(Acs) Perugia, 6 giugno 2013 – Prima riunione operativa, stamani, per la Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale per il contrasto alla criminalità organizzata e le tossicodipendenze, che ha ereditato le funzioni precedentemente svolte da due commissioni distinte, l'antimafia e quella sulle dipendenze. Ne fanno parte Paolo Brutti, eletto presidente, Roberto Carpinelli, vicepresidente, e i consiglieri Gianluca Cirignoni (Lega), Sandra Monacelli (Udc) e Manlio Mariotti (Pd).
Per avere un quadro della situazione, la Commissione ha deciso di confrontarsi preliminarmente con il Questore di Perugia e, a seguire, con i rappresentanti delle altre forze dell'ordine. Altro filone di inchiesta sarà incentrato sugli interventi pubblici specifici nel settore della cura e della riabilitazione dalle tossicodipendenze, dai Dipartimenti regionali della salute ai servizi svolti dal Ser.T. Previste anche altre iniziative, come la collaborazione con l'Università, che si occupa anche delle problematiche oggetto della Commissione, e un ciclo di incontri nelle scuole. La Commissione d'inchiesta resterà in carica un anno, con possibilità di proroga, e dovrà riferire sui risultati raggiunti dopo tre mesi dall'inizio dell'attività (praticamente da oggi) alla Terza commissione permanente del Consiglio (Sanità e Servizi sociali) e dopo nove mesi all'Aula di Palazzo Cesaroni, presentando una relazione scritta.
Il presidente Paolo Brutti ha fatto acquisire agli altri commissari i dati raccolti attraverso il lavoro delle due precedenti commissioni d'inchiesta, indicando che bisognerà approfondire soprattutto il problema delle tossicodipendenze, che “ha un impatto notevole sui cittadini, addirittura superiore al problema delle infiltrazioni mafiose, pur essendo le cose legate fra loro. Le organizzazioni che presiedono allo spaccio di sostanze stupefacenti – ha detto Brutti – pur essendo per lo più formate da etnìe straniere, di fatto si organizzano sul territorio perugino con modalità mafiose”.
Da uno studio delle aziende sanitarie locali avente come tema “Carcere e salute”, di cui Brutti ha distribuito copia agli altri consiglieri, emergono non soltanto dati allarmanti sul rapporto fra la condizione del carcere e la dipendenza da droghe, ma anche indicazioni utili a capire come si strutturano le organizzazioni criminali che assoldano gli stranieri come manovalanza per lo spaccio: “Appena sbarcati – ha riferito Brutti – vengono dotati di bigliettini contenenti indirizzi di Perugia dove rivolgersi per iniziare la loro attività di spacciatori”.
Fra i punti di partenza per il compito da svolgere, il consigliere leghista Gianluca Cirignoni ha chiesto di inserire il rapporto 2012 del Dipartimento antidroga nazionale, che colloca Umbria e Marche non solo al primo posto per i morti da overdose di droga ma anche come “capitali” dello spaccio di eroina. “Bisognerà capire – ha detto – perché proprio da noi la forte domanda ha trasformato il capoluogo dell'Umbria in un supermarket della droga. E indagare anche su altri aspetti: gli affitti in nero, per esempio, o il perché la nostra regione spende 180 milioni nell'edilizia residenziale contro i circa 90 delle Marche e della Toscana, dato che peraltro più dell'80 per cento dei residenti umbri è proprietario della prima casa. Quantomeno lanciamo un allarme”. Manlio Mariotti (Pd) ha proposto di uscire dal Palazzo per andare a vedere di persona come operano i Ser.T, ed ha posto l'accento sul nesso tra la condizione di tossicodipendenza e quella dei carcerati: oltre il 40 per cento di chi si trova in carcere ha problemi di tossicodipendenza o di reati connessi a tale problema. “Quando escono – ha detto – inevitabilmente vanno alla ricerca della droga. Dobbiamo concentrarci anche su questo”. Sandra Monacelli (Udc) ha chiesto che, in ogni caso, si eviti di produrre la “solita relazione che poi nessuno legge e va a finire dentro un cassetto”. PG/pg