SICUREZZA: “FUORI LUOGO PARLARE DI CONTIGUITÀ, MA IN UMBRIA SOGLIA DI ATTENZIONE NON COMMISURATA AL PROBLEMA” - BRUTTI (PRESIDENTE ANTIMAFIA) SU POLEMICA SEGUITA A DICHIARAZIONI ASSESSORE CALABRESE

“Fuori luogo parlare di contiguità, ma in Umbria la soglia di attenzione alle questioni delle infiltrazioni criminali non è commisurata al problema”: così il presidente della Commissione speciale “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze”, Paolo Brutti che interviene sulla polemica seguita alle dichiarazioni dell'assessore di Perugia, Francesco Calabrese. Brutti dà atto che l'attuale Giunta comunale perugina “si pone in termini nuovi rispetto al fenomeno”, ritiene che “ci sia ancora molto da fare”  e ricorda che la Commissione da lui presieduta ha stretto un accordo con l’Università degli Studi per “monitorare le stesse 'spaccate', gli incendi, i passaggi di licenza commerciale per vedere se c’è un’intelligenza unica dietro a questi fenomeni”.

Data:

26 Feb 2015 00:00

Tempo di lettura:

3 minuti, 10 secondi

 

(Acs) Perugia, 26 febbraio 2015 - “L’assessore ai lavori pubblici del Comune di Perugia, Francesco Calabrese, ha fatto riferimento al lavoro della Commissione regionale antimafia, che presiedo, nel suo ragionamento sulla recrudescenza della criminalità a Perugia, a cominciare dalle ripetute 'spaccate' nel centro storico. Non nego che il connotato di questi atti, ad alto rischio e scarsi risultati diretti, può somigliare ad azioni di vera e propria intimidazione. Le indagini ci diranno di più. Ma se così fosse bisognerebbe concludere che i colpi delle forze dell'ordine, Questura in testa, che settimanalmente smantellano e arrestano intere bande di malfattori, sono andati a segno e hanno spezzato antichi equilibri”. Così Paolo Brutti, presidente della Commissione speciale dell'Assemblea legislativa dell'Umbria “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze” , che interviene nella polemica seguita alle dichiarazioni dell'assessore Calabrese sulle problematiche della sicurezza nel Capoluogo regionale.

Secondo Brutti l'iniziativa di contrasto delle forze di polizia “ha reso meno sicuri i cartelli del narcotraffico e le organizzazioni malavitose presenti nel nostro territorio, dando vita a reazioni violente e incontrollate. L’Umbria, e Perugia non fa certo eccezione, è un territorio fortemente contaminato dalla criminalità organizzata. E' ozioso e inutile – spiega - perdersi in graduatorie, in atteggiamenti rassicuranti, in opinabili rivendicazioni della rettitudine del popolo umbro. Mentre si discute di queste cose la camorra ricicla a tutto vapore, la ‘ndrangheta rileva attività commerciali con metodi sempre più intimidatori, la mafia si infiltra nel tessuto sociale e istituzionale, le cosche nigeriane, albanesi, maghrebine e cinesi si spartiscono qualsiasi attività dove si incassino quattrini velocemente. E se il gioco d’azzardo viene 'statalizzato' meglio ancora: non è l’illegalità a richiamare le mafie, sono semplicemente i milioni di euro”.

Il presidente della Commissione antimafia aggiunge poi che è “innegabile che per anni, e ancora oggi, si è cercato di non allarmare i cittadini. Appelli più che altro di circostanza, alzate di spalle nei confronti di chi metteva in guardia sul lento e inesorabile degrado del nostro territorio, con riflessi evidenti sugli indici di sviluppo di una regione lentamente regredita rispetto ad altre realtà analoghe, e sottovalutazione del fenomeno. Mai un segnale forte di ribellione civile – lamenta Brutti -, mai una chiamata alla mobilitazione generale. Parlare di contiguità, allo stato delle cose, appare sinceramente fuori luogo. Ciò che però rilevano gli esperti e le massime autorità giunte da altre parte d’Italia, è che in Umbria non si percepisce quella soglia di attenzione commisurata al problema. Nella recente operazione anti-‘ndrangheta, che ha visto numerosi imprenditori taglieggiati collaborare con magistratura e carabinieri, la collaborazione è giunta all’arrivo dell’Arma: prima che i carabinieri bussassero alla porta, gli stessi commercianti, nella solitudine e nel silenzio, erano stati pestati a sangue, ricattati, defraudati. Questa è la verità, altro che anticorpi naturali presenti nel nostro tessuto sociale”.

A giudizio del presidente Brutti, infine, non è sbagliato dire che “l’attuale Giunta comunale perugina si ponga in termini nuovi rispetto al fenomeno. C’è ancora tantissimo da fare; ultimamente la nostra Commissione ha stretto un accordo con l’Università degli Studi per monitorare le stesse 'spaccate', gli incendi, i passaggi di licenza commerciale per vedere se c’è un’intelligenza unica dietro a questi fenomeni, bisogna denunciare con quanto fiato si ha in gola l’impatto devastante del gioco d’azzardo (tra pochi anni piangeremo sul ritardo imperdonabile con il quale si è affrontato questo capitolo). Bisogna che Stato, Regioni e Comuni – conclude Brutti - siano infinitamente più veloci e aggressivi nel contrastare mafia e crimine organizzato. E bisogna che i pruriti elettorali si mettano in secondo piano: quando i cani da guardia si azzuffano tra loro per i ladri è sempre festa”. RED/tb

Ultimo aggiornamento: 26/02/2015