(Acs) Perugia, 19 luglio 2010 – Riequilibrare l’offerta formativa sul territorio evitando interferenze e sovrapposizioni; procedere a un graduale allineamento e al riordino dell’istruzione secondaria superiore; compatibilità con le strutture, con le risorse strumentali e con le attrezzature esistenti; particolare attenzione all’istruzione tecnico professionale perché legata strettamente con il mondo del lavoro. Sono le linee guida sulle quali vengono basati i criteri e le procedure per la programmazione territoriale dell’offerta di istruzione secondaria di II grado per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 in Umbria. Della proposta di atto amministrativo di iniziativa della Giunta regionale, se ne è parlato nella riunione odierna della III° Commissione consiliare presieduta da Massimo Buconi. Ad illustrare tecnicamente l’atto è stata Paola Chiodini (funzionario dell’assessorato regionale. Le riflessioni politiche avverrano alla presenza dell’assessore Carla Casciari il prossimo giovedì), che ha ricordato come, per il 2010/2011, l’offerta formativa e stata fatta direttamente dal Miur e che la definizione di criteri per la programmazione della rete scolastica per i futuri due anni scolastici diventa necessaria sia per un possibile trasferimento delle competenze alle Regioni nella gestione dell’istruzione, sia per cercare di limitare o attutire gli effetti dei tagli degli organici del personale docente (- 313 posti) e di quello Ata. Nella programmazione futura dovranno essere valutate anche le richieste delle autonomie scolastiche e degli Enti locali rispetto all’istituzione di nuovi indirizzi, le eventuali aggregazioni e le nuove distribuzioni territoriali. A livello regionale, stando agli intendimenti della Giunta, si dovrà cercare di recuperare una formazione maggiormente orientata verso il turismo distribuendola, in modo più omogeneo, nel territorio regionale. Nell’ambito degli Istituti professionali, l’offerta formativa viene particolarmente semplificata con l’applicazione dei nuovi regolamenti e individua due soli indirizzi nel settore Industria e Artigianato: “Manutenzione e assistenza tecnica” e “Produzioni industriali e artigianali”. E’ stata anche evidenziata la necessità di un riequilibrio e di un ampliamento dell’offerta formativa attraverso una attenta assegnazione di opzioni (istruzione liceale) e di articolazioni (istruzione tecnica) al fine di garantire una diffusione nel territorio regionale più omogenea di offerte.
E’ stato anche evidenziato che la programmazione territoriale degli indirizzi debba tenere conto degli ambiti funzionali territoriali. La programmazione dovrà essere, quindi, partecipata attraverso apposite conferenze di territorio e si dovrà attentamente tener conto delle attese e dei bisogni espressi dal territorio stesso. I Piani di offerta formativa dovranno presentare opportunità di interazione-cooperazione sistematica tra sistema formativo e mondo del lavoro. Per quanto riguarda l’offerta formativa relativa all’istruzione professionale, si prevede che, anche gli istituti professionali statali, oltre alle istituzioni formative accreditate dalla Regione, possano erogare, nell’ambito della programmazione regionale, percorsi della formazione professionale, secondo specifici accordi fra la Regione Umbria e il Miur.
Per quanto riguarda i processi programmatori, nei quali vengono coinvolte soprattutto le Province alle quali gli viene riconosciuto il ruolo di proponenti dell’offerta, anche se l’atto conclusivo della programmazione viene votato dal Consiglio regionale, su proposta del presidente della Commissione è stato deciso di approndire ulteriormente i ruoli. La Commissione ha anche programmato per il prossimo mercoledì, 21 luglio alle ore 12 a Palazzo Cesaroni, una audizione alla quale parteciperanno: Anci, Province, Ufficio scolastico regionale e Organizzazione sindacali.
A margine dei lavori, per Gianluca Cirignoni (Lega nord) “La scuola è fondamentale per il futuro della nostra regione. La Giunta regionale – ha aggiunto - sembra aver recepito lo spirito di razionalizzare la scuola tagliando il ‘di più’ dal punto di vista formativo dedicandosi invece a quei corsi che possono creare valore aggiunto per la nostra economia regionale. Sarà fondamentale riallacciare la cinghia di trasmissione tra gli istituti formativi professionali e la nostra piccola e media impresa”. Il presidente della Commissione Massimo Buconi (Socialisti e riformisti) ha evidenziato che “è necessario innanzitutto risolvere la questione della funzionalità degli Ambiti territoriali scolastici attraverso la nomina degli organi di gestione, perché altrimenti risulterebbe difficile per le Province e per la stessa Regione dialogare con un organo non definito che deve invece necessariamente esprimersi. Vanno poi chiarite le competenze tra Province e Regione e su chi è titolato ad approvare l’istituzione, la soppressione, la modifica o l’accorpamento di nuovi indirizzi o istituti”.
Tra i punti all’ordine del giorno, sempre in tema di istruzione, era prevista anche l’ “Informativa su iniziative in corso in materia di assolvimento degli obblighi scolastici”. Si tratta, come ha spiegato il funzionario dell’assessorato regionale, Lorella La Rocca, di corsi organizzati dalla Regione per ottemperare all’obbligo di istruzione. Sono stati oltre 260 i partecipanti al corso nel precedente anno scolastico e il numero è in costante crescita. Gli utenti sono principalmente soggetti a rischio di dispersione scolastica. Il 40 per cento circa dei partecipanti sono stranieri. Il corso, triennale, rilascia una qualifica professionale. Nel territorio umbro sono dieci le Agenzie formative accreditate. La Regione, come pure negli scorsi anni, per dar modo di iniziare i corsi nel mese di settembre, ha adottato gli indirizzi da trasmettere alle Province (gestori dei corsi) che hanno già raccolto i progetti necessari. Ad oggi però manca il decreto del ministero del Lavoro per la ripartizione delle risorse a livello regionale, che avverrà comunque, come è stato garantito in un incontro a Roma, nei giorni scorsi con i rappresentanti delle Regioni, entro il prossimo 30 luglio. I fondi, a livello nazionale, ammontano a 200 milioni di euro, per l’Umbria sono previste risorse di poco superiori ai 750 mila euro. RED/as