(Acs) Perugia 20 giugno 2011 – Con 5 sì espressi da Pd, Prc e Idv e 3 astensioni del Pdl (Nevi, Lignani Marchesani e Monni), la Prima Commissione del Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge della Giunta regionale “Disciplina per l'attribuzione degli incarichi di struttura nelle aziende sanitarie regionali”, che modifica le modalità di selezione e valutazione dei direttori di struttura complessa e dei direttori generali. Al termine di una seduta molto articolata durante la quale sono stati discussi e vagliati numerosi emendamenti presentati dalla Giunta (riprendendo parte delle proposte emendative di Idv, Prc, Pd, sono stati formalizzati da Locchi e Stufara), da Oliviero Dottorini e Paolo Brutti (Idv), Sandra Monacelli (Udc), Gianluca Cirignoni (Lega Nord), Fiammetta Modena e Raffaele Nevi (Pdl), Luca Barberini (Pd) e Damiano Stufara (Prc), la Commissione ha dato il via libera alla trasmissione all'Aula di un disegno di legge che prevede una strutturata procedura di valutazione che coinvolgerà anche il Consiglio regionale, diminuisce la discrezionalità dei direttori generali nella scelta dei direttori di strutture complesse (primari), limita a 10 anni e due mandati (a partire dalla data di approvazione della legge) la permanenza in carica dei direttori generali, amplia le motivazione per cui possono essere revocati i direttori stessi e rafforza la trasparenza delle procedure prevedendo la pubblicazione su internet di buona parte degli atti relativi ai procedimenti.
Tra gli emendamenti più rilevanti approvati dalla Prima Commissione si evidenziano le numerose integrazioni presentate dalla Giunta, recependo le indicazioni dei consiglieri di maggioranza (Pd, Prc e Idv) poi presentate per ragioni procedurali da Locchi e Stufara: il limite dei 3 nomi, selezionati da una commissione tecnica composta su sorteggio, entro cui il direttore generale sceglie i “primari”; la pubblicazione sui siti internet di Regione e Asl di atti, curriculum e provvedimenti relativi alle nomine; il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Perugia viene nominato dalla Regione previa intesa con il Rettore, che si intende acquisita decorsi 3 giorni dal ricevimento.
L'emendamento Cirignoni che porta a 10 anni e ad una sola riconferma il limite massimo per i direttori generali (approvato con il voto del Pdl, il no di Dottorini e Barberini – che avrebbero votato una analoga proposta di quest'ultimo – e il non voto di Galanello, Locchi e Stufara, in conseguenza del rischio di incostituzionalità rilevato dagli uffici del Consiglio regionale). L'emendamento Barberini secondo cui direttori amministrativi e direttori sanitari non possono essere scelti tra il personale in pensione.
Prima del voto finale così si sono espressi i commissari. RENATO LOCCHI (Pd) ha parlato di “un testo molto positivo per la sanità regionale”. RAFFAELE NEVI (Pdl) ha evidenziato le innovazioni positive introdotte (il limite dei 3 nomi tra i quali il direttore generale potrà scegliere il “primario” e l'accoglimento dell'emendamento Cirignoni sul limite dei 10 anni) rimarcando però che le altre indicazioni del Pdl mirate a separare sanità e politica non hanno trovato spazio. ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Pdl) ha criticato il mancato accoglimento della retroattività del limite dei 10 anni per i direttori generali, che rappresenterebbe un forte limite alla discontinuità. Anche LUCA BARBERINI (Pd) si è soffermato su questo punto, annunciando che riproporrà in Aula il relativo emendamento. DAMIANO STUFARA (Prc) si è detto soddisfatto delle nuove regole che renderanno più trasparente la selezione dei direttori generali e dei primari, spiegando di approvare il limite dei 10 anni ma di temere una possibile incostituzionalità della norma. OLIVIERO DOTTORINI (Idv) ha infine visto nella norma un testo molto migliorato rispetto a quello presentato inizialmente, grazie agli emendamenti approvati dalla Commissione, soprattutto per quanto riguarda il limite della discrezionalità (nella scelta dei primari) per i direttori generali, il limite nel numero degli incarichi, l'ampliamento delle cause per la rescissione del contratto del direttore generale; il limite dei 10 anni non dovrebbe essere passibile di incostituzionalità. MP/