(Acs) Perugia, 12 ottobre 2011 – “A fronte dei dilaganti fenomeni dello spaccio di droga, perlopiù gestito da tunisini, e della prostituzione, diviene urgente e improrogabile l’istituzione a Perugia o in zone limitrofe, di un Centro per l’identificazione e l’espulsione”. Lo chiede il consigliere regionale Massimo Monni (Pdl), sottolineando che nel suo pensiero non vi è nulla di provocatorio o strumentale, semplicemente la considerazione che la situazione è grave e su certe tematiche la politica deve lavorare per il bene della collettività, anche in maniera bipartisan.
“Né in Umbria né nelle regioni limitrofe vi sono Centri per l’identificazione e l’espulsione degli immigrati clandestini – spiega Monni – ed è anche per questo, anche se non solo per questo, che Perugia è diventata meta privilegiata di clandestini che delinquono, mentre con le procedure applicate nei Cie i soggetti vengono fotografati, vengono loro prese le impronte digitali e i dati trasmessi alle varie ambasciate in attesa di risposta con le generalità del soggetto in questione, affinché questo possa essere accompagnato alla frontiera. Nel frattempo i clandestini sono trattenuti nella struttura”.
Monni chiede attenzione anche su un preciso ambito riguardante la diffusione della droga, quello della scuola: “C'è un giro d'affari spaventoso attorno agli istituti scolastici, che sta fidelizzando una buona fetta di ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di primo e secondo grado, di cui spesso, i genitori ignorano la portata. Per arginare questa tendenza c'è bisogno, di un coordinamento tra tutti i soggetti competenti, a partire da un'azione congiunta tra Comune e Provincia di Perugia. Al proposito ricordo che il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, ha affermato che ‘il nostro operato nelle scuole, in collaborazione con i dirigenti scolastici degli istituti, ci permette di far circolare l'informazione e contrastare efficacemente i fenomeni di spaccio e bullismo’. Ma – secondo il consigliere del Pdl - appare difficile pensare che i fenomeni di spaccio e bullismo siano stati efficacemente contrastati, visto che la situazione è, al momento, allarmante e ancora ampiamente diffusa”.
“Vorrei sapere – continua - al di là di slogan precostituiti e del tutto inutili, se la Polizia provinciale ha provveduto, nei suoi controlli, a realizzare una mappatura delle scuole più a rischio, una verifica sugli orari in cui gli spacciatori agiscono, in che modo e dove effettuano la loro attività illecita e se la presenza della Polizia provinciale davanti alle scuole ha portato risultati concreti, ad esempio alla identificazione o all'arresto di spacciatori e in quale numero. Non voglio entrare in una sterile polemica istituzionale, anche perché a parlare sono più di tutto i numeri impressionanti che ruotano attorno al fenomeno. Mentre in Italia i morti per abuso di sostanze stupefacenti diminuiscono, in Umbria, in particolare nella Provincia di Perugia, si confermano a livello allarmanti. Nel 2000 le morti per overdose erano 25, nel 2010 sono state 24. Questo significa che quanto fatto fin'ora non è risultato efficace e che servono nuove misure. Credo – conclude – che i Centri per l’identificazione e l’espulsione siano la strada da percorrere, anche per non vanificare il lavoro delle forze dell'ordine”. PG/pg