(Acs) Perugia, 12 giugno 2014 – La Giunta spieghi “l'entità della spesa sostenuta nel corso degli anni dalla Regione Umbria per l'acquisto del farmaco 'Lucentis' invitando l'Esecutivo nazionale (alla luce degli atti del Consiglio superiore della Sanità, delle sanzioni comminate dall'Antitrust e della richiesta risarcitoria del ministero della Salute) a intraprendere tutte le azioni di sua competenza per vedere riconosciuto il giusto risarcimento del danno economico al sistema sanitario regionale”. Lo chiede, con una interrogazione, il capogruppo Udc a Palazzo Cesaroni, Sandra Monacelli.
Il consigliere regionale spiega che “Avastin, prodotto dalla Novartis, e Lucentis, prodotto dalla Roche, sono due farmaci utilizzati nelle cure oftalmologiche che il Consiglio superiore della Sanità ha definito equivalenti, ma venduti con un prezzo enormemente diverso: 81 euro il primo, circa 900 euro il secondo. Al momento è in corso una inchiesta da parte della magistratura sulla vicenda legata ai due farmaci, che vede coinvolte le aziende Roche e Novartis accusate di aver fatto cartello”.
Monacelli aggiunge che “tale vicenda era stata segnalata per prima dalla sottoscritta al Governo nazionale attraverso una interrogazione dell'aprile 2007 durante l'esercizio del mandato di senatrice della Repubblica. Successivamente sono state presentate da altri parlamentari ulteriori interrogazioni; associazioni di categoria e di consumatori hanno presentato denunce alle autorità competenti e le procure di Torino e Roma hanno aperto due inchieste che hanno portato nei giorni scorsi anche alla perquisizione della sede dell'Associazione italiana del farmaco (Aifa)”.
Nell'atto ispettivo si fa riferimento “alla multa complessiva da 180 milioni di euro comminata alle società dall'autorità Antitrust” e alla richiesta di risarcimento da 1,2 miliardi di euro, relativamente agli ultimi tre anni, avanzata dal ministero della salute”.
Monacelli evidenzia che “in virtù di tutto ciò la sanità pubblica ha sostenuto delle spese in più, non dovute, per acquistare il farmaco più costoso”. Inoltre “essendo l'utilizzo di questa tipologia di farmaci particolarmente diffuso, la Regione Umbria, alla pari delle altre Regioni italiane, ha subito un grave danno economico”. MP/