(Acs) Perugia, 12 settembre 2023 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato l’atto di programmazione in materia di sicurezza urbana 2023-2024, con 14 voti favorevoli (Lega, FdI, FI, Tesei presidente, Patto Civico, Porzi-misto), 2 contrari (De Luca – M5S, Paparelli-Pd), un astenuto (Bianconi-misto) e 2 non partecipanti al voto (Bettarelli e Meloni – Pd).
SCHEDA
Il provvedimento impegna 165mila euro per il 2023 e 165 mila euro per il 2024, proponendo azioni volte a migliorare la sicurezza delle comunità locali. In particolare vengono destinati 15mila euro all’anno a interventi e servizi per l’assistenza e l’aiuto a favore delle vittime dei fatti criminosi, con azioni di carattere sociale e sanitario. Vengono inoltre rifinanziati i patti per la sicurezza di Perugia e Terni, rispettivamente con 35mila e 25mila euro sia per il 2023 che per il 2024. 90mila per ogni annualità saranno destinate ad un bando regionale come contributo al finanziamento di proposte progettuali presentate dai comuni finalizzate a migliorare la sicurezza urbana integrata, con un contributo regionale del 75% e un cofinanziamento a carico degli enti locali del 25%. Per i comuni che presentano un progetto in forma associata il cofinanziamento regionale salirà all’85%. A parità di punteggio saranno finanziate le proposte progettuali dei comuni che non hanno ricevuto risorse con i precedenti avvisi. Tra le azioni progettuali prioritarie ci sono l’acquisizione e la modernizzazione delle dotazioni tecniche e strumentali, il miglioramento dell’efficienza delle sale operative della polizia locale, il loro collegamento con quelle delle forze di polizia, ma anche la qualificazione del servizio di polizia locale come l’informatizzazione delle pattuglie esterne, lo sviluppo di sistemi innovativi di comunicazione, l’introduzione di nuove tecnologie. Sono individuati inoltre interventi per la rigenerazione di aree urbane degradate e di aree industriali dismesse, nonché interventi per il miglioramento qualitativo dello spazio pubblico urbano e finalizzati al recupero collettivo degli spazi pubblici e alla dissuasione delle manifestazioni di microcriminalità diffusa. Inoltre, sono individuati interventi per lo sviluppo di sistemi di videosorveglianza e di telesoccorso, per lo sviluppo di azioni sociali anche attraverso le politiche per la casa, di animazione dello spazio pubblico, di socializzazione fra gruppi di popolazione diversi, di riduzione del danno rivolti all'accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana. I progetti presentati saranno valutati da una Commissione tecnica appositamente istituita.
INTERVENTI
Illustrando l’atto in Aula Donatella Porzi (Misto – vicepresidente Prima commissione) ha ricordato che il provvedimento “riceve le istanze del Cal, ma sembra una mancetta che si fa ai bambini. Apprezziamo il gesto, ma 90mila euro per 62 comuni sono pochi. Si tratta di un provvedimento bandiera. Spero sia l’avvio di un processo che magari porti ad altro ed a risorse economiche maggiori per raggiungere un risultato che sta a cuore a tutti. C’è la buona intenzione ma con queste risorse stiamo prendendo in giro i comuni che fanno richieste. Spero che riuscirete ad aumentare le risorse disponibili. Con 90mila euro facciamo poco per questa regione”.
Valerio Mancini (Lega) ha ricordato che “i trasferimenti alle regioni sono in costante diminuzione. Dovrebbe essere lasciata più autonomia agli enti di stabilire come destinare i fondi. I parlamenti, tutti, devono riprendere in mano il potere di destinare risorse secondo le necessità, declinando le priorità politiche. Gli interventi previsti da questo atto sono misure che servono ai comuni, che non finisce domani. Queste risorse danno una possibilità di miglioramento. Ad esempio le telecamere una volta installate non hanno bisogno di grande manutenzione. Inoltre con questo provvedimento si va incontro alle richieste del Cal, dove siedono i nostri sindaci”.
Per Fabio Paparelli (Pd) “nel corso degli anni abbiamo visto diminuire costantemente le risorse destinate alla sicurezza urbana. Si è sminuita sempre più questa vicenda fino a tradurla in una mancetta che diamo a qualche comune. Ricordo che dal 2009 al 2014 la Regione aveva investito un milioni di contributi che hanno generato 2,5 milioni di interventi in sicurezza. In quegli anni le risorse a disposizione annualmente erano intorno ai 300 mila euro. Eppure l’allora opposizione protestava per i pochi fondi. Anche gli stessi patti per la sicurezza di Perugia e Terni, che io ho riattivato quando ero assessore, sono svaniti. Invito la maggioranza a non arrampicarsi sugli specchi ma a fare qualcosa di concreto. La legge 13 del 2008 prevede tutta una serie di cose che non sono state fatte. Questo è un atto del tutto insufficiente”.
Per Thomas De Luca (M5S) “serve dare un segnale. Ad esempio facendo i test antidroga per i consiglieri regionali, come era stato votato da questa Aula. Sugli impianti di videosorveglianza ricordo che a Terni su 24 telecamere ne funzionavano solo 19 per la mancata manutenzione del verde. Serve un totale cambio di paradigma. Per anni è stata fatta una narrazione per la quale c’era una situazione grave a livello di sicurezza. Se si fa questa narrazione poi devo investire risorse in maniera proporzionale alle priorità della mia azione politica. Ma così non è stato. Le risposte non sono adeguate. Servono azioni politiche trasversali. Invece c’è il nulla assoluto”.
Secondo Simona Meloni (Pd) “questo è un atto che il Pd non può votare perché si annulla da solo. È un provvedimento inutile per i comuni. 90mila euro sono pochi. Apprezziamo lo sforzo di continuare a mettere al centro la sicurezza urbana, che è tema trasversale, ma se si affronta in maniera ideologica diventa un’azione inutile. Non possiamo sempre accontentarci dicendo che si lavora in ottica futura. Siete ad un anno dalla fine del vostro mandato, ci si aspetta che la prospettiva dovreste averla preparata diversi anni fa”.
L’assessore Enrico Melasecche ha sottolineato che “la situazione non è poi così tragica. Lo stanziamento è di 165mila euro per il 2023 e altrettanti per il 2024. Non sono cifre enormi, ma la politica per la sicurezza urbana è molto ampia. Il compito della Regione non è gestire la sicurezza. Le politiche sull’edilizia residenziale sociale hanno visto impegni rilevanti della Regione, ad esempio con l’acquisto di un edificio al Pentagono per inserire a Fontivegge famiglie e studenti, normalità e controllo. A Terni, dopo 40 anni, ristrutturiamo completamente il quartiere di San Lucio con l’investimento di 14 milioni di euro. Questi sono ghetti che abbiamo e derivano da politiche di decenni in cui si sono concentrate le fragilità tutte in aree dove le difficoltà c’erano già. Sono problemi che abbiamo ereditato. Si sta facendo quanto è possibile. I nostri interventi sono complementari a quelli del Governo. Il bando favorisce i comuni che in precedenza non hanno avuto finanziamenti. I patti per la sicurezza di Perugia e Terni stanno andando avanti. La volontà c’è, gli obiettivi sono chiari, la Regione non può fare tutto perché non gli compete. I problemi ci sono, gli incontri con i prefetti e i questori sono continui. Stiamo cercando di fare l’impossibile affinché ci siano i risultati”. DMB/