SICUREZZA: “IL CENTRO PER L'IDENTIFICAZIONE E L'ESPULSIONE E' UN'ESIGENZA BIPARTISAN” - MOZIONE DI ZAFFINI (FARE ITALIA) INSIEME A LEGA NORD, PDL E UDC

Il consigliere regionale Franco Zaffini (Fare Italia) presenta una mozione  sottoscritta anche dai colleghi Monacelli (Udc), Cirignoni (Lega) e Valentino (Pdl), con cui impegna la giunta a dare attuazione al decreto Maroni, che prevede la realizzazione  di un Centro identificazione ed espulsione in ogni regione d’Italia. “Preso atto dell’apertura a questa proposta da parte sia di un parlamentare umbro del Pd, sia del sindaco di Perugia, il quale ha pubblicamente sostenuto che quello del Cie in Umbria può essere un tema di confronto con il Governo auspichiamo – sostiene Zaffini - che la maggioranza del Consiglio regionale apra finalmente occhi e orecchie a quelle che sono le reali esigenze che vengono dal territorio”.

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25 Mag 2012 01:00

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(Acs) Perugia, 25 maggio 2012 - “Realizzare un Centro per l’identificazione ed espulsione (Cie) in Umbria significa dotarsi di uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza di tutti, con una struttura capace di accogliere immediatamente i clandestini (soggetti che non danno modo di essere identificati, ovvero che non sono in regola con le leggi dello Stato) attesa di identificazione e rimpatrio, a tutela non solo dei cittadini italiani, ma anche degli immigrati regolari che subiscono ingiustamente un clima di intolleranza dettato dalla paura”. Lo afferma il consigliere  Franco Zaffini (Fare Italia) presentando una mozione, sottoscritta anche dai colleghi Monacelli (Udc), Cirignoni (Lega) e Valentino (Pdl), con cui impegna la giunta a dare attuazione al decreto Maroni (“151/2008”) che prevede la realizzazione  di un Centro identificazione ed espulsione in ogni regione d’Italia.

 

“E’ una proposta – dice Zaffini – che portiamo all’attenzione dell’Esecutivo da quattro anni, proprio perché abbiamo colto la bontà e l’utilità del piano Maroni grazie al quale, se attuato, si snelliscono le procedure di allontanamento dei clandestini e si decongestionano le nostre strutture detentive già gravemente compromesse dei fenomeni del sovraffollamento e della carenza sistematica di organico. Preso atto dell’apertura a questa proposta da parte sia di un parlamentare umbro del Pd, sia del sindaco di Perugia, il quale ha pubblicamente sostenuto che quello del Cie in Umbria può essere un tema di confronto con il Governo – continua l’esponente d’opposizione – auspichiamo che la maggioranza del Consiglio regionale apra finalmente occhi e orecchie a quelle che sono le reali esigenze che vengono dal territorio, inteso sia come popolazione che come amministrazioni locali”.

 

Zaffini ricorda, infatti, che “non più tardi dello scorso ottobre la maggioranza ha respinto la proposta di istituire in Umbria un Cie, discussa distrattamente in Assemblea e liquidata sulla base di motivazioni ideologiche, le stesse che hanno portato al degrado in cui si trova oggi il capoluogo e alla diffusa invivibilità di luoghi che dovrebbero essere, invece, un bene collettivo. A distanza di pochi mesi da quella seduta consiliare – continua – si sono verificati episodi di una violenza inaudita: dagli assalti in villa con stupro e omicidio alla guerriglia urbana verificatasi appena due settimane fa in pieno centro a Perugia, passando per le sempre più frequenti aggressioni alle attività commerciali e la permanente attività di spaccio svolta sotto gli occhi rassegnati dei cittadini per bene, atti delinquenziali posti in essere per lo più da clandestini”.

 

“Alla luce di questi drammatici e intollerabili accadimenti – aggiunge Zaffini – chiediamo un segnale chiaro da parte della maggioranza che governa la Regione ed il conseguente impegno dell’Esecutivo ad attivarsi immediatamente presso il Ministero dell’Interno per la realizzazione di un Centro per l’identificazione ed espulsione sul territorio regionale, concertando con le amministrazioni locali una soluzione ubicativa e con il Ministero adeguati incrementi d’organico delle forze dell’ordine. L’Umbria, con Perugia in testa, sta conoscendo un escalation di violenza che ne sta devastando l’immagine, determinando la desertificazione di intere porzioni di territorio, la più clamorosa delle quali è proprio il centro storico del capoluogo disabitato, sia in termini di popolazione residente che di frequentatori. Decidere di salvarlo, restituendolo ai cittadini, ai turisti e agli studenti – conclude -, non è una questione ideologica, ma solo una questione buon senso e di buona politica oltre che di amore per i luoghi in cui si vive”. RED/pg

Ultimo aggiornamento: 25/05/2012