SCUOLE MONTANE: “SALVAGUARDARE L’OFFERTA FORMATIVA NELLE AREE SVANTAGGIATE” – INTERROGAZIONE DI STUFARA (PRC)
24 Lug 2010 01:00
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(Acs) Perugia, 24 luglio 2010 - Damiano Stufara, capogruppo regionale Prc-Federazione della sinistra, con una interrogazione, chiede alla Giunta regionale quali misure e atti urgenti si intendano adottare “per rispondere alla politica del governo sulla scuola pubblica, al fine di contrastare le ricadute sociali negative per ciò che riguarda la salvaguardia della qualità dell'offerta formativa, la garanzia del diritto allo studio dei cittadini residenti nei Comuni montani, la tenuta occupazionale e la risposta ai nuovi scenari che le famiglie e le donne lavoratrici umbre si troveranno ad affrontare”.
A giudizio di Stufara è in atto da tempo un'offensiva contro la scuola pubblica statale “attraverso una progressiva diminuzione delle risorse investite e aumento dei contributi pubblici alle scuole private. Una politica che peraltro – ricorda - è sotto osservazione da parte della Commissione europea sulla concorrenza”. Stufara evidenzia come i vari provvedimenti ‘Gelmini’ di riordino della scuola e la manovra finanziaria del governo determinino “un forte impatto negativo nei sistemi scolastici e nell'offerta formativa dei Comuni montani, con la chiusura di molti istituti e plessi scolastici. Una situazione – spiega - che colpirà in maniera drammatica l’Umbria, dove i Comuni montani rappresentano la quasi totalità di quelli umbri”. Stufara punta quindi l’attenzione sul fatto che, in vista dell’avvio dell'anno scolastico 2010/2011, l’Ufficio scolastico regionale non ha richiesto “né il riconoscimento dello status geomorfologico particolare che garantisce di accedere alle agevolazioni per la formazione delle classi, né ha disposto l’accantonamento di un’aliquota di posti delle dotazioni regionali. Si inoltre – aggiunge - che la situazione della nostra Regione sia già compromessa dallo scorso anno in cui non si è valutata la situazione in termini di orografia del territorio nella riorganizzazione della rete scolastica. Da parte dell’Usr non sono poi stati richiesti fondi per la gestione dell'attuale situazione di crisi. E tutto ciò - spiega Stufara – avrà ripercussioni negative sul mantenimento del numero dei plessi scolastici sulla qualità dell'offerta formativa, sull'accesso al diritto allo studio per tutti, comportando ulteriori tagli ai posti di lavoro. “E già nello scorso anno – spiega Stufara - i Comuni montani hanno risentito del forte taglio dei docenti, della chiusura di plessi e dell'accorpamento delle classi. Molti Comuni montani per far fronte ad alcune situazioni di crisi e per garantire il diritto e la qualità dell'offerta formativa hanno attuato politiche di deviazione di fondi gravando sul bilancio corrente nella misura del 25 per cento circa. Politiche di bilancio, che data la natura e la quantità dell'ultima manovra, sarà difficile riproporre per molti Comuni”. I Comuni montani – spiega Stufara - già risentono di processi di rarefazione, con forti emigrazioni verso la città. La chiusura definitiva dei servizi primari, come la scuola, rischia d'incentivare il processo. Gli attuali tagli incideranno gravemente sulle famiglie, già gravate dalla crisi economica, e sopratutto sulle madri lavoratrici, che si trovano ora senza un supporto fondamentale, con una prevedibile ricaduta negativa sul loro status e in contrasto ad ogni politica di pari opportunità”.
Il capogruppo di Rifondazione comunista sottolinea infine nell’interrogazione le numerose iniziative messe in atto per “contrastare il taglio dell’offerta scolastica nella aree montane”. Ricorda le “manifestazioni di genitori, insegnanti, operatori scolastici e precari contro i tagli del governo; l’ordine del giorno proposto dai Rifondazione comunista e approvato nei Comuni di Gubbio, San Giustino, Città di Castello, Perugia e Umbertide in difesa della scuola pubblica e in rispetto delle norme a tutela dei Comuni montani; il documento stilato dal Comune di Montegabbione il 21 giugno 2010 a difesa della scuola pubblica nei Comuni montani al quale hanno aderito 32 comuni e gli assessori all'Istruzione e Diritto allo Studio, della Regione Umbria, delle Province di Perugia e Terni, il coordinatore-Scuola dell’Anci Umbria, il presidente dell’Uncem-Umbria”. Stufara da quindi atto dell’iniziativa all’assessore regionale che insieme ai sindaci dei Comuni montani ha incontrato l’Usr per per avviare un tavolo permanente di confronto sulla scuola tra Regione e enti Locali, sulla base del documento di Montegabbione, impegnandosi anche a riportare la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni. E l’Anci Umbria, che si è già attivato nei confronti dell’Ufficio scolastico regionale, sta promuovendo una campagna informativa verso le altre Regioni d'Italia, al fine di far diventare nazionale una rivendicazione regionale a difesa della scuola diffusa sul territorio e della popolazione dei territori montani”. TB