SANITA': PROPOSTA DI LEGGE SULLE CURE PER IL DIABETE MELLITO E PIANO NAZIONALE SUL DIABETE – IN DISCUSSIONE IN TERZA COMMISSIONE

La proposta di legge per la prevenzione e la cura del diabete mellito, presentata da undici consiglieri regionali sia di maggioranza che di opposizione, è stata messa a confronto stamani in Terza commissione con quanto la Giunta regionale ha deliberato, nel giugno scorso, in attuazione delle direttive contenute nel Piano nazionale sul diabete, illustrate stamani ai consiglieri dal direttore regionale Sanità Emilio Duca. La Commissione presieduta da Massimo Buconi sta valutando l'opportunità di trasformare la proposta di legge in un atto di indirizzo da parte del Consiglio.

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13 Set 2013 01:00

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(Acs) Perugia, 13 settembre 2013 – La Commissione Sanità e Servizi sociali del Consiglio regionale, presieduta da Massimo Buconi, ha discusso nella seduta odierna con il direttore regionale Sanità, Emilio Duca, sulla proposta di legge per la prevenzione e la cura del diabete mellito, presentata da undici consiglieri regionali sia di maggioranza che di opposizione: Buconi e Carpinelli (Psi), Cirignoni (Lega Nord), Dottorini (IdV), Goracci (Comunista umbro), Locchi (Pd), Monacelli (Udc), Modena e Nevi (Pdl), Stufara (Prc) e Zaffini (Fd'I).


 

La proposta di legge vuole apportare norme innovative per contrastare la diffusione del diabete migliorando strutture e servizi sanitari preposti e puntando molto sulla prevenzione, in una regione come l'Umbria che sembra messa peggio di altre a giudicare dagli ultimi dati disponibili, con almeno 40mila persone affette da diabete ed un aumento dei giovanissimi colpiti dalla malattia e molti altri che non lo sanno ancora, trattandosi di patologia legata a stili di vita ed alimentazione che spesso insorge fra i 50 e i 70 anni. Altra finalità dichiarata è la collaborazione dell'associazionismo e del volontariato, soprattutto per formare una cultura popolare tra i cittadini di tutte le età e categorie sociali per la prevenzione e la gestione del diabete. L'atto ribadisce che la Regione ha la gestione integrata del paziente diabetico, vale a dire assistenza a totale carico del Servizio sanitario e in modo coordinato tra specialisti, medici di base e pediatri, e norma le azioni da mettere in campo sul territorio: prevenzione, diagnosi precoce delle alterazioni del metabolismo, piano di cura, gestione della terapia farmacologica, tutte coordinate da una Rete integrata dei professionisti che devono operare in un'ottica di forte collaborazione fra loro e con le associazioni per progetti di educazione e prevenzione. Prevede anche un team diabetologico in ogni struttura che comprenda medico e infermiere specializzati sulla malattia, dietista e podologo esperto in piede diabetico, nonché assistenza specialistica per minori diabetici. La proposta di legge prevede anche una Commissione regionale per la diabetologia composta da medici specializzati, rappresentanti di Università e associazioni dei diabetici ed un dirigente della Regione competente in materia. Previsto anche un Centro regionale di educazione terapeutica e formazione per il diabete, con rappresentanti di Regione, Università, Associazioni dei pazienti, Ufficio scolastico regionale.


 

La proposta di legge, presentata da tempo, deve ora confrontarsi con quanto intervenuto a livello nazionale per il contrasto alla malattia. Duca ha infatti spiegato che la Commissione Salute statale ha nel frattempo emesso un documento “estremamente analitico”, il Piano nazionale sul diabete, che prevede per le Regioni adempimenti ed aggiornamenti alle normative preesistenti. Da qui la difficoltà di recepire la proposta dei consiglieri “sganciata” dal Piano sanitario: “la Giunta – ha ricordato Duca – ha recepito con la delibera del 19 giugno scorso quanto emerso dall'accordo Stato-Regioni sul Piano nazionale per il diabete. Sono stati approntati tre gruppi di lavoro sotto la guida della Direzione Salute della Regione Umbria, che puntano su tre aree tematiche: l'appropriatezza delle prestazioni, poiché il diabete è interamente a carico del Servizio sanitario regionale, la razionalizzazione dell'offerta e la medicina di iniziativa, che punta su salute e prevenzione. Tali gruppi di lavoro, la cui azione sarà coordinata con le associazioni dei malati, ha focalizzato l'attenzione su 5 temi: fare un censimento dell'offerta specialistica, omogeneizzazione dei servizi (uguali dappertutto), la possibilità di costituire una rete regionale per la malattia diabetica, il ruolo dei medici generalisti (pediatri e di medicina generale), la formazione di operatori, medici e pediatri attraverso giornate formative”.

La problematica più evidente – ha spiegato Duca – è legata ai costi: costano 12 milioni di euro l'anno solo aghi, lancette pungidito e striscette per il monitoraggio della malattia (in Umbria il consumo di questi materiali si aggira sui 17 milioni di pezzi), quindi è fondamentale l'appropriatezza delle cure. Abbiamo dato disposizioni per il contenimento sui pazienti che, in assoluta sicurezza, possono controllarsi meno frequentemente. Allo studio una gara centralizzata per contenere i costi dei materiali, lasciando inalterata l'assistenza”.


 

Il fatto che vi sia una nuova normativa nazionale sul diabete non rende immediatamente ricevibile la proposta di legge sullo stesso argomento presentata dai consiglieri regionali, ferma restando la validità dei contenuti e l'urgenza della loro applicazione per dare una risposta alle molte persone alle prese con la malattia. Per superare tale difficoltà, il presidente della Commissione Massimo Buconi ha proposto di tramutare la proposta di legge in una mozione che tenga conto anche dei percorsi indicati dalla Direzione salute regionale.

Il consigliere Orfeo Goracci (Cu) ha sottolineato alcuni aspetti importanti del disegno di legge di cui è firmatario: l'omogeneizzazione dei percorsi assistenziali e dei servizi, perché “ci sono centri che hanno tempi accettabili – ha spiegato – e altri dove le risposte del servizio sanitario si fanno aspettare più a lungo e, a volte, non sono omogenee. Inoltre – ha aggiunto – la gran parte dei casi di diabete può essere curata con diete e pastiglie, ma non sottovalutiamo le nuove insorgenze in età giovanissima; anche i maestri di scuola vanno formati su quanto può accadere a bimbi di 6-8 anni: se si conoscono le situazioni, anche un caso di ipoglicemia può spaventare di meno e divenire quasi di ordinaria assistenza”. Quindi Goracci ha chiesto a Duca qual'è il costo medio di un paziente diabetico e come risponde la Regione alle accuse di essere meno attenta di regioni limitrofe sulla utilizzazione dei microinfusori per iniettare insulina. Le risposte: “oltre ai costi diretti (presidi, farmaci, ricoveri e terapie in caso di complicanze) vi sono anche costi indiretti (giornate di assenza dal lavoro, assistenza a familiari tramite legge 104), per cui – ha spiegato Duca, non è facile risalire al costo medio complessivo, stimabile comunque fra i 3 e i 4mila euro l'anno. Per quanto concerne i prodotti in uso, i gruppi di lavoro se ne sono occupati ed il problema, che si riconduce al principio dell'appropriatezza delle cure, viene affrontato insieme ai professionisti che dirigono le strutture di cura, per la valutazione delle offerte economiche e dei prodotti più adatti”.

Il consigliere Manlio Mariotti (Pd) ha chiesto di “trovare un punto di sintesi tra le aspettative che ci sono per la proposta di legge in discussione e la normativa nazionale sulla malattia già recepita dalla Regione: sarebbe utile – ha proposto – una mozione del Consiglio che sia utile ai gruppi di lavoro predisposti dalla Regione per attuare una sinergia che porti a dare risposte alle aspettative dei malati e delle loro famiglie, così come sarebbe importante che la Commissione sanità del Consiglio regionale sia informata tramite delle relazioni periodiche”. PG/


 

Ultimo aggiornamento: 13/09/2013