(Acs) Perugia 6 ottobre 2010 – “La mobilitazione del mondo della scuola indetta per venerdì prossimo, 8 ottobre, non è solamente una risposta all'attacco perpetrato dall'attuale governo all'istruzione pubblica, ma si configura come una fondamentale battaglia di civiltà”.
Lo afferma il capogruppo di Prc in Consiglio regionale Damiano Stufara, annunciando il sostegno pieno e convinto del gruppo consiliare di Rifondazione comunista allo sciopero di venerdì 8, “nella convinzione che l'unione delle lotte sia la sola forza oggettivamente in grado di sconfiggere le controriforme delle destre in Italia”.
Per Stufara, “la presunta 'riforma epocale' della scuola strombazzata dal ministro Gelmini - solo in Umbria, nel biennio 2010-2011, elimina 1300 i posti di lavoro, e questi numeri evidenziano la gravità della situazione nella nostra regione - si rivela per la sua essenza: decine di migliaia di posti di lavoro tagliati, 1.600 scuole senza preside, classi sovraffollate in deroga alle norme vigenti, sostegno negato agli studenti con disabilità”.
Il tutto, osserva Stufara, “mentre si organizzano vergognosi corsi di addestramento all'uso delle armi e si perpetuano i finanziamenti alle scuole private, i quali, in spregio al dettato costituzionale, superano i 500 milioni di euro fra contributi diretti, buoni scolastici e progetti annuali”.
Contro questa logica “classista”, precisa ancora il capigruppo di Prc, “è quanto mai necessario ribadire che la scuola pubblica è un inestimabile patrimonio per il presente ed il futuro di noi tutti, che costituisce nel nostro paese uno degli ultimi fattori di democrazia reale e di giustizia sociale. In tal senso il movimento di massa che in queste settimane sta unendo studenti, lavoratori della conoscenza, precari della scuola e docenti, costituisce l'alternativa vivente all'attuale sistema economico e scolastico, sempre più appiattito sulla difesa degli interessi dei pochi e sulle politiche di svendita del patrimonio pubblico.
La difesa dell'istruzione pubblica, conclude Stufara, lungi dall'essere una battaglia di retroguardia, è l'occasione per riaffermare l'esigenza di realizzare quest'alternativa, sostituendo ai privilegi di pochi i diritti di tutti”. GC/gc