(Acs) Perugia, 30 giugno 2014 - “Parziale soddisfazione per i provvedimenti annunciati dalla Giunta regionale, che vanno senza dubbio in direzione di un'estensione degli orari delle visite e degli esami negli ambulatori e in tutte le strutture pubbliche, tale da abbattere liste d'attesa che, specie in alcuni ambiti, sono oltre ogni limite di sopportabilità”. La esprime il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro), ricordando “il caso emblematico (riportato dalla stampa) del cittadino che, se le notizie sono vere, deve attendere 21 mesi per una visita oculistica. Del resto, posso confermare personalmente questo quadro, visto che ho vissuto e vivo una situazione di attesa di 15 / 16 mesi che coinvolge miei familiari stretti”. Goracci ricorda che, con una iniziativa in Consiglio regionale, qualche mese fa aveva “sollecitato misure efficaci e tempestive per ridurre al minimo i disagi legati alle lunghe liste d'attesa in ambito sanitario, problema questo assai sentito e che, negli ultimi anni, nella percezione dei cittadini e nell'effettiva situazione riscontrabile in più parti del nostro territorio, ha assunto connotati gravi e preoccupanti”.
Il consigliere regionale aggiunge: “Accanto ad un atteggiamento di fiduciosa attesa, il mio invito è quello di operare con più sistematicità e incisività: più volte misure giuste e da tutti auspicate di abbattimento delle liste di attesa si sono tramutate, in mancanza di opportune verifiche sul campo condotte capillarmente e a scadenza regolare, in provvedimenti di parziale e discontinua efficacia, accompagnati dal ripetersi periodico di disagi e storture nel sistema sanitario. È evidente, in questo senso, che se non si rinuncia ad una visione esclusivamente economicistica e aziendalistica della sanità, se non si investe in maniera massiccia nella sanità pubblica, vi saranno sempre ritardi insopportabili, inefficienze e disfunzioni che spingeranno i cittadini a rivolgersi, per prestazioni essenziali e non differibili, alla sanità privata, la quale risponde in brevissimo tempo, questo sì, ma con costi che le fasce più deboli non possono certamente permettersi”. Goracci conclude rimarcando che “l'assistenza sanitaria deve essere di tutti e per tutti, deve accompagnare ogni cittadino, in special modo il più bisognoso, dalla culla alla tomba e non può essere un privilegio classista che si può ottenere solo se si ha la capacità economica di sostenerlo: questo è il concetto che si deve aver presente se vogliamo risolvere con efficacia i problemi presenti sul campo”. RED/mp