(Acs) Perugia, 9 giugno 2011 – “Sui criteri di nomina dei primari ospedalieri e dei direttori generali, la Giunta regionale ha costruito un suo disegno di legge che sarà approvato dalla maggioranza, e che si limita a fare piccoli ritocchi alla normativa attuale, senza limitare la discrezionalità nella nomina che rimane totalmente nelle mani del direttore generale e quindi della politica”. Lo afferma il capogruppo del Pdl Raffaele Nevi in relazione ai lavori della Prima Commissione consiliare, che ieri ha iniziato la discussione dell'atto della Giunta e delle altre due proposte di legge sull'argomento (a firma di Pdl e Idv, sempre sulla modifica dei criteri di nomina dei primari ospedalieri e dei direttori generali) precisando che le proposte “fanno seguito all’irrompere dell’inchiesta su Sanitopoli”.
“Come Pdl - ricorda Nevi - avevamo proposto, sulla base di quanto già si fa in Emilia Romagna, una soluzione tecnica dei curricula che avrebbe portato alla scelta solo sulla base di competenza e capacità. Ma nel disegno di legge della Giunta anche per i direttori generali, non ci sono sostanziali novità, sia per ciò che attiene la nomina, che rimane esclusiva competenza della Presidente che scegli sulla base di un elenco di idonei molto ampio e senza minimamente coinvolgere il Consiglio regionale, come da noi proposto, sia per ciò che attiene la revoca, che è agganciata sempre agli stessi criteri e non può essere fatta se ci fossero gravi motivi che attengono alla violazione di principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione, come avevamo proposto noi e come contenuto ad esempio nella legge della Regione Lazio. In sostanza - aggiunge Raffaele Nevi - se si ripetesse il caso Rosignoli, la presidente Marini, anche volendo, non lo potrebbe revocare l’incarico. Nella proposta della Giunta c'è poi una novità assoluta sulla possibilità di eliminare il tetto dei dieci anni di attività massima che può svolgere un direttore generale, ipotesi criticata ampiamente da noi ma anche dai consiglieri da Stufara (Prc – FdS) e Barberini (Pd), che ha anche presentato emendamento”.
“In pratica – continua il capogruppo del Pdl a Palazzo Cesaroni - se passasse la norma, contenuta all’articolo 8 comma 7 del disegno di legge della Giunta, un direttore generale potrebbe ricoprire il suo ruolo per dieci anni e poi cambiando azienda potrebbe continuare per altri dieci e così via, fono ad ipotetici 60 anni, visto che le nostre aziende sono sei. Arriveremmo all’assurdità che il presidente della Regione passa e i direttori generali di sua fiducia rimangono, alla faccia di evitare le incrostazioni e favorire il ricambio di incarichi di così grande potere”. Nevi, che annuncia nuovi emendamenti al testo della Giunta, in ultimo si augura che nella votazione in Commissione, prevista per mercoledì prossimo, “la Giunta ripensi il provvedimento e lo modifichi, recependo i nostri emendamenti e quello di Barberini sulla durata degli incarichi, in modo tale che si ponga fine alla commistione fra politica e gestione della sanità e si arrivi ad una maggiore qualità di servizi. Diversamente - conclude - non ci rimarrebbe che fare una dura opposizione in Aula e denunciare la assoluta incapacità del centro sinistra a fare riforme vere e strutturali nell’interesse degli umbri”. GC/gc