dei controlli sul pescato”. PG/

Ultimo aggiornamento: 10/11/2016