SICUREZZA SUL LAVORO: “DIMINUISCONO GLI INFORTUNI, MA IL NUMERO DEI MORTI IN UMBRIA È TROPPO ALTO” – ROSI (PDL) CHIEDE DI “AGIRE SU CONTROLLO E PREVENZIONE”

Il consigliere regionale del Pdl Maria Rosi, commenta positivamente i dati dell’Inail relativi all’incidenza degli infortuni sul lavoro, si dice preoccupata però per il “numero altissimo” dei morti sul lavoro in Umbria e sollecita azioni più incisive in materia di controllo e prevenzione.

Data:

21 Lug 2010 01:00

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(Acs) Perugia, 21 luglio 2010 - “Aver visto diminuire gli infortuni sicuramente è un dato confortante anche perché le misure adottate hanno avuto un parziale risultato. E il trend di riduzione degli infortuni ha sicuramente un significato importante per la tutela della salute del cittadino lavoratore”. Il consigliere regionale del Pdl, Maria Rosi, commenta positivamente i dati forniti dall’Inail, ma sottolinea come “l'elevato numero di morti sul lavoro in Umbria, 17 decessi nel 2009, è altissimo e deve essere drasticamente ridotto fino ad arrivare allo zero, attraverso interventi più appropriati ed efficaci in materia di controllo e prevenzione”. Sui dati complessivi, Rosi sostiene che non si deve abbassare la guardia: “Dobbiamo pensare che comunque le morti in Umbria sono aumentate, e bisogna tenere sempre conto che l'infortunio invalidante crea un grave danno familiare e sociale, e per questo bisogna sempre più intervenire con azioni di controllo e prevenzione”. “I lavoratori – aggiunge Rosi - devono sempre più capire che bisogna essere molto attenti nei luoghi di lavoro, utilizzare tutti i dispositivi di sicurezza disponibili per legge e, al tempo stesso, cercare di prevenire la disattenzione dovuta alla stanchezza e, in molti casi, all’utilizzo di sostanze che creano alterazione dell'equilibrio psico-fisico”. Entrando ancor più nel dettaglio dei dati, l’esponente del Pdl dice che sarebbe interessante conoscere “la percentuale di piccole lesioni rispetto a lesioni invalidanti gravi che allontanano definitivamente il lavoratore dalla produzione (amputazioni maggiori, traumi celebrali e addominali), come  i settori lavorativi maggiormente esposti al rischio di infortuni, al fine di intervenire in maniera mirata”. Secondo Rosi non è pensabile che “nel terzo millennio” il luogo di lavoro debba essere “peggio di una guerra in Iraq e Afghanistan”. Occorre perciò, a giudizio del consigliere regionale, “conoscere con esattezza quali sono le categorie interessate e l'età, ciò consente di definire esattamente quali sono i maggiori lavori a rischio per intervenire in maniera più appropriata ed efficace sulla riduzione del numero di decessi: “Perché la perdita anche di una vita sul lavoro – sottolinea - è inconcepibile, e le istituzioni devono mantenere sempre altissimo il livello di controllo della salute dell'individuo”.  Rosi ricorda poi che gli infortuni sul lavoro gravano sulla spesa sanitaria regionale, ed è perciò importante “inserire nella nostra cultura il concetto di prevenzione”. L’esponente del Pdl, che è anche vicepresidente della Commissione attività produttive, annuncia che quando si avranno a disposizione dati più approfonditi, chiederà il coinvolgimento degli istituti preposti “per fare un analisi approfondita delle cause e trovare soluzioni. È arrivato il momento di riguardare quello che è stato fatto in passato – conclude Rosi -, magari istituendo un tavolo tra maggioranza e opposizione per valutare se sia possibile migliorare la legge in materia di sicurezza sul lavoro, tenendo conto anche delle nuove tecnologie”. RED/tb

Ultimo aggiornamento: 21/07/2010