(Acs) Perugia, 5 ottobre 2010 – La Giunta regionale chiarisca quanti “incarichi apicali all’interno delle Aziende sanitarie e delle Aziende ospedaliere umbre siano stati conferiti dall’entrata in vigore della cosiddetta 'Legge Bindi' (Decreto Legislativo n° 229/99) e per quali professionalità, evidentemente ritenute non ricopribili attraverso le procedure concorsuali previste dalla norma in questione”. Lo chiede, con una interrogazione a risposta scritta, il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl).
Ricordato che “è in corso un’indagine della magistratura inerente l’ipotesi di gravi reati compiuti nel sistema sanitario regionale, in particolar modo riguardanti la Azienda Usl n. 3 e che tra altre ipotesi di reato, si prefigura una mancanza di trasparenza nelle assunzioni, con potenziali ricadute che potrebbero riguardare anche la dirigenza sanitaria”, Lignani Marchesani evidenzia che “nel sistema sanitario umbro si è fatto uso delle procedure di selezione dei direttori di servizio del personale medico e veterinario attraverso il ricorso all’articolo 15 septies del decreto legislativo n. 229 del 1999 (cosiddetta 'Legge Bindi'), che dovrebbe essere utilizzato in caso di professionalità non facilmente disponibili all’interno delle Aziende sanitarie, mentre la normale prassi implicherebbe l’applicazione del decreto del presidente della repubblica n. 484 del 1997: con tali errate interpretazioni si sono conferiti con discrezionalità forzata gli incarichi apicali di direttore di servizio (che in alcuni casi sono successivamente diventati direttori di dipartimento)”. MP/mp