(Acs) Perugia, 20 dicembre 2011 – Il disegno di legge predisposto dall'Esecutivo di Palazzo Donini per la sospensione dell'applicazione delle norme sulle nomine di primari e direttori generali nelle aziende ospedaliero-universitarie è stato respinto dall'Assemblea regionale che ha espresso 14 voti favorevoli (Pd e Psi) su 28 presenti mentre 9 consiglieri hanno votato no (Pdl, Fare Italia, Lega nord) e 5 si sono astenuti (Idv, Prc, Udc). Il provvedimento è stato respinto non essendosi formata una maggioranza di voti favorevoli, dato che la somma dei voti contrari e delle astensioni è risultata pari ai sì.
LE RELAZIONI.
Per LUCA BARBERINI (PD) – “L’esigenza di intervenire si è determinata a seguito dell’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale da parte della presidenza del Consiglio dei ministri (Governo Berlusconi). I profili di illegittimità costituzionale riguardano la nomina, la valutazione, la revoca dei Direttori generali delle Aziende ospedaliere universitarie, senza prevedere alcuna forma di coinvolgimento delle strutture universitarie, violando il decreto legislativo 517. Sostanzialmente, le norme regionali violano i principi fondamentali in materia di tutela della salute riservate alla legislazione statale, l’autonomia universitaria e il principio di leale collaborazione tra Università e Regione”.
ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Pdl) ha espresso una valutazione negativa per “l’irritualità con cui si è tentato di mettere questo atto nell’assestamento di bilancio, qualche giorno fa, in maniera quasi surrettizia, il che ci fa pensare che forse conteneva dell’altro” e per “la previsione di non applicare procedure di controllo e di selezione abbastanza rigorose per quanto concerne la nomina delle apicalità delle Aziende ospedaliere. Pensiamo che quelle conquiste faticosamente ottenute, per dare più trasparenza, più controllo e limitazione virtuosa del potere all’epoca della Giunta regionale debbano valere a maggior ragione per l'Università”. AS/MP