SICUREZZA: “PER COMBATTERE LO SPACCIO SERVONO PIÙ UOMINI E RISORSE, MA ANCHE ISTITUZIONI, FAMIGLIE E SCUOLE DEBBONO FARE FRONTE COMUNE” – AUDIZIONE DI BOCCALI IN COMMISSIONE ANTIDROGA
Audizione dei sindaci umbri nella Commissione d’inchiesta sulle tossicodipendenze: il sindaco di Perugia e presidente Anci, Wladimiro Boccali, chiede di andare oltre le strumentalizzazioni politiche e di fare fronte comune, istituzioni, famiglie e scuole, per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga.
10 Feb 2012 00:00
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(Acs) Perugia, 10 febbraio 2012 – “Non mi sottraggo alle mie responsabilità ma vi chiedo di andare al di là delle strumentalizzazioni politiche: nel fenomeno dello spaccio di droga i Comuni sono parte lesa ed il nostro Comune, infatti, è il primo in Italia ad essere stato ammesso come parte civile nei processi contro gli spacciatori”. Lo ha detto il sindaco di Perugia e presidente dell’Anci, Wladimiro Boccali, ai membri della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulle tossicodipendenze, riunita a Palazzo Cesaroni per ascoltare i sindaci umbri.
“Abbiamo fatto tutti i controlli di nostra competenza – ha spiegato Boccali – sugli affitti, per esempio, o sui locali a piano terra che ho vietato, con ordinanza, di affittare. Ma servono più uomini delle forze dell’ordine e più risorse, oltre ad una forte consapevolezza da parte delle istituzioni, delle famiglie, delle scuole, dei miei concittadini che affittano le case, di quelli che frequentano i bar, per fare fronte comune contro lo spaccio di una merce che è la più ‘liberalizzata’ in Italia, visto che la trovi ovunque e a tutte le ore, e procura redditi altissimi non solo agli spacciatori”.
Il presidente della Commissione, Luca Barberini, ha ringraziato il sindaco per la franchezza con cui si è espresso ed ha raccolto l’invito a fare fronte comune contro il fenomeno dello spaccio di droga: “Dobbiamo lavorare sulla consapevolezza – ha detto - e ciascuno deve fare la sua parte. La drammatica situazione in cui ci troviamo, dovuta anche alla mancanza di risorse non soltanto finanziarie ma anche umane, ci obbliga a puntare sulla centralità della famiglia, della scuola e dei soggetti formatori. Come commissione lavoreremo, in questa fase iniziale (è operativa da gennaio, ndr.) per avere un quadro complessivo della situazione e dopo avere ascoltato gli assessori alla Sanità e al Welfare (nelle precedenti audizioni) andremo a sentire il personale dei Sert e dei Dipartimenti che si occupano del problema tossicodipendenze, quindi le scuole”.
“In questa fase raccogliamo dati e cerchiamo di fare un ragionamento costruttivo, con la volontà di usare un approccio originale, uscendo dal nostro piccolo orticello. Boccali ha ragione quando dice che bisogna andare al di là delle strumentalizzazioni, di cui non c’è alcun bisogno perché le dimensioni del fenomeno sono tali che la nostra società vacilla”: anche nelle parole di Franco Zaffini (Fare Italia), che ha fortemente voluto l’istituzione della commissione antidroga, affiora l’intenzione di unire le forze per fronteggiare la piaga dello spaccio e della mortalità per overdose. La vicepresidente della Commissione Maria Rosi (Pdl) ha riconosciuto che il sindaco di Perugia “non ha tutte le colpe, ma si è ritrovato con una eredità pesante”. Per Rosi occorre intervenire per rivitalizzare il centro storico e presidiare anche le altre zone della città, come i parchi, dove la presenza degli spacciatori allontana i cittadini. “Inoltre – ha aggiunto – rimane fondamentale il ruolo della scuola per fare opera di informazione e prevenzione. Per Paolo Brutti (IdV) è necessaria una “grande azione di contrasto con il motto ‘tolleranza zero’, per evitare che l’Umbria diventi una zona franca tipo San Marino, non sul terreno finanziario ma dello spaccio. Da parte nostra cercheremo di innovare in campo legislativo, per esempio per poter impedire che si aprano quattro kebab vicino Pozzo Sorbello, dal momento che il sindaco ci ha detto di non avere nessuna possibilità di intervento”. Per Damiano Stufara (Prc-FdS) è giusta l’idea di un patto comune fra istituzioni e forze sociali per “lanciare un’offensiva attraverso un’azione corale, senza fare scaricabarile. E’ chiaro che il Governo deve intervenire: prevenzione, cura e riduzione del danno hanno subito una progressiva diminuzione delle risorse”. Per il capogruppo di Rifondazione ci sono anche interrogativi senza risposta: “i proventi dello spaccio di droga ammontano a qualche centinaio di milioni di euro – ha ricordato – ma non tutti finiscono fuori regione; dovremmo scoprire chi, in Umbria, si arricchisce con questi traffici”.
Dopo l’audizione di Boccali, sono stati ascoltati altri rappresentanti dei Comuni umbri. Per il Comune di Narni è intervenuto Massimiliano Spaziani, operatore sociale dei nove Comuni dell’Amerino, che ha portato il suo contributo di esperienza sul campo: “Non hanno alcun effetto sui giovani gli inviti a non drogarsi anzi – ha detto – proibire è un atteggiamento suicida perché i ragazzi fanno esattamente il contrario. La scuola è comunque fondamentale, quando riesce a dare risposte intelligenti”. Nell’Amerino il consumo di droga è in aumento. La merce proviene da Terni o da Roma.
Virginio Lipparoni, vicesindaco di Marsciano (Comune capofila della media valle del Tevere) ha riferito che il Sert locale segue 150 persone su 56mila abitanti. Nel 2011 non si sono verificati decessi, ma negli ultimi cinque anni 4 persone sono morte per overdose, di cui due non residenti. Ha suggerito di stornare risorse per dirottarle sulla promozione dell’attività sportiva, che risulta ottimo strumento di prevenzione ma i cui costi per le famiglie, in tempi di forte crisi, divengono insostenibili. PG/