SANITÀ UMBRA: DA CHIARIRE L'ACCERTAMENTO DELLE PENSIONI DI INVALIDITÀ E I RUOLI DI INPS E COMMISSIONI ASL; PRIME RISPOSTE SU RIABILITAZIONE, DECALOGO E SLA; - LA III COMMISSIONE HA ASCOLTATO I DIRIGENTI REGIONALI

 La terza Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni ha ascoltato i dirigenti sanitari della Regione Umbria su temi sanitari specifici, emersi nel corso di precedenti audizioni sollecitate da organizzazioni ed associazioni di cittadini. Dall'incontro è emerso un quadro non sufficientemente chiaro relativo agli accertamenti delle pensioni Inps di invalidità, in particolare sul ruolo delle commissioni che operano nelle Asl umbre e su quello dell'Inps, i cui rappresentanti da settembre non parteciperebbero più agli accertamenti collegiali.

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03 Mag 2011 01:00

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(Acs) Perugia, 3 maggio 2011 – L'audizione in terza Commissione dei massimi dirigenti della sanità umbra (il direttore generale Emilio Duca, accompagnata da Maria Donata Giaimo e Marcello Catanelli) svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni, ha consentito di avere prime risposte su alcuni dei problemi di tipo sociosanitario ed assistenziale portati all’attenzione della stessa Commissione da associazioni, categorie ed organizzazioni di pazienti, anche se vanno ulteriormente approfondite le modalità di accertamento e controllo delle pensioni di invalidità erogate dall'Inps e il ruolo delle commissioni attive nelle Asl e dello stesso Istituto di previdenza.

L'audizione, che per la rilevanza e il numero dei temi da trattare è stata aggiornata ad una successiva seduta, ha affrontato quattro argomenti sui sette indicati dal presidente Massimo Buconi. Dopo il tema attualissimo dei rapporti fra Asl umbre ed Inps sulle modalità di accertamento delle pensioni di invalidità e dei controlli sui soggetti beneficiari di indennità di accompagnamento, i dirigenti regionali della sanità sono intervenuti sulla richiesta di prevedere forme di riabilitazione per i pazienti cardiopatici; sull'applicazione del cosiddetto Decalogo sulla semplificazione dei percorsi sanitari fissato dalla Regione con la Delibera 69 del 2009 e, in ultimo, l'assistenza nei confronti dei malati di Sla.

In una prossima riunione della Commissione gli stessi dirigenti verranno ascoltati su altri tre argomenti: i problemi del servizio di onco-ematologia dell''Ospedale di Terni; le strutture di per la cosiddetta 'assistenza intermedia' presenti nel territorio; e lo stato di attuazione della informatizzazione dei servizi sanitari.

Sulla delicata vicenda degli Accertamenti e controlli delle pensioni Inps, oggetto di un precedente incontro con responsabili regionali dell'istituto, è emerso il seguente quadro. I dirigenti hanno evidenziato le difficoltà di applicazione del protocollo nazionale elaborato per gli accertamenti, “costituito da un software lacunoso, poco più di una demo” che tutte le Regioni, tranne l'Umbria e poche altre, hanno contestato e non applicato fin dall'inizio. Nonostante ciò il programma è ancora utilizzato dalle Asl umbre, “ma - hanno precisato i dirigenti regionali - da settembre in poi, su richiesta della stessa Inps, il rappresentante dell'Istituto nazionale non ha più partecipato ai lavori delle commissioni, e la stessa cosa avviene in altre Regioni, con la conseguenza che i nostri verbali di accertamento non sono considerati validi. Ci risulta - hanno aggiunto – che l'Inps ha provveduto a richiamare i pazienti già esaminati dalle commissioni, fino a cento verifiche al giorno, ma senza fare una nuova visita medica, inviando la documentazione su cui decidere a Roma. Questo comporta che le Asl non conoscono l'esito finale degli accertamenti e dopo mesi non lo conoscono nemmeno i diretti interessati”. Il fatto è che, dopo una collaborazione iniziale assicurata comunque dalle Asl umbre, l'Istituto preferisce applicare in proprio i parametri contestati. In questa situazione la Asl 2 si è rifiutata di collaborare e dal primo maggio si comporterà così anche la Asl 3. Dall'incontro, al termine del quale da più parti è emersa la richiesta di un confronto diretto in terza Commissione, fra dirigenti delle Asl umbre ed Inps, è emerso anche che l'Inps sta richiamando in visita soggetti titolari di pensioni, dopo la scadenza del periodo di invalidità riconosciuto, con la conseguente perdita dell'indennità.

Sul secondo argomento trattato, la necessità di istituire uno specifico Servizio di Riabilitazione cardiologica, posto alla terza Commissione dalla associazione “Cuor di leone di Terni”, la dirigenza sanitaria ha osservato che il servizio non è previsto dal Piano sanitario vigente, anche perché per una chiara scelta di politica sanitaria, l'intera struttura riabilitativa non opera per compartimenti stagni, ma fa riferimento a sei grandi reti cliniche relative alle aree (età evolutiva materno infantile; riabilitazione in genere che ricomprende anche quella cardiologica; diagnostica laboratori, malattie rare, oncologia e malattie mentali, nata per ultima). Su questa logica delle reti cliniche interattive opera l'intero comparto della cardiologia, con al centro la prevenzione e la riabilitazione, in primo luogo degli infarti. Per questa patologia sono previste procedure che si attivano operativamente fin dalla chiamata di emergenza al servizio 118, per stabilire con accertamenti telefonici in corso di evento, presso quale ospedale della rete è più opportuno indirizzare il paziente, evitando anche il passaggio dal pronto soccorso.

Sui problemi di applicazione del Decalogo sulla semplificazione (delibera della Giunta regionale 69 del 2009) in particolare sull'obbligo della prescrizione dei farmaci riservata ai soli medici di famiglia, anche per malattie croniche e conclamate, che obbliga i cittadini alla trascrizione dei farmaci prescritti con ricettari bianchi dagli specialisti (critica sollevata dai medici di medicina generale e dalle associazioni di consumatori Adoc e Movimento difesa dei cittadini), l'audizione dei dirigenti sanitari ha messo in evidenza come il problema sia particolarmente evidente solo nelle due Aziende ospedaliere di Perugia e Terni, dove si concentra il maggior numero di specialisti che non rispondono alle Asl, e solo per determinati comparti (oncologico, ematologico, nefrologico ed oculistico). In questo caso, hanno assicurato i dirigenti ascoltati che considerano il Decalogo, “tutt'ora valido ma non ancora ben applicato”, si pensa di correggere il meccanismo riconoscendo la possibilità di prescrivere farmaci direttamente agli specialisti consultati.

Ultimo tema, quello relativo alla Assistenza ai malati di Sla. La particolarità di questa malattia, è stato detto, sta nel peso e nella complessità della assistenza domiciliare che in alcuni casi richiede tempestivi interventi specialistici e nella assistenza protesica con la continua innovazione degli strumenti elettronici idonei a far comunicare il paziente. E' comunque difficile poter garantire l'assistenza nelle 24 ore come richiede la patologia, ma data l'esiguità dei casi, come assessorato si sta pensando all'ipotesi di prevedere incentivi finanziari per venire incontro alle famiglie messe a dura prova da questa patologia per la cui diagnosi e cura specialistica, la Regione si sta orientando ad attrezzare un unico servizio. GC/gc

Ultimo aggiornamento: 03/05/2011