(Acs) Perugia, 11 giugno 2014 - “Le dichiarazioni del sindaco tifernate e la decisione della 'Lega Italiana Volley' di ampliare a 3.000 il numero di posti a sedere per un impianto che ospiti la Serie A1, allontanano da Città di Castello, in via definitiva, la possibilità da parte della società 'Altotevere Città di Castello' di disputare in loco le gare del massimo campionato”. Lo rileva il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d'Italia) evidenziando che in questo modo “una società con grandi tradizioni rischia, di fatto, di sparire in un progetto comprensoriale che andrebbe fuori dei confini regionali”.
Il consigliere regionale spiega di non voler entrare “nel merito della decisione della Lega, che evidentemente vuole coinvolgere di nuovo grandi città e capoluoghi al massimo livello, pur penalizzando le città di provincia che hanno rappresentato negli ultimi anni l’ossatura della pallavolo nazionale. Però giocare a Sansepolcro non è accettabile, perché di fatto manderebbe fuori dai confini regionali una squadra che è stata la culla della pallavolo umbra e che ha costruito le sue fortune con meriti sportivi e mai con acquisti di titoli con conseguenti trasferimenti da altre città. L'impianto di San Giustino – aggiunge - è stato assolutamente all'altezza negli ultimi anni e la decisione di varcare i confini regionali è determinata principalmente dalle migliori condizioni economiche offerte dalla amministrazione biturgense, che ha evidentemente compreso l'importanza e l'indotto economico derivante dall'ospitare partite di un campionato nazionale al massimo livello”.
Secondo Lignani “per l'economia di San Giustino sarebbe un brutto colpo ed è dunque necessario che la nuova Amministrazione non dia per persa la partita e tratti con la società (che in caso di trasferimento a Sansepolcro si chiamerebbe esclusivamente “Altotevere” senza più il riferimento a Città di Castello) condizioni di oggettivo miglior favore. Anche la Regione Umbria deve fare la sua parte, dando prova di non voler perdere a tavolino una società di A1 (dopo averne già persa un’altra, per motivi economici, lo scorso anno) e supportando per quanto possibile, in via diretta o indiretta, il Comune di San Giustino. C’è infine da considerare – conclude - il rischio che anche il grande capitale rappresentato dal settore giovanile, nonostante i riassetti societari della passata stagione, possa subire un duro colpo dalla scomparsa della A1 dall'Alto Tevere umbro, ridimensionando quello che da sempre è stata una fucina di campioni e di formazione etica e sportiva per le nuove generazioni”. RED/mp