SANITÀ: “PERUGIA: UN SISTEMA SANITARIO INSANO. SI PRENDANO CON URGENZA I DOVUTI PROVVEDIMENTI” - VALENTINO (PDL) PONE ALL'ATTENZIONE DI REGIONE E UNIVERSITÀ UN FATTO “CHE COINVOLGEREBBE UN DOCENTE E PRIMARIO OSPEDALIERO UMBRO”

Il consigliere regionale del Pdl Rocco Valentino parla di “baronìe e nepotismi nella sanità e Università di Perugia” e cita un fatto (“pubblicato da L'Espresso online”) “che coinvolgerebbe un docente e primario ospedaliero umbro gettando, se confermato, pesanti ombre sulla gestione dell'Istituzione universitaria e ospedaliera”. Valentino ribadisce poi le “forti perplessità sulla convenzione Università-Regione sulla sanità, espresse invano in varie occasioni, poiché chiaramente sbilanciata a vantaggio dell'Università”. Valentino si rivolge ai candidati a rettore e chiede “una svolta decisa a 360 gradi: no alle baronìe e al nepotismo, si sradichi questo sistema che si nutre e autoconserva bloccando crescita e benessere sociale”.

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28 Mag 2013 01:00

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(Acs) Perugia, 28 maggio 2013 - “Ci avevano garantito che la sanità e l'Università di Perugia erano esenti da baronie e nepotismi. Purtroppo sappiamo che non è così. Basta fare un giro nelle facoltà per capire i meccanismi e i criteri di assunzione di ricercatori ed associati”. Così il consigliere regionale Rocco Valentino (Pdl) che ricorda di aver già sollevato in commissione sanità ed in Consiglio regionale “forti perplessità sulla convenzione Università-Regione sulla sanità, poiché chiaramente sbilanciata a vantaggio dell'Università. Ma, come al solito, dai banchi della maggioranza nessun ascolto”.

“Oggi – aggiunge Valentino - prendiamo atto di un ulteriore grave episodio, che se confermato, avallerebbe le nostre preoccupazioni. Il riferimento non è casuale. In qualità di vicepresidente della Commissione regionale Sanità, non posso esimermi dal sollevare e stigmatizzare un fatto gravissimo che coinvolgerebbe un docente e primario ospedaliero umbro, gettando pesanti ombre sulla gestione dell'Istituzione universitaria e ospedaliera. Il giornale online l'Espresso riporta, infatti, la notizia che un ordinario all'Università di Medicina e primario all'ospedale cittadino non sarebbe stato mai scalzato dalla sua posizione, nonostante una condanna definitiva per corruzione nel 2003 (l'azienda è a conoscenza della sentenza??). In quel caso il medico avrebbe chiesto ad un paziente il pagamento di un referto istologico benché ci si trovasse in una struttura ospedaliera pubblica e, inoltre, avrebbe dirottato i pazienti dal nosocomio pubblico all'ambulatorio privato della moglie. Che, guarda caso, insegna nella sua stessa facoltà. Il medico, in questione quindi, non ha mai perso né la cattedra, né l'incarico nella sanità pubblica, anzi nel frattempo avrebbe trovato incarichi in Ateneo anche per la sua famiglia, nonostante una condanna per corruzione, un processo per truffa, affari di sponsorizzazioni sospette in programmi Rai, in quell'azienda dove, invece, il giornalista coinvolto e complice sarebbe stato sollevato dall'incarico per aver parlato troppo bene della pasta per diabetici prodotta da un società che per interposta persona farebbe capo allo stesso medico perugino”.

A giudizio dell'esponente del centrodestra è “deplorevole” un sistema che “garantisce impunità per reati perpetrati in ambito sanitario a danno dei più deboli che, di fronte a problemi di salute, sono disposti a tutto; parimenti sconcertante è che questi soggetti, non solo non verrebbero sollevati dagli incarichi, ma addirittura godrebbero di prolungamenti di attività oltre l'età pensionabile, e dell'assicurazione di brillanti carriere, sorvolando poi sui 'requisiti morali' prescritti dai bandi dei concorsi pubblici”.

Valentino chiede quindi che la presidente Marini e il Rettore “a cui forse potrebbero essere sfuggiti molti passaggi, penali e non, della vicenda” chiariscano “con urgenza” la vicenda in Consiglio e in seno all'Università, “vicenda – aggiunge l'esponente del centrodestra - che, se confermata, rappresenterebbe drammaticamente, e ancora una volta, i risvolti deteriori di un sistema torbido e clientelare. La Presidente prenda seri ed immediati provvedimenti verso i presunti responsabili, riservandosi, tra l'altro, la costituzione in giudizio della Regione Umbria, come parte lesa. Chiediamo, al contempo ai candidati a Rettore – incalza Valentino -, una svolta decisa a 360 gradi: no alle baronìe e al nepotismo. Si sradichi questo sistema che si nutre e autoconserva bloccando crescita e benessere sociale – conclude -, in spregio al merito, all'onesta e alla professionalità e si rimuovano le 'mele marce' che, per interessi meramente personali, danneggiano gravemente la nostra Umbria”. RED/tb

Ultimo aggiornamento: 28/05/2013