(Acs) Perugia, 11 aprile 2019 – La Terza commissione consiliare ha approvato all’unanimità la Proposta di risoluzione su “attuali criticità della cardiologia riabilitativa in Umbria e proposte di miglioramento da accogliere nel nuovo Piano sanitario regionale”.
Con l’atto si impegna la Giunta regionale a “definire le procedure idonee affinché i pazienti cardiopatici che hanno subito un intervento vengano presi in carico dalla Cardiologia riabilitativa e vengano applicate linee guida dalle quali risulti, già nella lettera di dimissione dell’Ospedale, la struttura presso la quale iniziare l’attività di riabilitazione e la data del primo appuntamento. Prevedere inoltre la creazione della degenza riabilitativa, che consentirebbe di decongestionare le cardiologie e cardiochirurgie considerato che, dopo l’intervento e la dimissione, alcuni pazienti hanno l’esigenza di essere seguiti h24”.
La proposta della commissione è scaturita dalle istanze emerse nell’audizione richiesta dal Coordinamento delle associazioni regionali del cuore (“Amici del cuore” onlus di Gubbio, “Anaca” di Gualdo Tadino, “Amici del cuore cardiopatici Alta Valle del Tevere” onlus di Città di Castello, “Cuor di leone” onlus di Perugia e “Amici del cuore Valle Umbra Sud” onlus di Foligno-Spoleto).
Si prevede anche l’istituzione di un “soggetto coordinatore” con il quale tutte le associazioni possano interfacciarsi, al fine di consentire loro di svolgere attività di prevenzione attraverso una idonea programmazione concordata con le istituzioni sanitarie. Si chiede anche un’indagine conoscitiva e una mappatura sui defibrillatori esistenti, individuando al contempo un soggetto che ne controlli l’effettivo mantenimento in funzione.
“Da studi svolti nella nostra regione e da dati ormai consolidati – si legge nel documento – risulta che il soggetto che ha avuto un evento cardiologico in ospedale non finisce mai la sua riabilitazione ma è un soggetto che, per il pericolo di ricadute, deve essere sempre seguito e preso in carico presso strutture adeguate per svolgere l’attività di riabilitazione che, se svolta correttamente, consente di ridurre la possibilità di nuovi eventi dovuti a fattori di rischio controllabili”.
Più del 50 per cento dei pazienti cardiologici sono ultra 70enni, quindi pazienti molto a rischio, che sviluppano altre patologie oltre a quelle cardiache e devono essere controllati nel tempo proprio per l’insorgere di nuovi fattori di rischio che, se contenuti, non solo dal punto di vista terapeutico ma con una adeguata presa in carico presso ambulatori di alta specializzazione possono determinare una riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e una minore spesa sanitaria.
“La riabilitazione cardiologica ospedaliera in Umbria – si legge ancora nell’atto – risulta fortemente carente, con pochi posti letto presso il solo ospedale di Amelia, a fronte dei 45-50 posti che potrebbero essere previsti nella nostra regione”. PG/