(Acs) Perugia, 26 febbraio 2015 - “L’assessore ai lavori pubblici del Comune di Perugia, Francesco Calabrese, ha fatto riferimento al lavoro della Commissione regionale antimafia, che presiedo, nel suo ragionamento sulla recrudescenza della criminalità a Perugia, a cominciare dalle ripetute 'spaccate' nel centro storico. Non nego che il connotato di questi atti, ad alto rischio e scarsi risultati diretti, può somigliare ad azioni di vera e propria intimidazione. Le indagini ci diranno di più. Ma se così fosse bisognerebbe concludere che i colpi delle forze dell'ordine, Questura in testa, che settimanalmente smantellano e arrestano intere bande di malfattori, sono andati a segno e hanno spezzato antichi equilibri”. Così Paolo Brutti, presidente della Commissione speciale dell'Assemblea legislativa dell'Umbria “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze” , che interviene nella polemica seguita alle dichiarazioni dell'assessore Calabrese sulle problematiche della sicurezza nel Capoluogo regionale.
Secondo Brutti l'iniziativa di contrasto delle forze di polizia “ha reso meno sicuri i cartelli del narcotraffico e le organizzazioni malavitose presenti nel nostro territorio, dando vita a reazioni violente e incontrollate. L’Umbria, e Perugia non fa certo eccezione, è un territorio fortemente contaminato dalla criminalità organizzata. E' ozioso e inutile – spiega - perdersi in graduatorie, in atteggiamenti rassicuranti, in opinabili rivendicazioni della rettitudine del popolo umbro. Mentre si discute di queste cose la camorra ricicla a tutto vapore, la ‘ndrangheta rileva attività commerciali con metodi sempre più intimidatori, la mafia si infiltra nel tessuto sociale e istituzionale, le cosche nigeriane, albanesi, maghrebine e cinesi si spartiscono qualsiasi attività dove si incassino quattrini velocemente. E se il gioco d’azzardo viene 'statalizzato' meglio ancora: non è l’illegalità a richiamare le mafie, sono semplicemente i milioni di euro”.
Il presidente della Commissione antimafia aggiunge poi che è “innegabile che per anni, e ancora oggi, si è cercato di non allarmare i cittadini. Appelli più che altro di circostanza, alzate di spalle nei confronti di chi metteva in guardia sul lento e inesorabile degrado del nostro territorio, con riflessi evidenti sugli indici di sviluppo di una regione lentamente regredita rispetto ad altre realtà analoghe, e sottovalutazione del fenomeno. Mai un segnale forte di ribellione civile – lamenta Brutti -, mai una chiamata alla mobilitazione generale. Parlare di contiguità, allo stato delle cose, appare sinceramente fuori luogo. Ciò che però rilevano gli esperti e le massime autorità giunte da altre parte d’Italia, è che in Umbria non si percepisce quella soglia di attenzione commisurata al problema. Nella recente operazione anti-‘ndrangheta, che ha visto numerosi imprenditori taglieggiati collaborare con magistratura e carabinieri, la collaborazione è giunta all’arrivo dell’Arma: prima che i carabinieri bussassero alla porta, gli stessi commercianti, nella solitudine e nel silenzio, erano stati pestati a sangue, ricattati, defraudati. Questa è la verità, altro che anticorpi naturali presenti nel nostro tessuto sociale”.
A giudizio del presidente Brutti, infine, non è sbagliato dire che “l’attuale Giunta comunale perugina si ponga in termini nuovi rispetto al fenomeno. C’è ancora tantissimo da fare; ultimamente la nostra Commissione ha stretto un accordo con l’Università degli Studi per monitorare le stesse 'spaccate', gli incendi, i passaggi di licenza commerciale per vedere se c’è un’intelligenza unica dietro a questi fenomeni, bisogna denunciare con quanto fiato si ha in gola l’impatto devastante del gioco d’azzardo (tra pochi anni piangeremo sul ritardo imperdonabile con il quale si è affrontato questo capitolo). Bisogna che Stato, Regioni e Comuni – conclude Brutti - siano infinitamente più veloci e aggressivi nel contrastare mafia e crimine organizzato. E bisogna che i pruriti elettorali si mettano in secondo piano: quando i cani da guardia si azzuffano tra loro per i ladri è sempre festa”. RED/tb