(Acs) Perugia, 30 ottobre 2010 - “Urgente attivazione una task force, composta da personale di più amministrazioni che possa orientare e coordinare l'attività dei diversi organismi competenti in materia di sicurezza sul lavoro. Individuazione, in ogni Azienda sanitaria regionale, di nuclei operativi stabili dedicati alla attività di controllo e prevenzione, composti da almeno due o tre unità”. Lo chiede con una interrogazione a risposta immediata (question time) alla Giunta regionale il consigliere regionale Orfeo Goracci (Prc-Fed. sin.). 
A giudizio dell’esponente di Rifondazione comunista la Regione Umbria, nel Tavolo con il Governo in materia di sicurezza del lavoro “deve assumere una posizione netta e decisa senza sconti e mediazioni per rivendicare ed ottenere finanziamenti ed impegni per arrivare al più presto a raggiungere livelli di controllo e verifica più intensi ed efficaci degli attuali”. Goracci sottolinea che tale azione è urgente “anche qui, nella nostra Umbria, dove si muore schiacciati da trattori, cadendo da impalcature, devastati da esplosioni in opere di manutenzione da eseguire in tempi strettissimi e su impianti che si conoscono poco o per niente. Perciò – aggiunge - occorre attivare controlli e verifiche che devono portare alla emissione di sanzioni pesanti che prevedano, nel caso di opere pubbliche, la sospensione dei pagamenti e la revoca dei contratti, salvaguardando con indennizzi i lavoratori che subiscono le condizioni imposte dal datore di lavoro”.
Secondo Goracci la Regione deve dare quanto prima, e da subito, un segnale diretto della propria volontà di intervenire efficacemente in questo campo. Per migliorare immediatamente il coordinamento tra gli organismi deputati alle funzioni controllo integrando al meglio i campi della prevenzione, della sicurezza e della salute”.  Goracci ritiene utile la costituzione di un organismo competente e dedicato alla materia del lavoro: “Avrebbe di per se un buon effetto deterrente su chi intende condurre lavori ed imprese in spregio alla normativa vigente in materia. La forte probabilità di non essere ‘scovati’ e, poi, di non rischiare sanzioni e pene – dice Goracci - non spinge certo imprenditori e padroncini ad assumere atteggiamenti e scelte responsabili e civili per salvaguardare l'incolumità e la salute dei lavoratori dipendenti che continuano a definire la sicurezza sul lavoro un ‘lusso’ che l'Italia non può più permettersi. In questo – conclude -incoraggiati anche da autorevoli esponenti del Governo che, tra l’altro, stando alla vergognosa campagna diffusa in queste settimane  “Sicurezza sul lavoro, la pretende chi si vuole bene”, sembra quasi voler suggerire che gli incidenti ed i morti sul lavoro sono imputabili al fatto che il lavoratore non vuol bene a se stesso ed ai suoi familiari. Mentre nessun cenno a chi è tenuto a garantire la sicurezza per legge, cioè il datore di lavoro”. RED/tb