SANITA’: “METTERE IN ATTO LE INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE COERENTI CON IL PIANO SANITARIO REGIONALE” – PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEI CONSIGLIERI MONACELLI (UDC) E ZAFFINI (FLI)

Una proposta di risoluzione con la quale si chiede al Consiglio regionale di impegnare la Giunta a “mettere in atto strumenti di prevenzione, in coerenza con le linee strategiche del Piano sanitario regionale 2009-2011, volti ad attivare una rete dei servizi di riabilitazione e di interventi di assistenza riabilitativa all'interno dei livelli uniformi di assistenza previsti dal Piano Sanitario Nazionale” è stata presentata in data odierna dai consiglieri regionali Sandra Monacelli (Udc) e Franco Zaffini (Fli). I due esponenti dell’opposizione puntano soprattutto sulle malattie cardiovascolari, che “rappresentano la principale causa di morte nell’unione europea e sono una delle principali cause di infermità di lunga durata e di abbandono del mercato del lavoro. Fino ad oggi – sostengono i due consiglieri regionali – le malattie cardiovascolari sono state soprattutto curate, ma l’obiettivo è riuscire a prevenirle”.

 

Data:

13 Dic 2010 00:00

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(Acs) Perugia, 13 dicembre 2010 – I consiglieri regionali Sandra Monacelli (Udc) e Franco Zaffini (Fli) hanno presentato una proposta di Risoluzione attraverso la quale chiedono al Consiglio regionale di impegnare la Giunta a “mettere in atto strumenti di prevenzione, in coerenza con le linee strategiche del Piano sanitario regionale 2009-2011, volti ad attivare una rete dei servizi di riabilitazione e di interventi di assistenza riabilitativa all'interno dei livelli uniformi di assistenza previsti dal Piano Sanitario Nazionale”.

“La Regione – spiegano i due consiglieri nel testo della proposta di Risoluzione - perseguendo obiettivi di efficienza, efficacia ed equità nella collocazione delle risorse destinate all'assistenza ospedaliera regionale, deve contestualmente porsi l'obiettivo di assicurare ai propri cittadini la qualità dell'assistenza erogata, ponendo l'attenzione sulla tutela alla salute come uno dei diritti fondamentali dell'individuo, che di riflesso si estende all'intera comunità”.

Nella proposta di risoluzione, Monacelli e Zaffini puntano soprattutto sulle malattie cardiovascolari, che “rappresentano la principale causa di morte nell’unione europea – ricordano – e sono una delle principali cause di infermità di lunga durata e di abbandono del mercato del lavoro. Fino ad oggi – sostengono i due consiglieri regionali – le malattie cardiovascolari sono state soprattutto curate, ma l’obiettivo è riuscire a prevenirle. Nell’ultimo trentennio l’aspettativa di vita è aumentata di circa 6 anni e ciò lo si è dovuto per l’80 per cento a un miglior trattamento delle cardiopatie, non a una diminuzione della loro incidenza. Ed è quindi alla prevenzione primaria che oggi sono affidate le speranze di una ulteriore riduzione della mortalità cardiovascolare”.

Partendo da questo presupposto, e rilevato che “nel Piano Sanitario Regionale Umbro 2009-2011 viene sottolineata l'importanza della promozione e della prevenzione della salute del cittadino, attraverso l'adozione di provvedimenti che assorbano sforzi di contenimento delle spese sanitarie ed in particolar modo della spesa ospedaliera, occorre realizzare – secondo Monacelli e Zaffini - un sistema di coordinamento interistituzionale, sviluppato dal livello regionale a quello territoriale, che potenzi i percorsi di trattamento medico, associandoli ad alcuni elementi fondamentali, primo fra tutti l'appropriatezza delle prescrizioni farmacologiche ed il monitoraggio periodico dell'andamento e degli esiti del programma di ogni individuo”.

Inoltre i due consiglieri di opposizione aggiungono che “è necessario mettere in rete sistemi, competenze e responsabilità in settori diversi, attivando nuove sinergie tra i numerosi fautori della prevenzione come amministrazioni centrali, locali, professionisti della salute, scuole, associazionismo, volontariato, imprenditoria, sempre con l'obiettivo di promuovere la salute dei cittadini e va eliminata la frammentarietà degli interventi sul territorio che, senza nemmeno riguardare l'intera azienda sanitaria e tanto meno l'intero territorio regionale, hanno caratterizzato in questi anni tutte le attività di promozione della salute, comportando una vera e propria dispersione di risorse e la mancata copertura della popolazione nel suo intero”.

La strada suggerita dai due consiglieri è quella di “superare la rigidità organizzativa dei Dipartimenti di Prevenzione attraverso l'eliminazione di tutte le attività riconosciute come inefficaci o inutili, attivandosi per l'esercizio di una funzione di progettazione condivisa, dove il Dipartimento di Prevenzione assuma come propria la funzione di ‘cabina di regia’, non nel senso di struttura sovraordinata rispetto alle altre realtà organizzative delle aziende sanitarie, ma nel senso di coordinare la progettazione degli interventi di promozione della salute, attivati non solo in seno alle aziende sanitarie ma anche in relazione alle attività di sorveglianza, di vigilanza e di comunicazione”.

Infine, secondo Monacelli e Zaffini, “vanno trasferite quote di casistica meno complessa dal regime di ricovero ordinario a ‘setting’ assistenziali più appropriati e meno onerosi come ambulatori e ricoveri diurni, potenziando e riqualificando la modalità di offerta delle prestazioni, Day service, innovative modalità di assistenza ricomprese nel livello territoriale delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, finalizzate alla gestione di casi che richiedono indagini cliniche e strumentali plurime ed anche complesse. Per mettere in atto il Day service – concludono - è necessario un elevato livello clinico-organizzativo da parte della struttura erogatrice, che contempli al proprio interno tutte, o almeno larga parte, delle discipline interessate dal percorso assistenziale”. RED/pg

Ultimo aggiornamento: 13/12/2010