SENSIBILITÀ CHIMICA MULTIPLA: AUDIZIONE DEL COMITATO UMBRO MCS E DEGLI ESPERTI DELLA SANITÀ IN TERZA COMMISSIONE

La Terza commissione consiliare, presieduta da Attilio Solinas, è tornata ad occuparsi delle necessità assistenziali delle persone affette da Sensibilità Chimica Multipla (Mcs). I malati, una quarantina in Umbria, chiedono un'assistenza sanitaria “mirata, diversa da quella tradizionale”.

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30 Apr 2016 11:45

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(Acs) Perugia, 30 aprile 2016 – Nel corso delle audizioni di questa settimana, la commissione Sanità e Servizi sociali dell'Assemblea legislativa, presieduta da Attilio Solinas, è tornata ad occuparsi della richiesta inerente le necessità assistenziali delle persone affette da malattie rare e, in particolare, dalla sindrome da Sensibilità Chimica Multipla (Mcs). Sono stati ascoltati sul tema la presidente del comitato umbro Mcs, Viviana Ferrami, e alcuni esperti professionisti della sanità: Giacomo Muzzi dell'Università di Perugia, Massimo Formica neurologo di Isde Italia e Gianni Giovannini, responsabile della Programmazione socio-sanitaria dell'assistenza distrettuale e ospedaliera.

Viviana Ferrami ha riferito ai commissari presenti (oltre al presidente Solinas, i consiglieri Marco Squarta-FDI, Carla Casciari e Marco Vinicio Guasticchi-PD, Sergio De Vincenzi-RP, Silvano Rometti-SeR) che la Sensibilità chimica multipla è una “patologia legata alle sostanze petrolchimiche che agiscono sul nostro corpo. Provoca un gran numero di intolleranze a sostanze chimiche quali profumi, deodoranti, detersivi, prodotti per l'edilizia, gomme e plastiche, conservanti e additivi alimentari, gas di scarico e combustibili, tessuti sintetici, emissioni industriali, pesticidi, insetticidi, erbicidi, persino farmaci e molte altre e rende impossibile ai malati perfino una normale trafila in ambiente ospedaliero. Siamo almeno quaranta persone in Umbria, chiediamo un'assistenza sanitaria mirata, diversa da quella tradizionale, in un ambiente idoneo, bonificato con il vapore”.

Giacomo Muzi ha spiegato che si tratta di un “insieme di sintomi molto diversi da caso a caso. Anche la definizione di ogni singolo caso è complessa: condizione cronica che causa alterazione dello stile di vita con caratteristica ipersensibilità a odori. In presenza di sostanze a concentrazione molto inferiore rispetto alla norma di quanto viene tollerato, questi malati hanno disturbi di vario genere. Le risposte a sostanze chimiche multiple, le più diverse, sono in grado di indurre sintomi completamente diversi da soggetto a soggetto. Sicuramente stanno male, hanno una non buona qualità della vita, se lavorano e insorgono disturbi si verifica un grosso problema. È necessario un approccio razionale. Chi ha disturbi di questo tipo ha problemi anche di natura psicologica. Esistono procedure da seguire per la diagnosi. Il trattamento non è facile perché le cause sono molto diverse e anche le risposte dell'individuo. La riduzione della esposizione a sostante fastidiose è l'obiettivo da perseguire, per quanto possibile”.

Massimo Formica ha detto che “si tratta di un problema complesso e bisogna porre attenzione al meccanismo delle mille sostanze chimiche, dall'arsenico in giù, che sono presenti. Meccanismo evocabile anche per lo stress, patologia somatopsichica e anche il contrario. Dal punto di vista epigenetico, con certezza sappiamo che piccole quantità di sostanze inerti cambiano il destino genico, la persona sta terribilmente male, può scivolare in patologia cronica degenerativa”.

Gianni Giovannini ha ricordato che la Regione “ha già espresso la non condivisione del riconoscimento della patologia, muovendo dal fatto che le patologie non possono essere riconosciute da amministrazioni politiche con una legge. La Regione non può definire una malattia. Poi c'è la difficoltà a fare diagnosi, perché non facilmente riconoscibile dai medici. Le patologie rare le riconosce non la Regione ma il ministero della Salute, che sembra riluttante al riconoscimento. Ci impegneremo a vedere cosa fanno le altre Regioni e poi riferiremo alla Commissione”.

Al termine dell'audizione, il presidente della Commissione, Attilio Solinas, ha detto: “Abbiamo ascoltato con interesse e sarà nostro compito sollecitare la Giunta per trovare adeguate modalità di assistenza a questi pazienti. Vedremo quali procedure sono state attuate in altre Regioni. La patologia non è ancora ben definita dal punto di vista diagnostico e terapeutico ed è chiaro che senza evidenze scientifiche la politica non può tirare le conclusioni e fare le leggi”.

Il consigliere regionale Marco Squarta (Fd'I) ha detto che “davanti a malattie di questo tipo e alle grandi difficoltà di queste persone, è necessario dare una risposta. Non sono malattie che si inventano. Cerchiamo di capire perché altre Regioni sono avanti e hanno dei centri specifici. Facciamolo anche noi”.

Per Marco Vinicio Guasticchi (PD) è “giusto dare sollievo e sostegno economico a un gruppo di persone ancorché esiguo. Vediamo cosa hanno fatto Lazio e Lombardia”.

Per il consigliere Silvano Rometti (SeR) “si deve tener conto delle nuove patologie dovute all'inquinamento, dibattito che non attiene a questa commissione. Dobbiamo però constatare che in Umbria ci sono 40 persone che non possono essere abbandonate a sé stesse. Sollecitiamo la Giunta a riprendere la questione e fare passi avanti”. PG/

Ultimo aggiornamento: 21/09/2016