TERREMOTI A CONFRONTO: “L'EVENTO UMBRO DIVENTÒ SUBITO OCCASIONE DI RILANCIO, A L'AQUILA CI SI È FERMATI ALL'EFFETTO SCENICO DEI SOCCORSI” - SMACCHI (PD) AD UN INCONTRO POLITICO ORGANIZZATO A GUALDO TADINO

Il consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi che ha partecipato all'incontro ”Umbria 1997–Abruzzo 2009. La ricostruzione dei fatti e quella delle promesse”, organizzato a Gualdo Tadino dal suo partito, analizza i due diversi modi di affrontare l'emergenza post sisma e la successiva ricostruzione, in Umbria ed in Abruzzo. A giudizio di Smacchi, in Umbria fin dal primo momento fu affrontata la ricostruzione guardando al futuro dell'economia e della stessa viabilità, senza trascurare i bisogni immediati della gente, compresa quella dei piccoli centri abitati. In Abruzzo, per Smacchi, “se si esclude l'effetto scenico dei soccorsi della prima ora, tutto è rimasto in alto mare ed ora, in assenza di un serio intervento del Governo,  si  rischia che l'incertezza e la paura”.

Data:

02 Ott 2010 01:00

Tempo di lettura:

3 minuti, 12 secondi

(Acs) Perugia 2 ottobre 2010 – “Nell'affrontare il terremoto dell'Aquila si è privilegiato l'effetto scenico dei primi soccorsi a tempo di record, anche a rischio di sradicare  definitivamente le persone dai propri affetti. In Umbria si scelse, invece, di trasformare quell'evento tragico in occasione di rilancio e di messa a sistema delle potenzialità dei territori danneggiati, per favorire il rilancio e lo sviluppo socioeconomico dei comuni coinvolti e   dell’intera regione”.

 

Lo ha detto a Gualdo Tadino il  consigliere del pd Andrea Smacchi che ha partecipato all’iniziativa ”Umbria 1997-Abruzzo 2009. La ricostruzione dei fatti e quella delle promesse”, organizzata dal Pd locale ed alla quale erano presenti, il professor Bruno Bracalente ex presidente della Giunta regionale, l’assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco, l'onorevole Marina Sereni, il segretario del Pd di Gualdo Berrettini, il capogruppo del Pd Presciutti e, per l'Aquila, il segretario provinciale del Pd Daniele Pina. 

Smacchi ha ricordato come nel 1997, “L’Umbria, travolta da una smisurata solidarietà nazionale che le istituzioni regionali, cercò di ripagare tanta vicinanza riuscendo a ridare alle oltre 22mila persone rimaste senza un tetto, la loro casa riparata è più sicura. A differenza di quello che è accaduto in Abruzzo - ha precisato Smacchi - si scelse di  ricostruire ciò che il sisma aveva devastato negli stessi luoghi, cercando di armonizzare l’attività delle istituzioni delle forze economiche e di quelle sociali, con un lavoro corale  che si protrasse, dalle prime sistemazioni alternative con i nuclei di famiglie alloggiati nelle tende, ai container, fino alla ripresa delle attività scolastiche, dei servizi agli anziani, dei centri di aggregazione sociale, senza dimenticare le piccole frazioni dove è particolarmente forte il sentimento di coesione sociale”.

Smacchi ha ricordato anche “la ricostruzione integrata dei centri storici, con la messa a terra di tutti i servizi (elettricità, acqua, gas, fogne); il Progetto integrato per le aree maggiormente colpite dal terremoto: soluzioni coraggiose e lungimiranti che a distanza di quasi 15 anni hanno consentito di  completare la ricostruzione di Gualdo Tadino al 99 per cento”.

Smacchi si è soffermato sulla ricostruzione degli edifici privati “ai quali si è affiancata la ristrutturazione dei beni artistici e culturali e degli edifici pubblici strategici, fino alla istituzione del corso universitario di Protezione civile con sede a Foligno, per preparare professionisti  in grado di garantire, in tempi brevissimi, operatività e soccorso”.

Dalla Intesa istituzionale Regione-Governo del 1998, ha aggiunto Smacchi, “ furono attivati progetti, si definì il progetto di “Quadrilatero del terremoto”, basato sul completamento di un sistema viario strategico per l’attraversamento degli Appennini e la valorizzazione delle potenzialità delle Marche e dell’Umbria lungo la direttrice Est-Ovest. Da allora furono stanziati i primi finanziamenti nazionali e regionali per opere che poi si estesero alla  Civitanova - Foligno (SS. 77) e alla direttissima Perugia -Ancona (SS. 76): un'opera quest’ultima che, proprio per l’impegno morale oltre che finanziario preso all’epoca, è doveroso terminare”.

Ben altra strada è stata scelta per il terremoto d'Abruzzo, ha osservato Smacchi. “Oggi a l’Aquila gli universitari non hanno neanche una struttura alternativa alla famigerata casa dello studente che gli permetta di avere garantito il diritto allo studio. Le scelte scellerate adottate in Abruzzo per colpa del Governo, dopo i primi soccorsi che sono stati a tempo di record mondiale, difficilmente porteranno ad una ricostruzione paragonabile con quella umbra: nulla di simile accadrà ad esempio alle cento ed oltre chiese de l’Aquila. Nonostante ll popolo aquilano stia dimostrando volontà e coesione per respingere la disperazione e la rassegnazione – conclude Smacchi -, senza un deciso intervento del Governo con le risorse  economiche necessarie si rischia seriamente che la paura e l’incertezza possano prevalere”. GC/gc

Ultimo aggiornamento: 02/10/2010