(Acs) Perugia, 10 gennaio 2012 – La Giunta regionale spieghi “quali provvedimenti intende assumere in ordine all'evidente e certificata criticità del sistema ospedaliero regionale ed alla necessità di una sua conseguente razionalizzazione, più volte annunciata ma non ancora attuata”. Lo chiede, con una interrogazione, il capogruppo Udc a Palazzo Cesaroni, Sandra Monacelli, rimarcando che “la sanità, pur occupando la voce più consistente del bilancio regionale, risente delle misure imposte per fronteggiare la pesante crisi del Paese che non può prescindere dalla configurazione di più adeguati assetti regionali. Va quindi definita una visione strategica complessiva nella quale siano ripensate le singole strutture ospedaliere, compresi i criteri di assegnazione dei posti letto, da attribuire sulla base delle effettive necessità e non per soddisfare le richieste di ospedali troppo uguali nelle funzioni e non più capaci di rispondere alle mutate esigenze sociali e sanitarie”.
Monacelli osserva che “presso l'ospedale Santa Maria della Misericordia ancora una volta è stata certificata l'emergenza posti letto, evidenziata con una circolare della direzione medica emessa nella serata di domenica 8 gennaio, recante una disposizione organizzativa che blocca i ricoveri programmati nei reparti dell'area medica e smista i ricoveri urgenti nei posti letto liberi nelle aree chirurgiche: come da noi più volte denunciato, continua a perdurare lo scandaloso fenomeno delle barelle in corsia, lesivo della dignità del malato e civilmente inaccettabile”.
Per il consigliere regionale centrista “l'intasamento dell'ospedale di Perugia è dovuto anche ad un generico sottoutilizzo degli altri ospedali territoriali, i quali spesso, per ragioni tutte da comprendere, non assolvono la funzione alla quale sono vocati. I parametri indicati dal nuovo ministro della sanità prevedono la chiusura degli ospedali che presentano un utilizzo inferiore ai 120 posti letto e se venissero dunque assunti provvedimenti conseguenti, la maggioranza delle strutture ospedaliere umbre sarebbero a rischio: le linee nazionali relative al sistema ospedaliero sono chiare, mentre restano confuse quelle regionali. Si tratta quindi – conclude - di ripensare e riprogrammare il ruolo degli ospedali territoriali o di dotare i presidi più grandi di maggiore capacità di posti letto proprio per mettere mano alla urgente e non ulteriormente procrastinabile riforma dell'organizzazione ospedaliera regionale”. RED/mp