TERZA COMMISSIONE: AUDIZIONE DEI PESCATORI SUL NUOVO PIANO PER LA TUTELA E LA CONSERVAZIONE DELLA FAUNA ITTICA E PER LA PESCA SPORTIVA

Data:

05 Feb 2016 00:00

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(Acs) Perugia, 5 febbraio 2016 - “Malcontento” perché “in alcuni corsi d'acqua non vi saranno rilasci di trote”: i pescatori sono disposti a pagare personalmente per il rilascio di altri esemplari. “No a una legge europea che impedisce di fare cose logiche, come nuove immissioni. Sì alla continuazione della collaborazione attiva delle associazioni per la tutela degli ambienti, ma con un minimo di rimborso chilometrico per i volontari. Serve un aiuto dalla Regione anche per formare i volontari con appositi corsi. Maggiore ascolto delle associazioni con più riunioni di consulta: troppo tardiva la convocazione a poche settimane dall'apertura e proposte dei pescatori che rimangono inascoltate. Serviva un miglior coordinamento del passaggio di  funzioni dalle Province alla Regione”. Sono queste alcune delle richieste e osservazioni sul nuovo Piano ittico pervenute alla Terza commissione, presieduta da Attilio Solinas, nel corso dell'audizione che si è tenuta oggi pomeriggio a Palazzo Cesaroni alla quale hanno partecipato i rappresentanti di diverse associazioni di pesca sportiva (Coordinamento pescatori tradizionali, Libera pesca, Arcipesca, Aci Umbria Fishing, Enalpesca csai, Coordinamento umbro pescatori a mosca).

All'audizione hanno partecipato anche la responsabile del Servizio pesca della Regione Umbria, Lucia Ghetti, e il dottor Mauro Natali, i quali hanno ribadito che il nuovo Piano per la tutela e la conservazione della fauna ittica è un documento di indirizzo che intende salvaguardare le specie autoctone e limitare quelle alloctone, in linea con le normative europee per la conservazione dei sistemi acquatici, quindi il nostro territorio dovrà impegnarsi nella diffusione della trota mediterranea a  partire dai ripopolamenti del centro di Borgo Cerreto. Difficile, quindi ipotizzare ripopolamenti autonomi, “perché si potrebbero inserire patologie o specie alloctone indesiderate – ha spiegato Lucia Ghetti – e c'è obbligo di ripopolare con materiale geneticamente selezionato”.

“Abbiamo dovuto vendere le trote presenti a Borgo Cerreto quando sono venute a mancare le risorse che solitamente venivano assegnate alle Province – ha spiegato Natali – e ne servivano molte per nutrirle in allevamento, ma non avremmo comunque potuto seminarle, perché di ceppo atlantico.  La trota mediterranea, prescritta per i corsi d'acqua umbri, non è addomesticata, ha forte connotazione di selvaticità e buone capacità di imporsi. Non c'era altra scelta, considerato che una segnalazione di una sola persona avrebbe comportato infrazione alle direttive con costi elevatissimi. Ad ogni modo, una buona popolazione di trotelle, in numero superiore agli anni scorsi, sta attendendo di raggiungere le dimensioni giuste per la pesca, sui 27 centimetri. Perché tutto funzioni al meglio servirà, come sempre, la collaborazione dei pescatori stessi e il rispetto delle misure previste”.

Il presidente della Commissione, Attilio Solinas, ha espresso “soddisfazione per quanto emerso nell'audizione e per l'eccellente contributo tecnico fornito dalla dottoressa Ghetti e dal dottor Natali. E' importante porre l'accento sull'inevitabile fase di transizione attuale che è conseguenza del passaggio di consegne tra la Provincia e la Regione nella gestione del patrimonio ittico e nell'organizzazione della pesca in Umbria. E' ovvio che i ritardi saranno colmati in breve tempo, in particolare, per consentire l'immissione, prima dell'apertura della stagione della pesca alla trota, di un'adeguata e consistente quota di esemplari ittici nei fiumi e nei torrenti umbri, che rappresentano, peraltro, un patrimonio naturalistico di elevatissimo valore e che vanno  tutelati in ogni modo possibile. Nello stesso tempo ritengo cruciale l'impegno della Regione nell'incrementare il più possibile  la nascita e la riproduzione degli esemplari di trote autoctone della specie mediterranea negli allevamenti pubblici, con la finalità di immetterli in futuro nei fiumi e nei torrenti umbri, rispettando così le norma che ci impone l'Unione Europea.  E' da apprezzare – ha concluso Solinas - la grande disponibilità dei pescatori umbri di partecipare alle attività di immissione e di farsi carico del controllo degli specchi d'acqua della regione e dell'ambiente che li circonda. Il mondo della pesca va tutelato e sostenuto in modo incisivo ed efficace perché rappresenta non solo una passione sportiva per molti cittadini umbri ed un'attività ricreativa salutare che coinvolge anche le famiglie dei pescatori, ma anche un volàno importante per l'economa regionale, in particolare nel settore del turismo e del commercio specializzato”. PG/  

Ultimo aggiornamento: 10/11/2016