SITUAZIONE ISTITUTI DI PENA: “DOMANI IN VISITA AL CARCERE DI SPOLETO PER LANCIARE UN APPELLO CONTRO L'ERGASTOLO E LA CRIMINALIZZAZIONE DELLA POVERTÀ” - INIZIATIVA DI STUFARA (PRC)

Damiano Stufara, presidente gruppo consiliare Prc-FdS annuncia per domani una sua visita al carcere di Spoleto, assieme Giovanni Russo Spena Mario Pontillo, nel corso della quale verrà lanciato un appello contro l'ergastolo e contro la “criminalizzazione della povertà della quale è responsabile il governo Berlusconi”.

Stufara se la prende con l'affollamento delle carceri e con la cultura tutta protesa a cancellare dalla società chi disturba ed alla quale non sono estranee nemmeno “diverse forze politiche del centro sinistra”.

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30 Dic 2010 00:00

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(Acs) Perugia 30 dicembre 2010 – Le operazioni politico-mediatiche con le quali ogni giorno in Italia si costruiscono nemici pubblici da dare in pasto ai cittadini, ha come rovescio un sistema carcerario disumano e degradante che, al di fuori degli istituti di pena, si avvale di una mentalità tutta protesa a cancellare dalla società chi disturba concependo il carcere come un dimenticatoio.

Lo afferma Damiano Stufara, presidente gruppo consiliare Prc-FdS sottolineando come questa stessa cultura, “viene alimentata meschinamente non solo dall'attuale governo, ma purtroppo anche da diverse forze politiche del centro sinistra, incapaci evidentemente di parlare un altro linguaggio e di reagire ad un populismo straccione e violento”.

Stufara che domani visiterà il carcere di Spoleto assieme Giovanni Russo Spena, già capogruppo al Senato ed ora responsabile giustizia di Prc e Mario Pontillo, responsabile dello Sportello di Segretariato Sociale sul Carcere di Roma, chiama in causa il governo Berlusconi, responsabile della “criminalizzazione della povertà” e così prosegue: “Quella del sistema penitenziario italiano è una condizione drammatica, in aperta contraddizione con l’intento della Costituzione, che attribuisce alla pena una funzione rieducativa; non a caso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’Italia per i trattamenti a cui sono sottoposti i detenuti, costretti a vivere in una condizione di ozio obbligato, soffocati progressivamente nelle loro facoltà e costretti a vivere in celle sovraffollate, dove a volte il singolo detenuto ha a disposizione meno di 3 metri quadrati.

Dal 2006 i detenuti da 39.000 sono diventati quasi il doppio e il loro numero cresce ad un ritmo di alcune centinaia di presenze in più al mese. A ciò si aggiunga la cronica assenza di organico della polizia penitenziaria, nonché l’inadeguatezza o addirittura l'assenza di servizi essenziali per la salute e il recupero sociale dei detenuti”.

La visita di domani, precisa Stufara, “non è solo la testimonianza di una generica vicinanza alle decine di migliaia di detenuti italiani, ma un appello perché si rifletta veramente sulla funzione del sistema penitenziario nel nostro paese a partire da quelle che sono le condizioni più estreme di vita detentiva, ovvero quelle degli ergastolani ostativi. Con la legge 356/92 si è introdotto, nel sistema di esecuzione delle pene detentive, una sorta di doppio binario; per taluni delitti ritenuti di particolare allarme sociale è stato previsto un regime speciale, che si risolve nell’escludere dal trattamento beneficiario extramurario i condannati, a meno che questi collaborino con la giustizia. Quando questo provvedimento si applica ad un condannato all'ergastolo si ha in sostanza una condanna alla “pena di morte viva”; sono parole di Carmelo Musumeci, che avrò la possibilità di incontrare anche per potergli consegnare la tessera del nostro partito, da lui richiesta nonostante non goda dei diritti politici. In uno stato che pretende di essere civile non si può ritenere una persona colpevole per sempre; le forze politiche e sociali che si sono impegnate nella moratoria contro la pena di morte abbiano dunque il coraggio della coerenza e si propongano di cancellare l'ergastolo dal codice penale.

Allo stesso tempo occorre fare del carcere un luogo aperto, in grado cioè di restituire alla società dei cittadini migliori. Al contrario, la politica di segregazione dell'attuale governo produce un sovraffollamento che non solo impedisce qualsiasi forma di riabilitazione dei detenuti, ma viola le stesse leggi statali in materia di detenzione.

Non si tratta di “tirar fuori delinquenti dalla galera”, come in molti vogliono far credere; il Partito della rifondazione Comunista è da sempre impegnato nella denuncia dell’uso politico degli istituti detentivi, un uso politico che ad esempio si traduce nell’introduzione del reato di clandestinità e nella criminalizzazione dell’uso di droghe leggere.

La detenzione,conclude Stufara, “ha senso solo se si dimostra in grado di rispondere positivamente al diritto di ognuno di riscattare la propria condizione. Cambiare il sistema penitenziario significa dunque tornare a riflettere sulla società civile, esattamente come la funzione della pena è inscindibile dal senso che assume per ognuno il diritto alla libertà”. GC/gc

Ultimo aggiornamento: 30/12/2010