SICUREZZA: “PIU' COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E ISTITUZIONI. UN LAVORO DI INTELLIGENCE CONTRO LE CONNIVENZE” - COMITATI ASCOLTATI DALLA COMMISSIONE D'INCHIESTA SU CRIMINALITA' E TOSSICODIPENDENZE
Audizione pubblica della Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale su criminalità e tossicodipendenze: ascoltati i rappresentanti dei vari comitati cittadini di Perugia che si occupano di sicurezza e contrasto alla criminalità. Dalla voce dei perugini un grido d'accusa ai proprietari conniventi che riaffittano a prezzi alti le abitazioni prima occupate da famiglie. Anche istituzioni ed enti chiamati in causa per avere contribuito alla “desertificazione” del centro storico. Spacciatori tutelati da legge e avvocati. Ricostruire un tessuto sociale. La Commissione presieduta da Paolo Brutti, terminata la fase ricognitiva sul problema (prima dei cittadini ascoltate istituzioni e forze dell'Ordine), metterà a disposizione delle associazioni cittadine un sito internet dedicato per raccogliere segnalazioni ed agire in sinergia.
26 Set 2013 01:00
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(Acs) Perugia, 26 settembre 2013 – Nel combattere il fenomeno dello spaccio della droga e quindi della microcriminalità organizzata, grazie all'opera e all'impegno dei cittadini, sono stati ottenuti buoni risultati. Necessario, però, intensificare la sinergia tra chi vive il territorio e le istituzioni, mettendo in atto un concreto lavoro di intelligence per combattere le “possibili connivenze” di professionisti e semplici cittadini, dato che è emerso dalle testimonianze dei cittadini che non sono pochi i perugini che chiudono un occhio quando affittano un immobile e il problema riguarda anche scelte compiute dalle istituzioni. “L'obiettivo è quello di ricostruire insieme, coinvolgendo anche gli immigrati onesti lavoratori, e quel tessuto sociale andato purtroppo perduto”. È quanto emerso dall'incontro pubblico di oggi a Palazzo Cesaroni, organizzato dalla Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale sui fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze, presieduta da Paolo Brutti, con rappresentanti di comitati ed associazioni di Perugia, invitati per avere “un punto d'osservazione più dettagliato sul problema dello spaccio e dei luoghi dove si pratica il consumo di stupefacenti in città”.
L'incontro è stato organizzato a coronamento di altre audizioni con vertici istituzionali, forze dell'ordine e soggetti impegnati nella prevenzione e contrasto del fenomeno dello spaccio e della tossicodipendenza, che ha da tempo eletto il capoluogo umbro come luogo privilegiato di questo “mercato”. Un problema che “non è circoscritto alla sola città di Perugia – ha sottolineato il vicepresidente della Commissione, Gianluca Cirignoni (Lega) - ma, alla luce di quanto emerso, è un'emergenza di tutta la regione e quindi di competenza di chi amministra la Regione”.
È stato lo stesso Brutti, in apertura, ad evidenziare come sia cambiata, negli ultimi tempi, la fisionomia del fenomeno. “La platea dei consumatori – ha detto il presidente – si è dilatata rispetto al nucleo della tossicodipendenza. Oggi il consumo non è più concentrato sui tossicodipendenti, ma tocca ogni fascia sociale e di età della popolazione. L'uso di alcol e droghe da parte di ragazzi tra i 13 e i 18 anni è estremamente preoccupante. In altre città, con caratteristiche simili a Perugia e che magari dispongono anche di porti marittimi, non si riscontrano i preoccupanti dati, riferiti allo spaccio e a tutto ciò che ne consegue, che sono propri di questa città. Lo spaccio – ha aggiunto Brutti – presuppone strutture organizzate. Non si è ancora riusciti a focalizzare la situazione della 'area grigia' del fenomeno, che non è composta da spacciatori o consumatori, ma da soggetti perugini che forniscono un substrato, 'infrastrutture' dove naviga il flusso della droga che prevedono la possibilità di avere in affitto appartamenti, oltre a meccanismi di aiuto di difesa legale o per permessi di soggiorno”.
“L'incontro di oggi è servito – ha concluso Brutti – per una presa di contatto tra la Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale e le associazioni dei cittadini, che potrà proseguire attraverso un sito internet dedicato che il personale della stessa Commissione sta allestendo e metterà a disposizione di tutti, senza alcuna connotazione politica, per non disperdere quanto emerso nell'occasione odierna”.
Interventi:
FRANCESCO PINELLI (Presidente associazione Borgo Sant'Antonio): “VERIFICARE LE POSSIBILI CONNIVENZE LEGATE AGLI AFFITTI DI LOCALI A SPACCIATORI E A STUDI LEGALI CHE 'TUTELANO' GLI SPACCIATORI - È necessario mettere in campo ogni sforzo per ricostruire quel tessuto sociale andato perduto. Fin qui sono stati ottenuti buoni risultati, grazie anche all'attenzione da parte della Curia e dell'Amministrazione comunale. Il nostro scopo è quello di riprendere il controllo del territorio. In questo lavoro si stanno impegnando anche persone immigrate da diversi paesi europei ed africani. È importante puntare sull'integrazione. Ci stiamo dedicando al controllo del territorio, attraverso una fattiva collaborazione con le forze dell'ordine. Una situazione che vorremmo far presente a chi di dovere è la presenza di una mensa per tossicodipendenti a 50 metri dalla Scuola media 'Ugo Foscolo'. A Perugia, in merito al fenomeno dello spaccio della droga, c'è chi si indigna, chi lo combatte e chi ne è connivente. Per troppi anni si è nascosta la polvere sotto il tappeto. Si parla di forti connivenze legate agli affitti di locali agli spacciatori e di avvocati e studi legali che vanno in affiancamento ed a supporto degli spacciatori, anche garantendo loro permessi di soggiorno e coperture varie. Le forze dell'ordine agiscono in numero limitato. Si tratta di uomini e donne disponibili, ma spesso frustrati per un sistema giudiziario che protegge più chi delinque rispetto al cittadino. Il problema riguarda una limitata capienza riservata sui voli ai soggetti espulsi da rimandare nei loro paesi di origine. Spesso te li ritrovi a delinquere, seppure in altre città. Perugia deve prendere atto che questo fenomeno è esogeno, ma anche endogeno. Per questo ognuno deve rimboccarsi le maniche e fare il proprio dovere di cittadino. Non è corretto puntare il dito sul Sindaco o sul Prefetto, ma aiutarli diventando sempre più sentinelle del proprio territorio”.
CARLA CICOLETTI (Vice presidente associazione 'La città di tutti'): “A PERUGIA MOLTI LOCATARI CONNIVENTI NON SI RITENGONO TALI, QUASI FOSSE UN'ESTENSIONE DI QUEL TERZIARIO SU CUI LA CITTA' SI BASA DA TEMPO - Gli interventi istituzionali messi in atto nel corso degli anni, per combattere il fenomeno, sono stati insufficienti. Siamo di fronte ad una situazione di criminalità vera e propria. E meno male che finalmente se ne parla e che le istituzioni ammettono questa emergenza. Da tempo è cambiata la platea dei consumatori, esattamente da quando sono state immesse nel mercato le 'pasticche', che hanno cambiato il modello della tossicodipendenza. La maggior parte della città di Perugia è a rischio. Manca il controllo vero e proprio del territorio. Ci sono consumatori invisibili, perché benestanti e di una certa età. Una situazione, questa, particolarmente diffusa. Spesso i cittadini conniventi, in particolar modo chi affitta locali, non si ritengono tali. Questo viene considerato, spesso, come un prolungamento del terziario su cui Perugia si è basata da tempo. Non si dia, quindi, vita al solito 'tavolo', ma compiliamo insieme schede precise su quanto vediamo ed in che modo interpretiamo questo fenomeno che, purtroppo, è diventato parte integrante di questa società”.
TOMMASO MORETTINI (presidente gruppo 'Perugia non è la città della droga'): “PURTROPPO LA LEGGE NON AIUTA IL CITTADINO QUANTO TUTELA LO SPACCIATORE - La nostra soddisfazione è quella di aver recuperato quasi completamente il parco della Cupa. Riconquistando il territorio è possibile governare la propria città. Basta, però, continuare a dare colpe o a puntare il dito, bisogna ripartire da zero lavorando insieme, cittadini ed istituzioni. Abbiamo presentato undici punti al Sindaco e al Prefetto evidenziando i problemi maggiori di questa città. Quello della droga si è andato ingigantendo nel corso degli anni. La legge, purtroppo, non aiuta il cittadino rispetto allo spacciatore. Il ruolo dei cittadini è importantissimo. Se ci sono tanti spacciatori vuol dire che il consumo lo abbiamo in casa ed i dati forniti dall'Arpa. Tutti dobbiamo impegnarci nel controllo dei nostri quartieri, riacquistando il senso civico perduto. Del resto, un pusher è facilmente individuabile. Bisogna capire dove vanno a dormire e da qui individuare le eventuali connivenze, che a Perugia sono troppe. C'è che gli affitta locali e chi li difende. Esiste tuttavia una cospicua area grigia formata da spacciatori perugini che fanno consegne a domicilio. Come cittadini dobbiamo intervenire con forza per combattere il fenomeno, magari attraverso segnalazioni anonime sullo spaccio, affitti poco chiari, e via dicendo, rendendo partecipi le istituzioni. Il fenomeno è un problema trasversale e va affrontato a 360 gradi”.
SILVIA MARINI (Associazione Priori): “DOBBIAMO RIAPPROPRIARCI DELLE STRADE DOVE ABITIAMO E RENDERLE PIÙ VIVIBILI. Il degrado della nostra, come di altre zone della città, non ci aiuta. Abito in via dei Priori ma non ho mai portato i miei figli nel giardino della Cuparella, perché periodicamente ridiventa un dormitorio con tanto di materassi ed è impraticabile. Lanciamo un grido d'aiuto perché nella nostra zona ci sono scuole medie ed il liceo classico, su cui grava il problema dell'offerta di droga. Speriamo che la situazione migliori con l'arrivo di decine di famiglie nuove, cui è destinato l'ex-convento di via dei Priori, anche se dovranno fare i conti con il degrado e l'assenza di posti auto, su cui il Comune ha dato un'ulteriore stretta”.
MARIDA PAOLOTTI (Associazione Borgobello): “MAGGIORI FIGURE DI CONTROLLO, VIGILI URBANI NON SOLO PER LE MULTE - L'esperienza vissuta dal nostro quartiere, che si sta ripopolando ed è tornato ad essere attrattivo, ci insegna che attivare momenti di incontro, culturali, sociali e ricreativi, è importante perché se un quartiere è vivo, frequentato, vissuto, c'è più controllo sociale. Proporrei di recuperare più persone dedite al controllo, magari i vigili urbani, che hanno conoscenza del territorio e non dovrebbero essere impiegati solo per fare le multe”.
MARCO BARUFFA (Comitato sicurezza Ponte San Giovanni): “ABBIAMO OTTENUTO LA CASERMA DEI CARABINIERI, MA SENZA I CARABINIERI – A Ponte San Giovanni stanno facendo 'man bassa' di appartamenti e garage, di notte fanno quello che vogliono. Necessario unire le forze per disgregare questo assalto della criminalità. Abbiamo ottenuto la caserma dei carabinieri ma purtroppo non ci sono i carabinieri”.
GALENO SCATTINI (Associazione Porta Susanna): “FAMIGLIE SFRATTATE PER AFFITTARE OGNI LETTO A 300 EURO AL MESE. MA ANCHE LE ISTITUZIONI HANNO CONTRIBUITO ALLA DESERTIFICAZIONE - Dobbiamo chiederci se al cittadino interessa più il dovere civico o il proprio tornaconto economico. Ci sono proprietari di case che hanno fatto di tutto per sfrattare le famiglie e affittare a 300 euro al mese per ogni letto, senza preoccuparsi dei subaffitti a chissà chi. Abbiamo segnalato più volte inutilmente strane situazioni alle forze dell'ordine, ma difficilmente intervengono, per problemi anche oggettivamente riscontrabili. I carceri sono pieni, serve un Cie, ma resta il problema dei perugini che sono complici dei criminali per intascare i soldi degli affitti. Persino enti e istituzioni varie come l'Università o i sodalizi hanno sfrattato le famiglie. La Provincia di Perugia ha sfrattato l'Università dei Sapori, che faceva gravitare nella zona decine di giovani, ed ha tentato di sfrattare anche noi dalla storica sede di via della Sposa, ultimo baluardo di perugini e gente perbene su quella via di accesso al centro, ma siamo stati salvati dal Sindaco”.
PIETRO TULLIO (Associazione Fiorivano le viole): “CONTRASTARE IL DEGRADO RAVVIVANDO IL TESSUTO SOCIALE - In via della Viola abbiamo ravvivato il tessuto sociale, perché crediamo sia importante prendersi cura del posto in cui si vive, non solo della propria casa. Gli spacciatori ci sono, ma ci sforziamo di rafforzare l'umanità delle persone”.
RENZO MASSARELLI (Città di tutti): “NON BASTA CORRERE DIETRO AGLI SPACCIATORI. VA STUDIATO IL SISTEMA DI RELAZIONI - Dobbiamo chiederci perché Perugia è la capitale della droga, perché non Ancona o un'altra di dimensioni simili. Lo è diventata assistendo passivamente all'escalation ventennale del problema, cresciuta di pari passo con l'enorme offerta di prostituzione, nella nostra indifferenza. Va studiato il sistema di relazioni, i giovani si drogano per seguire logiche di gruppo, da cui non restare esclusi, e naturalmente perché il problema è anche e soprattutto nella domanda 'cosa offre loro il centro storico di Perugia?'. Non basta correre dietro agli spacciatori. Prendiamo coscienza che Perugia è una città moderna, ma al suo interno c'è un grosso tarlo che la rode”. As/Pg
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